Morandi evergreen un parente ritrovato di Gabriele Ferraris

24 Un successo per ogni età i concerti del cantante a Torino Morandi evergreen un parente ritrovato TORINO. Mille anni fa, quando noi e Morandi eravamo più giovani di adesso, si poteva persin odiare Gianni Morandi. Perché era un vincente che faceva rabbia, a diciott'anni s'era ritrovato in testa alle classifiche e allora un disco in testa alle classifiche significava davvero qualcosa, significava milioni di copie vendute, e folle in delirio, e trionfare a «Canzonissima» battendo il povero Claudio Villa. E il povero Claudio Villa sembrava così vecchio e sorpassato che alla fin fine quasi ti veniva da tifare per lui, vittima sacrificale sull'ara del mito nuovo, di quel ragazzotto sgraziato e con le mani troppo grandi per regalare fiori, che cantava «Fatti mandare dalla mamma». Poi Gianni Morandi ha perso. La vita ci fa perdere e vincere tutti, con imparzialità. Ha perso il successo, ha perso l'amore della bella Laura, e per un po' abbiamo pensato che non esistesse più. Ma lui è un ragazzo di montagna, duro come quelli che vivono in montagna e sanno che niente è regalato. Ha risalito la china, e adesso Gianni Morandi è tornato ad essere, da dieci anni almeno, il numero uno. L'unico, ad esempio, che possa arrivare in una città schiantata come Torino, e stare per una settimana in un teatro da milleseicento posti, il Colosseo, e riempire quei milleseicento posti tutte le sere, fino a dover aggiungere uno spettacolo (lo farà domenica alle 21, subito dopo il recital pomeridiano) perché ci sono le code al botteghino e le signore chic e le ragazzine in jeans e le nonne e i nipotini chiedono soltanto di vederlo, ascoltarlo, amarlo. E questo Gianni Morandi che ha perso e ha saputo tornare a vincere, e canta «se ti dicono sei finito non credergli», e ha quasi cinquant'anni e la faccia da ragazzo con gli zigomi appena un po' feroci di chi sa guardare la vita a muso duro, questo Gianni Morandi è un vincente di nuovo. Ma un vincente che non puoi non amare, perché la vittoria se l'è sudata. Esci dai camerini dove lui fa gli aerosol per mantenersi in forma e intanto racconta la sua voglia di stare sul palcoscenico e di inventare ogni sera qualcosa di nuovo, «perché alla gente devi dare, se vuoi meritarti la stima e l'affetto»; esci dal teatro e trovi, in trepida attesa, le signore e le ragazzine e i mariti e le nonne. Vogliono stringergli la mano, chiedergli un autografo. Dirgli che lui è uno di famiglia e fa piacere incontrarlo come fa piacere incontrare un parente caro, che è cresciuto con te e che magari è stato via per un po': però non lo hai dimenticato. Lui, sul palco del Colosseo, racconta di quel che gli è capitato in una pizzeria di Torino, al tavolo vicino c'era una coppia anziana, «avranno avuto sessant'anni, non so», e il marito gli fa «signor Morandi, mia moglie la vuol conoscere, stravede per lei da quand'era ragazzina». Ma è così, un parente ti sembra di conoscerlo da sempre. E poi, via: ascoltare Morandi vale la spesa. Ha 'sta voce incredibDe, senza incertezze né incrinature; e al fianco ha una band che fa spettacolo, e una vocalist che si chiama Barbara Cola e chissà dove sono andati a pescarla, sembra che arrivi dritta filata da Broadway, fa i numeri a colori e in bianconero, a sentirli duettare in «C'era un ragazzo» ti spelli le mani dagli applausi. E guardi la scatenata settantenne che recita i versi a memoria e accompagna battendo il piede per terra; e guardi il tizio con la testa pelata'che si agita come la giovanotta in hot pants, tutt'e due sotto il palco a tendere le mani verso quel ragazzone dinoccolato che canta «Banane e lampone». Lo show non è molto diverso da quello di un anno fa: stessa regia firmata da Ombretta Colli, stesse scene, e quasi stesse canzoni. C'è in più, tanto per dire, «Che cosa resterà di me» di Battiato, e sapete quanto sia difficile interpretare una canzone di Battiato senza essere Battiato. Beh, Morandi ci riesce. Benissimo. E intanto filano via due ore e mezzo di concerto, e nessuno se ne accorge; e quando lui saluta per l'ultima volta con quei braccioni lunghissimi, sarebbe bello che invece decidesse di andare avanti. Nessuno se ne andrebbe, resterebbero lì chissà fino a che ora. Non per la musica. Non soltanto. A te la musica può anche non piacere. Ma quando ritrovi un vecchio amico, un parente caro, vorresti che il tempo non passasse mai. Gabriele Ferraris Esaurito tutte le sere: ragazzine in jeans signore chic, e lui? Un testardo vincente Gianni Morandi ai tempi di Canzonissima e in una foto recente

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