« Casa nostra è un inferno » «padre e madre attaccati al telefono»

« « Casa nostra è un inferno » Padre e madre attaccati al telefono «Da quando Valentina è sparita non ci siamo più seduti a tavola tutti e tre insieme. Non riusciamo a dormire, non parliamo d'altro. Un inferno». Sono passati cinque giorni, da quando Valentina è fuggita. Per i genitori sono cinque giorni di angoscia trascorsi vicino al telefono, a sobbalzare a ogni squillo: «E' lei, sento che è lei». Mantengono i nervi saldi, Susanna e Carlo Grondana. Non piangono, non si lasciano andare a scene di disperazione. Fumano una sigaretta via l'altra, fanno trasparire soprattutto tensione, nervosismo. Ma la sera, quando la casa si svuota e fuori è buio pesto, si guardano impauriti e pensano: «Dove sarà, ora, Valentina?» La loro casa di via Monte Tabor si è trasformata, come dice mamma Susanna, in un porto di mare. Il tavolo del soggiorno è ingombro di fogli. Decine di biglietti: ciascuno porta il nome di una via, un'ora, la data. Sono le segnalazioni di persone che hanno «visto» Valentina. Il telefono squilla. Le zie alzano la cornetta, annotano nuove indicazioni e corrono in salotto dove, come dice papà Carlo, c'è la «centrale operativa». Qui i vigili, colleghi del padre, coordinano le ricerche «casalinghe». Sul tavolo c'è pure una cartina di Torino. Annotano le vie, gli incroci in cui la studentessa è stata segnalata. Con le ricetrasmittenti si tengono in contatto con il coman- do di corso XI Febbraio: «Novità?». E quando le segnalazioni sembrano attendibili partono a tutta velocità. I loro turni in casa Grondana iniziano quando sono liberi da impegni di servizio. Il campanello squilla ogni quarto d'ora. Sono amici e parenti. Chiedono nuove fotografia di Valentina, le porteranno in ogni angolo della città. Rife¬ riscono di nuove segnalazioni: «Forse c'è un indizio utile». Dalla Gran Madre a via Verolengo, da via Garibaldi a piazza Castello, da via Pianezza al cimitero di Sassi e a Porta Nuova: Valentina è segnalata ovunque. Spesso con abiti diversi da quelli che indossava quando è fuggita. Allora aveva un montgomery color grigio scuro, jeans, scarpe di ginnastica. Ora c'è chi dice: «L'ho intravista con una giacca scamosciata color marrone». «Aveva una treccina, è possibile?». «Mi pare avesse gli occhi azzurri, era lei?». Un fiume di segnalazioni che confonderebbero le idee anche al più provetto degli investigatori. Ma è lei? Se tutte fossero attendibili, la ragazza dovrebbe spostarsi in città alla velocità del fulmine. Andrea, il fratellino di Valentina, viene sballottato da un parente all'altro. Il telefono suona a tutte le ore, di giorno e di notte. Ma papà Grondana non lo stacca mai: «Una volta o l'altra potrebbe essere Valentina». Carlo Grondana e la moglie Susanna aspettano notizie di Valentina nella casa di via Monte Tabor a San Mauro

Persone citate: Carlo Grondana, Grondana

Luoghi citati: San Mauro, Torino