«Giudici non entrate in politica» di G. Bianconi
Bufera su Mani pulite dopo la candidatura della Parenti. Borrelli: non sapevo nulla Bufera su Mani pulite dopo la candidatura della Parenti. Borrelli: non sapevo nulla «Giudici, non entrate in politica» Segni vuole Di Pietro, ma il magistrato rifiuta ROMA. Via libera del Consiglio superiore della magistratura all'esperienza politica per venti magistrati italiani, tra i quali il sostituto procuratore della Repubblica di Milano Tiziana Parenti. Il plenum dell'organo di autogoverno dei giudici ha approvato all'unanimità la proposta della seconda commissione referente di accogliere le richieste di collocamento in aspettativa avanzate da molti giudici che intendono candidarsi alle prossime elezioni politiche. Tecnicamente parlando, gli interessati non potranno più svolgere attività giudiziaria per il periodo della durata dell'aspettativa. Coloro che saranno eletti verranno poi collocati dal Csm fuori ruolo per tutta la durata del mandato parlamentare. Ma è già polemica dura. All'interno della categoria e fuori. «Trovo che sia eccessivo il numero delle candidature, e che sia inopportuno - ha detto ieri il senatore Luciano Violante, ex magistrato, esponente di spicco della Quercia e presidente della commissione parlamentare An¬ timafia -. E' importante che in Parlamento confluiscano tutte le esperienze professionali, e non è un danno che ci sia anche qualche magistrato; ma che ci sia il gruppo parlamentare giudiziario mi sembra un po' troppo». Ed è bufera anche a Milano, tra i magistrati del pool di Mani pulite, dopo la candidatura di Tiziana Parenti con «Forza Italia». Il procuratore capo Borrelli confessa di non sapere nulla, di averle parlato solo ieri mattina, quando la notizia era già sui giornali: «Solitamente le richieste al Csm passano per via gerarchica... Farle gli auguri? Ma se non ha ancora deciso. Mi ha detto che sta riflettendo e per ora si è messa in ferie per tre giorni». Nessuno degli altri magistrati rimasti nel pool ha però seguito la Parenti, anche se qualcuno un'offerta elettorale (subito respinta) l'ha pure avuta. Naturalmente il «boccone» più grosso è Antonio Di Pietro. Ma lui ha già detto «no» sia a Orlando che a Mariotto Segni. E nessuno osa riprovarci. G. Bianconi e F. Potetti A PAGINA 3
Persone citate: Antonio Di Pietro, Borrelli, Di Pietro, F. Potetti, Luciano Violante, Tiziana Parenti
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