Sharon: com'è difficile farmi accettare vestita

La Stone in «Intersection» interpreta un nuovo ruolo La Stone in «Intersection» interpreta un nuovo ruolo Sharon: com'è difficile farmi accettare vestita SHARON Stone, la bella, perfetta, sensualissima Sharon arriva sullo schermo «tutta vestita». Una delle ultime star di Hollywood, sex symbol del cinema e molto fiera di esserlo (come non manca mai di ricordare l'attrice) era stufa di ruoli da vamp con poco addosso. Il suo destino l'aveva tracciato «Basic Instinct», nel '92. Il ruolo della protagonista Catherine Tramell, una donna molto emancipata sessualmente, contribuì a fare della Stone una stella e insieme un simbolo, quello della femmina fatale e cattiva, ma le rimase anche appiccicato addosso. «Sto cercando di fare qualcosa di diverso», spiega ora lei dall'Arizona, dove sta lavorando a un western intitolato «The Quick and the Dead»: «Sono proprio stufa di Catherine Tramell». Il film «diverso» in questione è «Intersection» di Mark Rydell, che è appena uscito negli Usa: la critica non ne ha parlato bene, ma per Sharon si tratta lo stesso di un traguardo importante. Nella pellicola ha il ruolo di una moglie efficiente, sebbene ricca di glamour. Una donna che nella storia - che parla di una coppia passa dai 20 ai 36 anni: una parte difficile, rischiosa. E con i vestiti addosso, anche in una breve e comica scena d'amore con Richard Gere. Ottenere il ruolo per Sharon è stato una vera e propria conquista. Il regista Mark Rydell racconta di essere stato completamente indifferente quando l'attrice gli chiese di partecipare al film. «Non ci avevo proprio pensato - dice -. Su Sharon avevo gli stessi pregiudizi di molta gente, per colpa della sua immagine e di tutta quella pubblicità...». L'attrice così fu costretta a telefonare a Rydell una dozzina di volte, prima che lui accettasse di vederla. Quando finalmente lo fece, il regista aveva intenzione di provarla non per la parte di Sally, la moglie fredda e abbandonata di Vincent Eastwood (Richard Gere), ma per quella della sua amante giornalista, che nella scena iniziale appare a letto, completamente nuda. C'era però Sherry Lansing, il capo della Paramount Pictures che produce il film, ad avere della Stone un'opinione diversa. «L'avevo vista subito dopo "Basic", prima che la sua celebrità diventasse così grande, e mi aveva fatto un'ottima impressione racconta -. Così le dissi: "Non andare dietro all'ovvio, alla parte dell'amante. Prendi in considerazione soltanto quella della moglie"». Sharon ascoltò il consiglio, e quando incontrò Gere e Rydell, insistette per interpretare la moglie. «Le chiedemmo di provare la scena in cui la donna ha un collasso, quando il marito le dice che vuole lasciarla - racconta il regista -. Vederla recitare fu un esperienza notevole». Il «test» durò quattro ore, la Stone ottenne la parte che voleva. E Lolita Davidovich fu ingaggiata per fare l'amante. A 35 anni, Sharon Stone è una delle maggiori star di Hollywood, insieme con Julia Roberts. Il suo ruolo tipico è quello della donna forte e capace, già dai tempi di «Atto di forza» (1990) e di «Year of the gun» (del '91). In questa luce, l'anomalia della sua carriera è stato «Sliver» dell'anno scorso, in cui interpretava una solitaria e vulnerabile manager editoriale. «Sliver» fu bocciato dalla critica, ma mostrò la capacità di Sharon di attirare pubblico con la sola forza del suo nome, cosa che solo pochissimi attori sono in grado di fare. Il film incassò cifre impressio¬ nanti: 12 milioni di dollari al primo week-end di programmazione, 36 milioni complessivi negli Stati Uniti, 78 milioni all'estero. La Stone arrivò ad Hollywood 15 anni fa. In precedenza guadagnava 500 dollari al giorno facendo la modella per la Ford, a New York. «Ho sempre voluto fare l'attrice», dice. Fin da ragazza, racconta, si sentiva fuori posto tra la classe lavoratrice della città di Meadville, Pennsylvania, dove era cresciuta: «Per loro, io ero incredibilmente bizzarra». A Hollywood, però, Sharon cadde nella trappola in cui erano già cadute molte giovani biondine. Film dopo film, continuò a interpretare ruoli da bimbetta svampita. Ne fece ben 16 prima di «Basic». Ci furono una parte senza parole, un bacio stampato sul finestrino di un treno in «Stardust memories» di Woody Alien e una performance comica in «Irreconciliable differences». «Ero disponibile - ricorda l'attrice -. Lavoravo regolarmente, facevo tre film all'anno, viaggiavo, mi comprai una casa. Era il mio sogno, ma, una volta arrivata, odiavo la mia vita. La odiavo». Dal 1986, la Stone con il suo nuovo manager, Chuck Binder, decise di concentrarsi solo su film firmati da registi di fama, prodotti nei migliori studios d'America. Nonostante questo continuò a faticare per ottenere le parti che desiderava. Allora aveva il problema contrario: una volta perse una parte perché un regista le disse che non era sexy. Per dare una smossa alla situazione, nel maggio '90 Sharon posò nuda su ima copertina di «Playboy», ritratta mentre succhiava un cubo di gelato. Dopo quel servizio tagliò i suoi onorari per ottenere una parte in «Atto di forza», quella della moglie di Schwarzenegger. Il regista era Paul Verhoeven, che poi diresse anche «Basic Instinct»: ma lei non fu la sua prima scelta per il ruolo della Tramell. Sharon però resistette dopo che stelle dopo stelle - tra cui Debra Winger e Geena Davis - avevano rifiutato il copione per la violenza e le scene di nudo. Il famosissimo momento del film, in cui la Sto- ■ ne fu ripresa esplicitamente senza mutande, fece in effetti di lei una delle attrici più chiacchierate di Hollywood. Dicendo che era stata ingannata da Verhoeven durante le riprese, l'attrice si garantì molta pubblicità: ma oggi ammette che quella scena fu una sua idea. Cambiare idea e rimangiarsi la parola sembra siano comportamenti normali per Sharon. Quando posò in topless per «Vanity Fair» lo scorso anno, e la rivista mise in copertina la foto, affermò ad esempio di essere stata truffata. Se Sharon ha dovuto svestirsi per guadagnarsi un riconoscimento come attrice, ora però vorrebbe essere trattata come Grace Kelly: «Ho fatto quelle foto per "Playboy" perché pensavo che avrebbero potuto creare calore intorno a me. Ma il fatto che io sia diventata famosa per "Basic Instinct" non significa che nel mio bagaglio professionale ci siano solo trucchi per catturare l'attenzione». Icr. ci I critici americani hanno accolto con riserva la sua trasformazione TT dì 26 Gennai o cechClLeta(4taddileca Sharon Stone in versione hard (a destra) e in versione «seria» (qui sopra)