Ai GiovedìScienza la sicurezza in auto di M. Ver.
Ne parlano due tecnici al Teatro Colosseo Ne parlano due tecnici al Teatro Colosseo Ai GiovedìScienza la sicurezza in auto Quanti di noi allacciano le cinture di sicurezza, salendo in macchina? Pochi pochi, dicono le statistiche: tra il 25 e il 30 per cento (nel Nord Europa, sono il 90-95 per cento). Non parliamo poi di chi viaggia sui sedili posteriori, che praticamente le ignora. In Italia manca una "cultura" della sicurezza stradale, forse più nei viaggiatori che nei progettisti. Due di loro, gli ingegneri Dante Bigi e Vincenzo Buffa, parlano proprio di questo oggi a GiovedìScienza (Teatro Colosseo, ore 17,45, ingresso libero). La sicurezza del traffico stradale dipende certamente dalle caratteristiche tecniche dei veicoli, come pure dalle condizioni di strada, ma è soprattutto l'uomo che fa la macchina. Al suo comportamento scorretto le statistiche attribuiscono infatti l'85 per cento della responsabilità dei morti e dei feriti sulle strade. Comunque, negli ultimi 25 anni, c'è stato un deciso miglioramento della sicurezza: nel 1965, ad esempio, circolavano cinque milioni e mezzo di veicoli e i morti in incidenti stradali erano stati novemila. Nel 1990, i veicoli erano saliti a 28 milioni e mezzo, con 7500 morti. Questo miglioramento è anche dovuto ad alcuni accessori pensati proprio in funzione della sicurezza, come le cinture e l'air-bag, un cuscino in plastica che, in caso di urto violento, si gonfia immediatamente, grazie ai gas sviluppati da una piccola carica esplosiva. Spiega l'ingegner Buffa: «Fatto "100" il rischio di ferite gravi o mortali in assenza di cinture di sicurezza o di airbag, il rischio si dimezza utilizzando le cinture, si riduce al 35 per cento aggiungendo l'air-bag è dell'80 per cento per il solo cuscino, senza cinture». Una contromisura efficace, e tecnicamente semplicissima, è poi la sobrietà: almeno un incidente su tre vede coinvolte persone in stato di ebbrezza. La legge è molto chiara in proposito, ma viene applicata di rado. Con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi. [m. ver.]
Persone citate: Dante Bigi, Vincenzo Buffa
Luoghi citati: Italia, Nord Europa
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