«Torna a casa, lumacone» «il senatur: è un infiltrato della vecchia dc»

«Torna a casa, lumacone» «Torna a casa, lumacone» II senatur. è un infiltrato della vecchia de Onorevole Bossi, Mario Segni ha parlato: sto con Martinazzoli, l'accordo con la Lega salta, addio Polo... «L'ho appena sentito al Tg2». E che ne pensa? «Niente, me l'aspettavo». Come niente? «Massi!, tutto come previsto. Il lumacone bavoso torna sempre nella sua cavagna, se ne torna nella cesta democristiana». Dunque il suo Maroni ha lavorato a vuoto? «Ha lavorato benissimo. Lui era la lepre, i cani l'hanno inseguito e pam!: al primo colpo sono schiattati e il Mariotto si è liquefatto!». Traduzione? «Quello di Segni era un trucco, una mossa per neutralizzarci. Era il messaggero, l'infiltrato di Martinazzoli. L'avevo detto, no? Ero stato cauto: quel documento firmato da Segni era ambiguo, poteva essere anche carta buona per il cesso». E li finisce? «Lì finiranno anche Segni e Martinazzoli. Era tutto un trucco de per impantanarci. Ma vedrete, adesso partiremo a testa bassa contro le canaglie e la de non soprawiverà a queste elezioni». Addio Polo? «Addio a Segni e quel poletto con Martinazzoli: papalina in testa e termometro in bocca». E la Lega si prepara a correre da sola? «Un momento: ci sono i Neocentristi e Berlusconi...». Non è che faranno la fine di Segni, una sua botta e via? «Non credo. Adesso un Polo della Libertà ha più possibilità di esistere. Come si dice: si è fatta chiarezza». Prima del Tg2 con la notizia di Segni si è visto Berlusconi? «No». Possibile? Dalle 17,30 l'hanno ripetuto tutte le tv... «E io avevo da scrivere la relazione per il Congresso. Non l'ho visto, ma un amico mi ha telefonato per dirmi che sembrava il Mago Otelma. Non so... Però mi hanno mandato il testo del discorso». L'ha letto? «Sì, quasi tutto». Commento? «E' da vedere cosa significa. Valuteremo. Il problema è sempre lo stesso: capire se davvero esiste la possibilità di dar vita al Polo». Esiste davvero? «La Lega fa bene a stare in campana. L'unica forza liberista che vedo in giro al momento è solo la Lega Nord. In ogni caso non abbiamo nulla da temere». Però state in campana... «Ma di sicuro! Il gioco dev'essere chiaro, perché se sarà sporco sarà un dramma per chi l'ha giocato, vedi Segni». Con Berlusconi non si è mai incontrato. Ha riserve? «L'anticomunismo non basta, anche perché non esiste più il comunismo. Bisogna intendersi sulle cose da fare». Ieri Maroni è ripartito per Roma, riprende i suoi contatti con «pieno mandato» e «piena fiducia» come ha deciso il Consiglio Federale. Intanto la Lega che fa? «Per adesso anticipiamo i tempi, valutiamo i nostri candidati, e all'inizio di febbraio sarà il congresso di Bologna a decidere». Reazioni dalla base leghista? «I nostri militanti certi accordi con certi personaggi li vedono come il fumo negli occhi. Il rischio è di non far capir alla gente cosa sta accadendo e cosa potrebbe acca- dere dopo il voto. Ma da qui al congresso di Bologna sarà ben successo qualcosa!». Par di capire che nella Lega ci sia una forte tentazione alla corsa solitaria... «L'altra notte abbiamo cominciato a discutere le candidature che ci vengono presentate dalla base. Se un accordo elettorale con dovesse perfezionarsi il Consiglio federale ha un altro 50% di candidature da assegnare». Però al Nord avete già occupato tutti i collegi, vero? «Berlusconi, i neocentristi, ma anche Segni, i voti non li hanno: al Nord li ha solo la Lega. Rischiano di far molto rumore per nulla. Segni certamente...». Vero che si parla di un possibile accordo per le candidature di Vertone, Tremonti e Mario Monti? «Non ne ho mai sentito parlare, ma se stanno con Segni mi sembra un discorso chiuso». Previsioni per i prossimi giorni? «Nessuna. Io sto qui, in posizione strategica. Da come si stanno mettendo le cose, mi pare di vedere una Lega che può dare scacco matto a tutti». Giovanni Cerniti «Non ho visto Berlusconi in tv So che assomigliava al mago Otelma» Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha ricevuto ieri una rappresentanza del partito popolare, guidata da Mino Martinazzoli (sopra) e da Rosa Jervolino Russo. A lato, il leader della Lega, Umberto Bossi

Luoghi citati: Bologna, Roma, Segni