Sipario a 21 pollici

Sipario a 21 pollici Sipario a 21 pollici E con l'inganno tecnologico Raf Vallone diventa presidente SE togliamo «L'assassinio di Sister George» di Larry Marcus, commedia degli Anni Sessanta sulla protagonista di una sitcom radiofonica che non sopporta l'idea della morte ed eliminazione dal programma del suo personaggio (ma nel film di Robert Aldrich la radio diventò tv), nell'ultima dozzina di mesi ho visto almeno quattro pièces nuove imperniate sulla televisione. Andando a ritroso, sono «Dove nasce la notizia» di Umberto Marino, in cui un balordo rapinatore fallito prende in ostaggio una ragazza handicappata, e uno specialista di reportage in diretta piomba sull'avvenimento, dal quale il malvivente uscirà morto e la ragazza operata a spese degli sponsor; «Le faremo tanto male» di Pino Quartullo e Claudio Masenza, in cui due fratelli romaneschi indignati dalla volgarità di certi programmi rapiscono ima conduttrice particolarmente efferata per ottenere dall'Ente la rinuncia almeno alle esibizioni di animali ammaestrati (la protagonista doveva essere Sandra Milo, poi si ripiegò sulla Sandrelli, che non riusciva ad essere spiacevole nemmeno volendo); «Panni sporchi show» di Arnaldo Bagnasco e Attilio Corsini, sulla spudoratezza con cui la gente, qui famiglie intere, è pronta a esibire qualsiasi orrore privato pur di apparire sul piccolo schermo e concorrere alla vincita di premi; e unico di tono deliberatamente non brillante, «Il presidente» di Rocco Familiari, che circolò poco malgrado la regia molto tec¬ nologica nientemeno che di Krzystof Zanussi e l'eccellente prova di Raf Vallone. Questo testo ambizioso parla di un famoso eroe dei media che concorre alle elezioni presidenziali senza muoversi dalla sua attrezzatissima casa-studio (ha le gambe paralizzate), ma sfruttando canali e satelliti per proporsi alla popolazione; e vince. Sennonché, ecco il risvolto, questa vittoria non è mai avvenuta nella realtà, è il segretario che manipolando accortamente i comandi ha fornito al suo vecchio capo immagini-placebo, e continuerà a farlo; così dopo aver creduto di vincere, costui crederà di governare. Si può leggere in ciò una sorprendente anticipazione-metafora del trip che il capo della Fininvest sta vivendo oggi? [m. d'a.]