Plurivalvole e bialbero, un grande amore di Gianni Rogliatti

Plurivalvole e bialbero, un grande amore Tramontano i vecchi sistemi di distribuzione in Usa e Europa per sposare ecologia e potenza Plurivalvole e bialbero, un grande amore Nuove generazioni di motori si affacciano sulla scena mondiale L'industria mondiale affronta i problemi del momento impostando strategie a lunga durata che riguardano, tra l'altro, i metodi produttivi e le linee fondamentali di progetto. Nel campo dei motori ci sono due esigenze contrastanti che richiedono nuovi sviluppi: da un lato, la riduzione dei consumi e dei livelli di inquinamento e dall'altro il miglioramento delle potenze per fronteggiare la richiesta di maggiori prestazioni e di un numero sempre più alto di accessori. Se si esaminano i dati di produzione degli ultimi tre anni in Usa ed Europa e si analizzano anche le caratteristiche dei nuovi modelli, appare evidente un fatto: l'evoluzione più importante riguarda i) modo di far «respirare» il motore. Parliamo cioè del sistema di distribuzione. Alla base c'è però una differenza sostanziale. Negli Usa era facile produrre motori di grossa cilindrata e, dunque, non tra ne¬ cessario ottenere rendimenti specifici elevati: da qui la diffusione dei poderosi V 8 con distribuzione ad aste e bilancieri. In Europa, invece, si è partiti presto con l'asse a camme in testa, alla ricerca di regimi e rendimenti di alto livello. Ancora nel 1991 in America solo il 32% dei motori adottavano un asse a camme in testa (per fila di cilindri) e appena il 13% aveva quello doppio. Il resto dei propulsori (ossia il 55%) era dotato del sistema tradizionale con l'asse a camme nel basamento e le valvole in testa azionate da aste e bilancieri. Per contro, in Europa nello stesso anno si registravano l'83% di motori monoalbero e il 10% di bialbero. Lo sviluppo di questi ultimi nei Paesi della Cee è stato rapido: nel '93 erano saliti al 25% e i monoalbere scesi al 70%. Altro risultato: la quasi-tetale scomparsa dei propulsori ad aste e bilancieri. La tendenza alla sostituzione dei monoalbero coi bialbero si dovrebbe mantenere anche quest'anno. Si pensa a un 30% di bialbero e a un 67% di monoalbero, tanto che fra cinque anni i due sistemi saranno all'incirca equivalenti come numero. Le previsioni di Detroit indicano che nel '94 negli Usa i monoalbero resteranno fermi sulla quota del 30% raggiunta nel '93 mentre i bialbero dovrebbero toccare il 28%, per un totale del 58%. Nei prossimi 5 anni, secondo gli esperti, le percentuali saranno, rispettivamente, del 45% e del 43%. Al vecchio sistema ad aste e bilancieri resterà il 12%. E' interessante notare come i tre big di Detroit abbiano reagito rapidamente ai problemi di vendita, tanto che oggi attraversano un periodo di espansione mentre Europa e Giappone sono in crisi. Messi di fronte al problema di 6onsumare poco per inquinare meno, Gm, Ford e Chiysler han¬ no adottato il quattro cilindri in linea che le loro filiali europee producevano per i mercati Cee. E già che c'erano, sono passati subito ai modelli con quattro valvole per cilindro: mentre in Europa solo il 10% dei motori erano plurivalvole, negli Usa si era arrivati al 25%. Naturalmente, tutti i bialbero sono di questo tipo, anche se non mancano parecchi monoalbero. In tale campo l'anno scorso l'Europa si trovava ancora indietro (27% contro il 30%). Ora le previsioni sembrano indicare che a medio termine ci sarà sempre un leggero distacco a favore dei costruttori americani. Molto dipenderà dalle nuove generazioni di motori, sui due lati dell'Atlantico, per i quali si prevede un'altra innovazione, e cioè la costruzione modulare. Un settore dove il Gruppo Fiat prepara importanti novità. Gianni Rogliatti