Due colpi contro Carlo: panico a Sydney di Foto Reuter

Il principe non batte ciglio, la polizia blocca l'attentatore che protestava per i boat people Il principe non batte ciglio, la polizia blocca l'attentatore che protestava per i boat people Due colpi contro Carlo: panico a Sydney L'aggressore aveva una pistola a salve SYDNEY NOSTRO SERVIZIO Tutto si era svolto perfettamente fino alle 7.15 della sera. Il cielo era sereno e la folla - una volta tanto - era numerosa. Il pricipe Carlo d'Inghilterra, a suo agio e sorridente, si avvicinava al microfono per il suo discorso in occasione dell'«Australia day», la celebrazione che ricorda la nascita del Paese alla fine del Settecento. Poi, d'improvviso, sono risuonati due spari attutiti e nello spazio di una frazione di secondo la leggendaria impassibilità dell'erede al trono inglese è stata come sommersa e travolta da una gigantesca confusione. Gli spari erano diretti contro di lui e, subito, sono affiorati i ricordi di un passato tragico, quello degli attentati a Sadat, a Lennon e a Kennedy. Un uomo con un'arma in pugno stava per gettarsi contro Carlo, sul palco. E' arrivato a un paio di metri da lui prima che fosse circondato e afferrato da un nutrito gruppo di dignitari, guardie del corpo e poliziotti che lo hanno sbattuto a terra. Fortunatamente, è stato un falso allarme, dato che l'arma era un'innocua pistola da starter e i proiettili erano a salve. Ma l'impatto dell'episodio è stato di portata incalcolabile. La folla è stata colta completamente di sorpresa e ci sono voluti parecchi istanti prima che tra il pubblico qualcuno cominciasse a gridare, scatenando un'ondata di isteria collettiva. Ma nessuno è sembrato più confuso dei reporter, la maggior parte dei quali, dopo il primo sbigottimento, ha cercato di capire ciò che stava succedendo. «E' tutto sotto controllo», ha gridato un giprnalista australiano. E infatti le cose stavano così. La polizia ha subito immobilizzato l'attentatore, che, come si è saputo, si chiama David Kang ed è uno studente ventitreenne di origine cinese: voleva protestare per il trattamento riservato ai «boat people» cambogiani che raggiungono le coste australiane e vengono confinati in campi profughi. Su di lui le forze di sicurezza si sono avventate con tale impeto che non era più possibile distiguerlo nell'intrico dei corpi: alla fine, di lui emergevano solo un lembo di jeans e le scarpe da ginnastica. Mentre Kang veniva ammanettato e portato via, Carlo era stato invitato dal capo delle sue guardie del corpo, l'ispettore Colin Trimming, a spostarsi per un momento dal centro del palco. Comunque, è stato deciso che la manifestazione continuasse e che il discorso del principe avesse luogo: così, dopo appena qualche minuto, Carlo era di nuovo davanti al microfono, sempre perfetto e con un tremito quasi impercettibile nella voce. «Pensavo che sul palco stesse arrivando lo studente o la studentessa dell'anno per ritirare il premio», ha detto ironicamente, come se il trambusto fosse stato causato da un incidente insignificante, tipo un guasto all'audio. Poi, dopo il discorso, è cominciato l'inevitabile rincorrersi delle voci e delle ipotesi su quanto era successo. Un uomo, che si era trovato vicino all'attentatore prima che compisse il suo gesto dimostrativo, ha detto alla polizia che Kang teneva con sé una bandiera australiana e che aveva tra le mani dei fogli di carta che ha fatto a pezzi, spargendoli tutto intorno. Una donna, Janine Cook, anche lei seduta vicino a Kang, ha dichiarato invece di non aver notato in lui niente di speciale. «Era uno come tanti altri», ha spiegato. «E' successo tutto in un attimo. E' riu| scito a raggiungere il palco prima che me ne accorgessi». John Fahey, premier del Nuovo Galles del Sud, è stato uno dei primi a gettarsi addosso all'attentatore. Ha raccontato: «Quell'uomo è riuscito a salire sul palco prima che la maggior parte dei presenti ruscisse a rendersi conto di quanto stava avvenendo. Adesso bisogna ricostruire esattamente cosa è successo in quella manciata di istanti e stabilire quali sono stati gli ultimi movimenti di Kang». Fahey ha aggiunto che il principe Carlo non è sembrato affatto scosso dall'episodio. «Non si è lasciato certo impressionare. Non si è mai sentito in vero pericolo». E infatti, appena mezz'ora più tardi, Carlo era tra la folla a stringere mani. Il suo segretario Richard Aylard ha dichiarato che il principe sta bene e che non ha nessuna intenzione di cambiare il programma della visita. «E' un uomo dal sangue freddo», ha detto. Da parte sua, in un altro discorso, Carlo ha suscitato gli applausi quando ha dichiarato: «Io avrò sempre un enorme affetto per questo Paese». Edward Pilkington Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa» A sinistra, il servizio di sicurezza blocca l'attentatore A destra il giovane portato via dagli agenti [FOTO REUTER]

Luoghi citati: Australia, Galles, Italia, Sydney