Fuma le vietano di adottare un bambino di Fabio Galvano

Fuma, le vietano di adottare un bambino Tre anni fa alla donna era già stata assegnata una neonata. Ma ora le leggi inglesi sono diventate più restrittive Fuma, le vietano di adottare un bambino Londra, domanda respinta per 5 sigarette al giorno LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fuma cinque sigarette al giorno; e per questo motivo la sua domanda di adozione è stata respinta. Era la seconda volta che Sharon Issitt, 33 anni, ci provava: la prima, cinque anni fa, tutto era andato benissimo. Le avevano assegnato una bambina di tre mesi, Sarah, che è oggi l'orgoglio dei suoi genitori adottivi. In questi cinque anni, in casa Issitt, nulla è cambiato; semmai si fuma di meno. A cambiare, invece, sono stati i regolamenti che reggono le adozioni nella città di Leicester; regolamenti che da quasi tre anni escludono i fumatori, ritenuti «troppo pericolosi» per la salute dei piccoli. Può sembrare un'assurdità che venga negata una seconda adozione a una famiglia; e tutto per cinque sigarette. Ma Judy Hardman, portavoce dei servizi sociali del Leicestershire, è stata inflessibile: «Dal 1991 - spiega - c'è una direttiva chiarissima, per la quale soltanto le domande dei non-fumatori vengono prese in considerazione. L'esperienza medica, soprattutto per quanto riguarda i neonati, insegna che il fumo passivo può essere molto dannoso. Fino all'età di tre anni può provocare attacchi di asma e infezioni polmonari». Non è l'unico motivo. I fumatori, in Inghilterra, sono ormai considerati paria. Sono persino stati declassati nelle liste d'attesa per certi interventi chirurgici; e non sono rari i casi di medici che hanno rifiutato un'operazione al paziente che avesse dimostrare di non voler rinunciare una volta per tutte alle amate sigarette. Il fumo è considerato socialmente riprovevole; e non a caso persino il campione dei fumatori, l'eroe dei fumetti Andy Capp, non ha più il classico mozzicone appeso alle labbra. Come se non bastasse, nel clima di caccia alle streghe fumatrici, si è diffusa ieri la notizia di un pappagallino che è morto per colpa del fumo della sua padrona: Eileen Wilson, 81 anni, è una ciminiera da quando ne aveva 17, ma l'uccello Peter - ha confermato il suo veterinario - era fatto di un'altra pasta e a furia di respirare il fumo della padrona aveva contratto una mortale forma di cancro dei polmoni. E' una storia che convince poco Sharon Issitt. Un bambino, dice, non è un pappagallo. E poi che cosa sono cinque sigarette al giorno? «Sem¬ bra ingiusto - dice - che non possiamo offrire una casa e una famiglia a un bambino che ne ha bisogno». Non basterebbe rinunciare a quelle sigarette? «Ci ha provato - risponde il marito Martin - ma le è stato impossibile e dobbiamo semplicemente riconoscere che non è in grado di farlo». «Ero estremamente nervosa e faticavo persino a lavorare», spiega lei. Ora tenteranno in appello: «E' vero che ci sono regolamenti - dice la Issitt - ma possiamo offrire una buona casa. E questo i servizi sociali lo sanno. Perché non possono fare un'eccezione?». Fabio Galvano E' polemica per l'adozione vietata

Persone citate: Andy Capp, Eileen Wilson, Judy Hardman, Sharon Issitt

Luoghi citati: Inghilterra, Londra