Come il teatro delle beffe

Ivrea, chiesti i danni (circa 300 milioni) all'impresa e al progettista Ivrea, chiesti i danni (circa 300 milioni) all'impresa e al progettista Come il teatro delle beffe Dopo 9 anni Giacosa sempre chiuso Quasi trecento milioni di danni. Li pretende la giunta di Ivrea dal progettista e direttore dei lavori del teatro Giacosa, l'architetto Giuseppe Garino, e dalla Goopsette, l'impresa che ne ha curato la sistemazione. Il calcolo dei presunti danni lo ha stilato Armando Gabella, il professionista che sul teatro cittadino ha eseguito il collaudo delle opere già ultimate. Fatte le verifiche, ricontrollati i conti, ha trovato irregolarità quantificate in 250 milioni e rotti. L'ultimo capitolo della storia di questo teatro, inaugurato nel 1834 e chiuso sotto la spinta dell'effetto Statuto nel marzo del 1985, lo ha scritto il sindaco di Ivrea, Alberto Stratta, firmando la lettera di richiesta danni. «Non è compito nostro dice il primo cittadino - stabilire di chi sono le colpe maggiori. Noi abbiamo agito secondo procedura; il collaudo ha evidenziato problemi, di qui la richiesta del risarcimento. In che modo vada ripartita la cifra è un dettaglio che non ci riguarda». Prima di Stratta soltanto Alfredo Tradardi, assessore alla cultura per sei mesi, dal novembre del'92, era intervenuto in modo così duro sul teatro. Della riapertura del Giacosa ne aveva fatto una personalissima battaglia, denunciando ritardi e accusando a più riprese il direttore dei lavori. I suoi quattro predecessori, Fiorenzo Grijuela, Franco Pintus, Graziano Cimadom e Angela Dogliotti, invece, si sono sempre fidati di impresa e professionista. Il successore di Tradardi, Daniele Di Salvo, non ha nemmeno avuto tempo di entrare nella parte di assessore che una crisi di giunta lo ha estromesso. In nove anni di chiusura, il teatro di Ivrea ha collezionato un elenco di date di riapertura lunghissimo. «Una telenovela aveva detto Tradardi - dal finale tragicomico. In questo periodo chi ci ha sempre rimesso, è stata la cultura; in città, non si è più fatto teatro». Alla luce dei precedenti, da qualche mese, promesse nessuno si azzarda più a farne: è troppo rischioso, i lavori del teatro potrebbero subire ulteriori rallentamenti. Aggiunge il sindaco Stratta: «Al Giacosa non si farà mai più il veglione di carnevale, con Mugnaia e Generale. Si tornerà alla vecchia tradizione quando, al Giacosa, la Violetta andava solo per seguire uno spettacolo in suo onore». [1. poi.] Per il sindaco Stratta sarà impossibile utilizzare il teatro per il veglione in onore della Mugnaia: «Quando lo riapriremo, torneremo alla tradizione, ospitando uno spettacolo in onore della protagonista del carnevale»

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