Cinque bambini giustiziati a Rio
Cinque bambini giustiziati a Rio BRASILE I corpi trovati dietro un supermercato. Freddati con un colpo in testa Cinque bambini giustiziati a Rio La polizia-, sono spacciatori uccisi dai complici SAN PAOLO. Cinque ragazzini fra i 13 e i 16 anni sono stati ammazzati ieri mattina dietro un supermercato alla periferia di Rio de Janeiro. Sono stati trovati tutti in fila, bocconi, con un pallottola nella testa. La polizia brasiliana ritiene che si sia trattato di un'esecuzione ordinata dai trafficanti di droga che dominano la «Baixada fluminense», la enorme periferia settentrionale di Rio, disseminata di favelas. Ma non si può escludere che a compiere materialmente la strage siano stati proprio elementi della polizia degli «squadroni della morte». I cinque corpi sono stati trovati ancora caldi, poco prima dell'alba, sul retro di uno «shopping center» all'imboccatura della via Dutra, l'autostrada che collega Rio a San Paolo. II fatto che tutti i ragazzini avessero addosso magliette di buona qualità e scarpe da ten¬ nis di importazione fa pensare che anch'essi facessero parte del grosso giro dei traffici di cocaina, che fa ormai il bello e cattivo tempo nella metropoli carioca. Si calcola che almeno cinquemila minorenni lavorino attualmente a Rio al soldo dei trafficanti. Un recente rapporto della Divisione antinarcotici (Dre) della polizia civile di Rio sostiene che almeno l'80 per cento della manodopera dei traffici di droga è affidato a ragazzini dai 7 ai 17 anni. La scelta è giustificata dal basso costo e dal fatto che per il codice penale brasiliano le persone con meno di 18 anni non possono essere condannate a pene superiori ai tre anni di reclusione. In seno alle tre maggiori organizzazioni di narcotrafficanti, il «Comando vermelho» (comando rosso), il «Tercer comando» (terzo comando) e il I «Comando neutro», in quoti¬ diana guerra fra loro, esiste un vero e proprio «iter gerarchico» che i minorenni possono seguire. In genere un bambino di sette anni viene assunto come «olheiro» (vedetta) per avvisare i capi con petardi o aquiloni, che poliziotti o persone estranee stanno entrando nella favela. Si può essere anche messi a lavorare come «vapozeiros» per mescolare nelle fabbriche clandestine la cocaina pura con sostanze da taglio e confezionare le dosi. Se poi si dimostra affidabilità e intelligenza si può diventare «aviao» (aereo), spacciatore fuori della favela, o «gerente» di un punto di vendita dentro la baraccopoli. «Si guadagna bene per un ragazzino brasiliano - osserva lo studio che indica salari mensili fra le 100 e le 500 mila lire - però si entra in un sistema in cui in media si vive molto poco». [Ansa]
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