S Patrignano nuovo giallo

Cronache E' stato operato alla milza: «Mi sono fatto male giocando» S. Potrignano, nuovo giallo Il giudice indaga su un giovaneferito RIMINI. «Sto facendo delle indagini: voglio verificare che cosa è realmente successo». E' quanto ha dichiarato il procuratore della Repubblica Franco Battaglino dopo aver disposto l'acquisizione degli atti relativi al ricovero all'ospedale di Rimini di Paolo Coccetti, 34 anni, romano, addetto al reparto idraulici della comunità di San Patrignano, al quale domenica pomeriggio i medici hanno asportato d'urgenza parte della milza. L'organo ha infatti subito gravi lesioni in seguito a un incidente avvenuto all'interno della comunità di Vincenzo Muccioli. Ai familiari, ai medici del pronto soccorso e alla polizia, Coccetti ha raccontato di essersi fatto male mentre giocava con gli amici allo «schiaffo del soldato». Si sarebbe quindi trattato soltanto di uno scherzo, anche se molto pesante. Il giovane, che è a San Patrignano da circa un anno, non ha intenzione di presentare querela. «E' stato un gioco - conferma la sorella maggiore da Roma mio fratello è disposto a firmare per lasciare l'ospedale e tornare a San Patrignano. Si sta gonfiando un caso che non esiste». Tuttavia, trattandosi di lesioni con una prognosi di oltre quaranta giorni, l'inchiesta procede d'ufficio. Franco Battaglino ha deciso di sentire nei prossimi giorni il giovane ope- rato alla milza e il medico della comunità. Anche se Paolo Coccetti minimizza l'episodio di cui è rimasto vittima, si aprono nuovi interrogativi sui metodi di «cura» dei tossicodipendenti e sulle regole di vita in vigore nella comunità di San Patrignano. Lo stesso magistrato ha chiesto una settimana fa il rinvio a giudizio di Muccioli per omicidio colposo. L'inchiesta è quella che riguarda la morte di Roberto Maranzano, ucciso a calci e pugni il 5 maggio del 1989 nel settore macelleria della comunità (il principale imputato è Alfio Russo, anche lui a San Patrignano). Il Procuratore della Repubblica ha motivato così la sua richiesta al giudice delle indagini preliminari: «Muccioli ha dato vita all'interno della comunità a un reparto punitivo nel quale si sarebbe potuto e dovuto fare uso di mezzi di costrizione al fine di ottenere non soltanto il distacco dalla droga, ma anche il rispetto di regole severe». E ancora: «Ha tollerato che nell'ambito di quel sistema venissero commessi atti di violenza fisica e morale e comunque omettendo qualsiasi controllo onde evitare eccessi». A carico del fondatore di San Patrignano c'è anche il fatto di aver messo a capo della macel¬ leria proprio il catanese Alfio Russo, «una persona - secondo Battaglino - con profonde turbe psicologiche di carattere violento e aggressivo, tanto da essere stato ricoverato in un ospedale psichiatrico. Una persona che della violenza aveva fatto un sistema terapeutico». Ad avallare la tesi dell'accusa c'è la perizia psichiatrica del professor Angelo Battistini, che dipinge Russo come una persona violenta e semincapace di intendere e di volere. L'accusa di omicidio colposo è una nuova tegola sulla testa di Vincenzo Muccioli, già accusato di favoreggiamento in omicidio volontario e occultamento di cadavere (il corpo di Maranzano era stato ritrovato a Terzigno, nel napoletano, a seicento chilometri di distanza dalla comunità). Muccioli sarà sentito dal gip Vincenzo Andreucci il 5 febbraio, mentre il 23 dello stesso mese verranno processati con rito abbreviato sette degli otto imputati per omicidio. Alla sbarra ci sarà anche Franco Grizzardi, che in un'intervista rilasciata a «Rete 4» ha fornito una diversa ricostruzione dei fatti. Secondo Grizzardi l'assassino non è Alfio Russo, bensì Lorenzo Lorandi, il «pentito» che ha permesso alla polizia di risolvere il caso. Ma questa versione non è stata confermata da nessuno degli altri imputati. [s. man.] Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di San Patrignano

Luoghi citati: Rimini, Roma, Terzigno