la Roma presa a pesci in faccia di Foto Ansa

Trecento ultras a Trigoria: lancio di rifiuti, ma i giocatori non erano presenti Trecento ultras a Trigoria: lancio di rifiuti, ma i giocatori non erano presenti la Roma presa a pesci in faccia La contestazione sfocia in scontri con le forze dell'ordine: due agenti feriti, cinque tifosi fermati Chieste le dimissioni di Mascetti e Pasquali, ma il vicepresidente De Martino: «Non è nulla di grave» TEPPISMO SOSPETTO Lm ROMA m AVEVANO promesso ed eccoli, puntuali. In trecento, armati di immondizia e pesci marci, all'assalto di Trigona. Si sono radunati con la «complicità» di una radio romana. Le solite facce: sono quelli che inneggiavano a Casillo quando l'imprenditore era in trattative per l'acquisto della Roma e minacciavano i suoi concorrenti. Sono gli stessi che, con Ciarrapico in prigione, se la prendevano con il vicepresidente Malagò, accusandolo di tradimento. E molti di loro non possono davvero lamentarsi della nuova gestione giallorossa: trasferte facili e biglietti omaggio come prima e persino più di prima. Così appare scandalosa la reazione 'dolce' della Roma. Il vicepresidente De Martino commenta l'accaduto come se si trattasse di una birichinata: «Gli avevamo detto di non venire... Ma questi tifosi sono la forza della società». Dovrebbe dirlo ai poliziotti bersagliati per due ore con ogni tipo di immondizia. L'assedio comincia alle 14,30. Davanti al cancello di Trigoria si ammucchiano gli ultras. In pochi minuti il muro di recinzione è coperto di scritte: «Undici vigliacchi», «Non siete la nostra Roma» le più tranquille. Poi un'infinità di insulti. I «capi» chiedono di poter parlare con i dirigenti: Sensi non c'è e allora decidono di passare alle maniere forti. Non li dissuade la presenza della polizia, anzi le divise devono sembrare un invito per il tiro al bersaglio. Sono andati a rovistare tra i rifiuti dei mercati generali. Arance e merluzzetti marci, uova, immondizie di ogni genere piovono su chiunque sia a portata, agenti, personale del centro sportivo, cronisti. E' più una dimostrazione di forza che una vera contestazione. I giocatori non ci sono, si sono allenati al mattino. Eppure dovrebbero essere i primi «colpevoli», se ce ne sono, dello scarso rendimento della squadra. Mazzone è a casa da un pezzo, il presidente Sensi pure. Uno striscione annuncia la minaccia già mantenuta: «Apesci in faccia». Un altro vuole le dimissioni di Mascetti e Pasquali e chiede: «Liberate Moggi». Insomma la squadra va male e gli ultras se la prendono con dirigenti della vecchia gestione. La polizia sopporta per un po'. Poi fa aprire i cancelli e disperde gli ultras. La pace non dura, i '<capi» guidano un nuovo assalto e questa volta c'è chi lancia pietre, mattoni, un cassonetto dell'immondizia. La risposta delle forze dell'ordine è immediata. Ai carabinieri si aggiungono gli agenti di alcune volanti: parte una raffica di lacrimogeni (vengono sparati una quindicina di colpi) poi la carica, manganelli in pugno. Il fronte degli ultras si spezza, qualche teppista cerca lo scontro. Il bilancio ufficiale è di due agenti feriti e cinque persone fermate. Sono le 15,30, la battaglia è finita. Non le sorprese però: poco dopo gli stessi agenti raccontano di essere entrati negli uffici della Roma e di aver trovato, comodamente seduti, proprio gli ultras più scatenati, quelli che avevano dato i maggiori problemi. Il peggio arriva con le dichiarazioni del generale De Martino. Nessuna condanna per l'accaduto, anzi è tutto un minimizzare, un comprendere degno di miglior causa: «Sono cose che non possiamo impedire. Questi rapporti con i tifosi ci saranno sempre, non possiamo sbatter loro la porta in faccia. Questa massa è la forza della società e negli altri club le cose non sono diverse. Sapevano che non avrebbero trovato i giocatori, li avevamo avvertiti. Ma era già tutto organizzato... Hanno chiesto dei dirigenti e poi, sì, gli animi si sono un po' scaldati. Il presidente Sensi è dispiaciuto. Ma non è successo niente di grave. Torneranno per l'allenamento di domani (oggi, ndr) mattina? Spero di no. Oltre tutto non è che i giocatori giochino meglio se li spaventi. E noi resteremo qui a Trigoria». Complimenti. Piero Serantoni km Gli agenti davanti ai cancelli di Trigoria. a terra gli oggetti lanciati dai teppisti [FOTO ANSA]

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