Doping nel basket Boni sotto accusa

Sport Tracce di anabolizzanti nei test del giocatore di Montecatini Doping nel basket Boni sotto occusa IL CANNONIERE RISCHIA 2 ANNI Mario Boni, milanese di Codogno, 31 anni, guardia-ala da nove stagioni alla Bialetti Montecatini, alcune presenze in Nazionale e attuale capocannoniere del campionato di basket con oltre 30 punti a partita, è stato sospeso dall'attività e rischia due anni di squalifica per assunzione di nandrolone e nortestosterone, due agenti anabolizzanti. L'esame il 2 gennaio, dopo Bialetti-Onyx (86-100 per i casertani, nonostante 30 punti proprio del cannoniere dei toscani): con Boni furono sottoposti all'antidoping Gianolla, Fazzi e Ancillotto. Uno dei 220 controlli predisposti dalla Federbasket negli ultimi cinque anni, il terzo in cui veniva sorteggiato il nome di Boni. Ma questa volta gli esiti sono stati sorprendenti, e confermati dalle controanalisi. Nessun dubbio, anche se da Montecatini il giocatore nega qualsiasi responsabilità. «Non so offrire alcuna spiegazione mormora Boni -. Non ho assunto alcuna sostanza illecita. L'unico medicinale che non conosco è quello di un'iniezione che mi fecero l'estate scorsa, quando ero 4 chili sottopeso. Ora (forse già oggi, ndr) mi sottoporrò a un accurato esame del metabolismo». E mentre il general manager Gino Natali, ancora incredulo, parla di episodio allucinante («Credo a Boni, che per me è come un figlio, e al nostro medico, mio ex compagno di scuola, quasi un fratello per me. L'iniezione? Semplicemente per sostenerlo in un momento di stanchezza fisica»), il dottor Roberto Ferretti cerca disperatamente qualche appiglio. «Boni non è assolutamente un muscolare - dice il medico sociale dei toscani -. Chi lo conosce sa bene che non è ingrossato rispetto al passato. Eppure i valori espressi dall'esame erano altissimi, quindi i tempi di assunzione delle sostanze anabolizzanti assai recenti: dicembre, al massimo la fine di novembre. Potrebbe aver preso qualche pastiglia consigliatagli da qualche amico facilone, ma Mario giura di non averlo fatto. E allora, poiché queste sostanze non si trovano in altri medicinali, devo ipotizzare che il suo organismo produca troppo testosterone, che si tratti di una malattia di tipo ormonale». Un'ipotesi che altri medici si augurano sia smentita dagli esami: una malattia che producesse quei valori altissimi, oltre a provocare effetti collaterali su pressione e glicemia, potrebbe creare ben altri e più gravi problemi al giocatore. Allora si torna a quell'iniezione di luglio: ma, se fosse stata a base cu anabolizzanti, possibile che si trovino tracce così evidenti a cinque-sei mesi di distanza? «Sì, possibile - spiega il dott. Ferrantelli, medico azzurro - perché nessuno può precisare data e quantità di anabolizzanti assunti da un soggetto. Ci possono essere circostanze anche fortuite, come un cumulo di grasso, che ne ritardano a lungo l'assorbimento». [g. e.] Mario Boni è nato il 30 giugno '63

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