Tutta una vita sul rosso
Un inglese a Las Vegas si gioca 360 milioni: e ora basta roulette USA W Tutta una vita sul rosso Punta i risparmi al casinò e vince LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'hanno ribattezzato «il signor tutto o niente». Ma Chris Boyd, 40 anni, programmatore di computer, ho optato per il «tutto». Per tre anni ha risparmiato ogni penny. Poi, con un gruzzoletto di 145 mila sterline (circa 360 milioni di lire) si è presentato al tavolo della roulette di un casinò di Las Vegas. «Rosso», ha detto; o rosso è stato. In un attimo il gruzzolo è raddoppiato. Poi, con la stessa freddezza con cui si era avvicinato al croupier, ha incassato ed è uscito. «Basta, non giocherò più per tutta la vita», ha detto a chi gli domandava se intendesse ripetere la proficua avventura: «Non intendo morire d'infarto». Certo, a giocarsi tutto in un colpo solo ci vuole un bel coraggio. Ma anche la direzione del Binion's Horseshoe Casino ha avuto del fegato ad accettare quel rischio. Poteva essere un affare d'oro, invece il banco - come si dice in gergo - «è saltato». Nessun rammarico, però: dopo la visita dell'«inglese pazzo», che quando ha fatto la sua colossale vincita è stato applaudito da tutti gii altri giocatori, il nome del casinò ò sulla bocca di tutti. E la pubblicità, anche nel mondo del gioco d'azzardo, non ha prezzo. «Ha promesso che non verrà mai più da noi a giocare», ha detto uno dei presenti, lo scrittore Vaud Massarsky: «Ma chi è disposto a scommetterlo?» L'incursione di Chris Boyd su Las Vegas era stata preparata con cura. E laggiù, nell'eterna estate del Nevada, lo aspettavano. Ma non tutti erano pronti ad accoglierlo a braccia aperte, sebbene lui assicurasse di non avere messo a punto alcun «sistema» particolare, di non avere usato i suoi computer, insomma di avere davvero affidato tutto al destino. Numerose case da gioco, fra le quali il celebre Caesar's Palace, hanno respinto la richiesta di una giocata così massiccia; e c'è voluta una settimana di trattative prima che al Binion's Horseshoe, un palazzo tutto luci sfavillanti sotto la grande insegna a forma di ferro di cavallo, accettassero di fare uno strappo alla regola della scommessa massima, che è di 100 mila dollari. Boyd ha anche ottenuto che fosse coperta la casella dello «00». Il signor Boyd, un inglese riservato e di poche parole, è rientrato in albergo, si è messo lo smoking in onore della sua grande occasione e si è presentato, fra un'ala di cu¬ riosi che ovviamente facevano il tifo per lui, al tavolo speciale, riservato a lui. Ha stretto la mano al croupier e si è seduto. Dopo un paio di giri di prova, ha detto semplicemente: «Sono pronto a giocare». E mentre il croupier lanciava la pallina alla quale erano legati tutti i suoi risparmi, lui ha preso la fiche speciale che gli era stata consegnata dalla direzione in cambio di tutti i suoi averi e l'ha messa sul rosso. «I giochi sono fatti», ha detto il croupier. Nel silenzio di tomba la pallina ha girato e girato, poi ha cominciato a saltellare, infine si è fermata in una casella. «Sette, rosso», ha scandito il croupier. I giochi erano fatti davvero. «Aveva il volto dello stesso colore del numero vincente», ha osservato il direttore del casinò, Steve Albright. «Si è limitato a sorridere», lo ha corretto Massarsky: «E' stata una scena piuttosto elegante». E' anche un record, per una giocata unica alla roulette. Anche se non per Las Vegas: nel 1984 un texano perse ai dadi un milione di dollari tirando una sola volta, dopo avere vinto mezzo milione, nello stesso modo, cinque mesi prima. [f. gal.] Un inglese a Las Vegas si gioca 360 milioni: e ora basta roulette
Persone citate: Boyd, Chris Boyd, Steve Albright
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