Nozze nulle agli sposi del '68

Ma il Papa chiede regole più rigide ai giudici ecclesiastici Ma il Papa chiede regole più rigide ai giudici ecclesiastici Nozze nulle agli sposi del '68 Sacra Rota accetta la causa ideologica CITTA' DEL VATICANO. L'ideologia del Sessantotto è riconosciuta come causa valida per concedere l'annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota. I giudici ecclesiastici menzionano nella relazione annuale pubblicata ieri in occasione dell'udienza con il papa, il caso di due coppie di sposi che al momento del «sì» erano consapevoli di non credere all'indissolubilità - ritenuta fondamentale dalla chiesa - perché «succubi» proprio delle teorie contestatarie in circolazione ventisei anni fa e pertanto «facilmente portati ad escludere la perpetuità del vincolo». La relazione annuale sottolinea l'influsso nefasto per questi casi non solo «delle idee di sinistra» ma anche «dei dibattiti prima per l'introduzione della legge sul divorzio e poi in occasione del referendum per la conferma o la riforma». La Sacra Rota, come è noto, ò il tribunale che tratta le cause di annullamento ed opera innanzitutto a livello delle singole diocesi. La sentenza emessa in prima istanza passa poi al tribunale regionale che in seconda istanza conferma o meno il giudizio; in caso di discordanza la causa viene riaperta presso la Rota romana, che corrisponde alla Corte di Cassazione del codice italiano ed ha il potere di dire l'ultima parola. Per questo ogni inizio d'anno Giovanni Paolo II, come ha fatto ieri, riceve i giudici della Rota romana ai quali affida le sue indicazioni di principio circa i criteri cui attenersi nel loro operato. E anche questa volta il papa ha confermato la necessità di avere regole più rigide e meno «divorziste», anche se per farlo ha usato espressioni particolarmente involute per ribadire comunque ai giudici che non devono dimenticare di essere strumenti della legge divina. Quindi nessun cedimento a una compassione verso i concreti casi umani che rischia di trasformarsi in un atteggiamento troppo incline all'annullamento, magari giustificandolo come fosse il male minore; al contrario, dimostrando coerenza e fermezza, i giudici indurranno nei fedeli «la certezza» che la società ecclesiale ha anch'essa sviluppato un diritto non suscettibile di modifiche in base agli umori, predisponendo una migliore accettazione del giudizio stesso da parte di quanti vorrebbero ancora «contestare ciò che in coscienza ritengono non corrispondente alla verità o alla giustizia del caso». Il discorso di Giovanni Paolo II si snoda pieno di avvertimenti, alla luce della premessa che la giustizia e la legge «non sempre si presentano facili». Pertanto i giudici non devono dimenticare i diritti di tutte le parti coinvolte; devono stare in guardia «nei confronti della tentazione di strumentalizza¬ re le prove e le norme processuali» per raggiungere un fine «pratico» che metta d'accordo i richiedenti ma a «detrimento della verità e della giustizia». Nell'ultima annotazione, Giovanni Paolo II diventa trasparente e lascia trapelare, al negativo, quella che si capisce essere una prassi non infrequente nel concreto lavoro dei tribunali. «Un matrimonio valido, anche se segnato da gravi difficoltà, non potrebbe essere considerato invalido se non facendo violenza alla verità». Dunque niente compromessi, nessun cedimento alla pressione esterna, alle mode, alle esigenze delle coppie che chiedono l'annullamento. Qui il papa si esprime a favore del connubio, che riconosce difficile, tra «verità e giustizia». Nella chiesa c'è comunque un dibattito molto vivo circa la serietà dei corsi di preparazione al matrimonio, ai quali si imputa di non riuscire ad arginare la crescente ondata di divorzi civili e gli annullamenti chiesti ai tribunali ecclesiastici. Uno dei più esperti periti del settore, padre Giuseppe Brunetta, ha recentemente scritto a questo proposito che i corsi sono troppo spesso una sorta di passaggio «più o meno burocratico» in cui per giunta non si verifica affatto la capacità della coppia di educare i figli che verranno. Brunetta pone il problema prima di tutto allo Stato, spiegando che qualora non risultasse l'idoneità la coppia è comunque libera di sposarsi sottostando però a procedure di counseling per prevenire i problemi comportamentali dei figli. Ovvio che il perito pensa a qualcosa di analogo anche da parte della chiesa. Sandro Berrettoni

Persone citate: Brunetta, Giovanni Paolo Ii, Giuseppe Brunetta, Rota, Sandro Berrettoni

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano