Quei miliardi targati Sisal. Ti dò un occhio, se il pretore è d'accordo di G. Z.

Quei miliardi targati Sisal. Ti dò un occhio, se ilpretore è d'accordo LETTERE AL GIORNALE Quei miliardi targati Sisal. Ti dò un occhio, se ilpretore è d'accordo Quattrini in gioco non per soli giocatori Sulla Stampa di ieri è apparsa una lettera firmata Leo Cini Milano - nella quale vengono avanzati dubbi e proposte sulla gestione del Concorso Pronostici Totip da parte di Sisal Sport Italia S.pA. Tre le principali osservazioni a cui cercherò brevemente di rispondere. Prima osservazione: lo Stato «lascia che Sisal guadagni 100/120 miliardi di lire all'anno» invece di affidare tutto al Coni. Risposta: è vero, semmai, il contrario: Sisal ha prodotto, gestendo e sviluppando il Concorso Totip, oltre 115 miliardi di lire per lo Stato italiano nel solo anno 1993, a cui vanno sommati altri 40 miliardi di lire annui di spettanza dell'Unire (Unione Nazionale Incremento Razze Equine - Ente dipendente dal ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali), che per la legge istitutiva dei Concorsi Pronostici del 1948 è l'Ente preposto alla gestione di Totip, così come il Coni lo è per il Totocalcio. Giova ricordare che Sisal, Società privata per Azioni sta realizzando a proprie spese (e non a carico dello Stato quindi) l'informatizzazione della propria rete di ricevitorie - 11.700 distribuite capillarmente sul territorio nazionale -, mettendo tale rete a disposizione dell'Unire stessa, a fronte di una percentuale sul movimento che Sisal ha generato. Per chi fosse interessato invece a conoscere i ricavi e gli utili realizzati dalla Società Sisal S.pA. bisogna sottolineare che i bilanci della Società sono depositati naturalmente presso il tribunale di Milano (come richiesto dalla legge - trattandosi di una Società per Azioni), nonché verificati da Società di Revisione all'uopo incaricate. Seconda osservazione: viene fatto «notare» che Sisal ha un solo azionista, e per di più svizzero. Risposta: la Società è ancora oggi di proprietà degli eredi dei fondatori, quegli stessi che nel 1946 inventarono il Concorso Sisal (divenuto in seguito Totocalcio) e che nel 1948 inventarono il Concorso Totip. E' curioso che venga fatto del «razzismo» sulla nazionalità del presidente della Società, proprio da parte nostra, cittadini italiani che, guarda caso, in Svizzera abbiamo così tanti nostri connazionali! In ogni caso bisogna evidenziare che la Società Sisal Sport Italia S.pA. è italiana, in Italia paga le tasse ed italiani sono i suoi 200 dipendenti e le molte centinaia di suoi collaboratori. Terza osservazione: far gestire Totip al Coni «darebbe impulso al Totip». Risposta: Totip è il gioco che presenta il più alto tasso di sviluppo fra tutti i giochi distribuiti in Italia, con un + 1258%, percentuale calcolata confrontando il movimento del 1993 con quello del 1980, un tasso di incremento doppio rispetto al Totocalcio ed all'Enalotto e quadruplo rispetto alla crescita del movimento generato dalle scommesse ippiche. Questa crescita non è casuale, ma è il frutto del lavoro delle centinaia di collaboratori della Società, dei suoi investimenti pubblicitari e della validità delle proprie strategie di marketing... tutte rigorosamente a carico di Sisal Sport Italia S.pA. La lettera del signor Cini si conclude dicendo che il Paese «ha bisogno di chiarezza, pulizia e soldi», con un pizzico di orgoglio, mi si permetta di dire che Sisal produce ricchezza per lo Stato italiano attraverso una gestione trasparente, come confermato dai quasi 50 anni di vita della Società e come testimoniato dalle migliaia di ricevitori (e dai milioni di giocatori) con cui siamo quotidianamente in contatto. Dott. Giorgio Sandi Direttore Generale Sisal Sport Italia S.p.A. Reni e cornee ma solo gratis La Stampa del 24 corrente dà notizia della vendita «di un rene e di un occhio per debiti». Ma il nostro ordinamento, cioè la legge 458/1967 che regola il trapianto di rene da vivente, in deroga al disposto di cui all'art. 5 del Codice civile, che vieta gli atti di disponibilità del proprio corpo, consente di donare un rene ai genitori, ai figli, ai fratelli maggiorenni e, in mancanza di consanguinei diretti, ad altri parenti e pure ad estranei: sempre e solo gratuitamente. A garanzia del bene indisponibile della salute, la donazione viene autorizzata dal pretore; il quale, tra l'altro, verifica se il donatore sia capace di intendere e di volere, se sia libero ecc. ecc. La donazione della cornea, da un vivente, per non essere prevista dalla legge, non è mai consentita. R. Garibaldi, Pavia Gli edicolanti non sono tutti uguali In relazione alla lettera pubblicata il 7 gennaio, ci preme far rilevare alla signora Fulvia Mola che le sue pur giuste osservazioni peccano quanto meno di incompletezza. Gli edicolanti, che vengono descritti come agiati commercianti in regime di monopolio, hanno purtroppo - secondo le stime risultanti dalla nostra organizzazione - un guadagno medio orario che non raggiunge le 5 mila lire; hanno orari di lavoro che vanno, come lei stessa ricorda, dalle 5 del mattino fino alle 20 della sera con orario continuato; hanno l'impegno domenicale e festivo che si esaurisce soltanto alle 14; ci si dimentica che all'estero quasi sempre non esiste l'edizione domenicale e che gli orari sono assai più contenuti. Se in Italia si dovessero verificare cambiamenti analoghi, se l'orario feriale potesse essere contenuto in otto ore, se il diritto alle ferie potesse estendersi ad almeno venti giorni all'anno, se soprattutto venisse abolita l'edizione domenicale ecco che si determinerebbero condizioni diverse che potrebbero dar ragione alle tesi sostenute dalla gentile lettrice. Giuseppe Beltramo Segretario provinciale dell'Unione sindacale autonoma giornalai, Torino 45 miliardi per il carcere Onu La scorsa domenica (23 gennaio) ho rilasciato un'intervista telefonica al dottor Giuseppe Zaccaria (Roma). L'intervista è stata pubblicata il 24 gennaio. Purtroppo, poiché qui all'Aja lavoro in media 13 ore al giorno, non ho avuto il tempo di comprare La Stampa. Oggi però ho dovuto leggerne il testo (che ho richiesto per fax a Roma), perché da New York mi è stato segnalato che l'intervista era stata ripresa da agenzie di stampa americane, e conteneva alcune rilevanti inesattezze. Non ho mai detto che: 1 ) «Il carcere dell'Onu è pronto» (titolo dell'intervista). Ho solo detto che le autorità olandesi prevedono di cominciare prestissimo a costruire la prigione e questa dovrebbe essere pronta per il mese di luglio. 2) «Il professore Theo van Boven si occuperà della parte finanziaria». Ho detto invece che sarà il «Cancelliere» ossia una sorta di Segretario generale, e cioè il capo dell'amministrazione. 3) «Gli Usa hanno stanziato 45 milioni di dollari in servizi». Ho detto invece che hanno deciso di stanziare 25 milioni di dollari, equivalenti grosso modo a 45 miliardi di lire italiane. 4) «(i primi processi cominceranno) a giugno: ne sono certo». Ho semplicemente detto che speravo che i primi processi potessero cominciare a luglio. Queste precisazioni potranno apparire a voi e a Zaccaria (giornalista competente, che stimo molto) di scarsa importanza. Ma, a parte il fatto che le frasi attribuitemi non sono state da me pronunciate (imputo il fraintendimento alle cattive comunicazioni telefoniche), devo aggiungere che quelle frasi hanno creato problemi sia all'Aja che a New York, negli ambienti diplomatici e in quelli dell'Onu. Antonio Cassese Presidente dell'lnternational Criminal Tribunal for The Former Yugoslavia dell'Onu, L'Aja Sono sinceramente dispiaciuto che il mio articolo possa aver creato fraintendimento all'Aja o alle Nazioni Unite. Il professor Cassese parlava di un supporto in servizi del valore di 45 miliardi ed io (trattandosi di contributo americano) ho capito 45 milioni di dollari. Del progetto di un carcere Onu l'articolo però riferiva correttamente: purtroppo, come a volte accade, il titolo (che non mi appartiene) è risultato alquanto semplificatorio. [g. z.]

Persone citate: Antonio Cassese, Cassese, Cini, Fulvia Mola, Giorgio Sandi, Giuseppe Beltramo, Giuseppe Zaccaria, Leo Cini Milano, Reni