L'esercito sbarca in Calabria e Campania

L'esercito sbarca in Calabria e Campania Il ministro Fabbri: folle chi pensava che avremmo rinunciato per modesti problemi di spesa L'esercito sbarca in Calabria e Campania Millecinquecento soldati, sorveglieranno gli edifici a rischio ROMA. I soldati vanno in Calabria e a Napoli. L'intervento dell'esercito ha funzionato in Sicilia, ora l'esperienza si estende. E' decisione di ieri, presa dal Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza: i militari daranno una mano alle forze di polizia per scorte e sorveglianza nelle strade. Mille bersaglieri della brigata «Garibaldi» nelle città calabresi; cinquecento uomini del reggimento Cavalleggeri «Guide» a Napoli. «Era folle - polemizza il ministro della Difesa, Fabio Fabbri - pensare che avremmo rinviato una decisione così importante per modesti problemi di spesa». In effetti c'era stata una polemica, sul problema delle spese. In Calabria, prefetti e magistrati chiedono da tempo l'invio di reparti dell'esercito. E però, nonostante l'emozione dei giorni successivi all'assassinio dei due carabinieri sull'autostrada a Scilla, era filtrata la notizia che non se ne sarebbe fatto nulla. Troppo costoso. Ma oggi, a decisione presa, il ministro Fabbri è polemico. «Era una voce totalmente destituita di fondamento. Ma figuriamoci. Per ogni mese di operazioni, mille soldati costano due miliardi e mezzo in più rispetto alla routine di caserma. I soldi che servono, li troveremo nelle pieghe del bilancio. E sono tutti d'accordo. Ne ho parlato personalmente con il sindaco di Napoli, Sassolino. Lui non voleva la militarizzazione della città. Ma ci siamo trovati d'accordo su una serie di obiettivi da proteggere». I mille bersaglieri che andranno in Calabria si occuperanno di presidiare i centri urbani. A Napoli, invece, sostituiranno gli agenti e i vigili urbani nella protezione del tribunale e di molti palazzi popolari che da poco sono stati sgomberati dei loro occupanti abusivi. Vengono dislocati i soldati nelle nuove regioni (più trecento militari che continuano a presidiare la frontiera con l'ex Jugoslavia). Diminuiscono invece i soldati di stanza in Sicilia. Da settemila che erano agli inizi dell'operazione, scendono a 5200. «Ma di fatto dice ancora Fabbri - sono già diminuiti negli ultimi tempi. Non allontaniamo un soldato più del previsto». La decisione è stata accolta con soddisfazione da parte di Guido Neri, procuratore generale della Repubblica presso la corte d'appello di Reggio Calabria, e da Guido Rhodio, presidente della giunta regionale della Calabria. [fra. gri.] Il ministro della Difesa, Fabio Fabbri

Persone citate: Fabbri, Fabio Fabbri, Guido Neri, Guido Rhodio