«Cavaliere che regalo al pds» «Martinazzoli-Segni patto di centro» di R. R.

«Benvenuto tra i quotidiani dipartito» Il ppi boccia Berlusconi e Lega. Oggi il governo stabilisce le nuove regole per le elezioni «Cavaliere, che regalo al pus» Martinazzoli-Segni, patto di centro ROMA. A due mesi esatti dalle elezioni, il gioco degli schieramenti è improvvisamente diventato più chiaro: dopo una settimana bruciante, ieri, alla fine di una giornata fitta fitta di incontri, il blocco moderato ha definitivamente rinunciato ad ogni illusione di coalizione e si è rassegnato a dividersi in tre blocchi: Segni-Martinazzoli; Bossi-Berlusconi; Fini e la sua Alleanza nazionale. Tre blocchi e molte gelosie: come primo assaggio in vista della campagna elettorale, sono partite le prime torte in faccia. Il «popolare» Rocco Buttiglione (che aveva scommesso sulla Lega e su Forza Italia) dà del «fiìhrer» a Umberto Bossi, dice di Berlusconi che «non è San Francesco», mentre Martinazzoli bolla così il Cavaliere: «Che regalo ha fatto ad Occhetto...». E Maroni, dall'altra parte della barricata, è sprezzante verso Mario Segni col quale qualche giorno aveva sottoscritto un programma di governo: «Mariotto dice Maroni - aveva firmato un accordo sottobanco con la de», mentre Miglio è ancora più duro: «Segni voleva restaurare la democrazia cristiana». E mentre si vanno delineando le alleanze, continuano a fioccare i sondaggi. Ieri è stato la volta di quello della Directa. Secondo questo sondaggio la sinistra avrebbe oggi il 35% dei consensi; sull'altro versante, il partito po- polare assieme a Segni porterebbe a casa ben il 30,7%, cioè più di quanto ebbe la de nelle elezioni del 1992, prima di Tangentopoli e con Segni ancora dentro il partito; alla coalizione Bossi-Berlusconi andrebbe il 34,1%, di cui il 13% alla Lega e il 9,2% a Forza Italia; il restante 11,9% andrebbe alla Alleanza nazionale di Gianfranco Fini. Ma le dislocazioni sul campo non sono così semplici come cerca di fotografare il sondaggio. Molto complesso, in particolare, il gioco delle alleanze tra le forze di centro-destra, divise in tre poli. Il primo è raccolto attorno a Mariotto Segni e a Mino Martinazzoli, che ieri si sono incontra¬ ti, si sono riappacificati e hanno trovato un'intesa di massima su come organizzarsi nei collegi. Attorno a Segni e Martinazzoli ci saranno molti satelliti, un drappello di personalità senza «truppe»: Giuliano Amato (se accetterà le avances di Martinazzoli), i socialisti Gennaro Acquaviva, Luigi Covatta e Franco Piro, il liberale Valerio Zanone, Giorgio La Malfa, che dopo essere stato rifiutato dal blocco progressista per le sue «pendenze» sul fronte di Tangentopoli, si è ormai riavvicinato agli antichi alleati di centro. «Pattisti» di Segni e «popolari» non dovrebbero allearsi con nessuno, salvo possibili accordi di non-interferenza dell'ultima ora con gli altri moderati. Il secondo polo dello schieramento moderato sarà formato da Bossi e Berlusconi e, per quanto l'accordo, debba essere ancora siglato ieri Gianfranco Miglio dava la sua benedizione: «Quando incontrai Berlusconi gli consigliai di non scendere in campo, di comportarsi come leader occulto. Però a questo punto la sua forza sarà complementare alla nostra: la Lega va alle elezioni per conto proprio, avendo come alleato Berlusconi». Il che, tradotto in termini elettorali, significa che in moltissimi collegi urunominali del Nord si presenteranno candidati comuni, affiancati dai simboli di Lega e Forza Italia, mentre sulla parte proporzionale, ognuno andrà per conto proprio e «peserà» così la sua forza. Anche il polo Bossi-Berlusconi avrà i suoi satelliti: l'Unione di Centro di Raffaele Costa, i demo-socialisti della Maiolo, di Sacconi e di Castagnetti, anche se il satellite più consistente di questa galassia è il il ecd uscito dalla de, che avrà il compito di calamitare consensi nel Centro-Sud. Ma questo sarà possibile soltanto se gli scissionisti si alleeranno con l'Alleanza nazionale, che ha la sua forza maggiore nel Mezzogiorno. E per favorire questa alleanza tra ex de e ex missini, ecco Gianfranco Fini fare l'occhiolino a Berlusconi: «Sono felice che abbia abbraccia- to idee finora sostenute dalla Fiamma. Stiamo valutando un'intesa con chi è anti-sinistra, ma non certamente con la Lega». E mentre il fronte moderato è più che mai diviso, si avvicina il giorno della verità per il fronte progressista. In un giorno della prossima settimana che deve essere ancora fissato, si terrà finalmente la riunione plenaria tra tutti i capi della sinistra italiana. Per la prima volta saranno seduti attorno allo stesso tavolo il pidiessino Occhetto, il socialista Del Turco, il comunista Bertinotti, il retino Orlando, il verde Ripa di Meana, il cattolico Gorrieri e la pattuglia di Ad, guidata sempre da molti capi. [r. r.]

Luoghi citati: Roma, Segni