Assunto filosofia realizzata nell'arte di Gianni Vattimo
Il pensatore morto a Roma a 79 anni Il pensatore morto a Roma a 79 anni Assunto, filosofia realizzata nell'arte ROSARIO Assunto (morto ieri a Roma dopo essere stato a lungo professore di Estetica a Urbino e, Ida ultimo, professore di Storia della filosofia italiana alla Sapienza di Roma) era nato nel 1915, e appartiene a quella schiera di pensatori - filosofi, critici, teorici dell'estetica - che, avendo raggiunto la maturità negli anni del dopoguerra, ebbero un ruolo determinante nel rinnovare la cultura italiana dopo la caduta del fascismo e la scomparsa dei limiti che esso aveva imposto alla circolazione delle idee. Naturalmente, quella che un po' banalmente si usa chiamare l'egemonia idealistica, di Gentile e di Croce, non era stata poi così assoluta e chiusa come troppo spesso si pensa. Tuttavia, soprattutto nell'estetica e nella critica letteraria e artistica, la fine di questa egemonia ebbe conseguenze decisive. Se l'estetica idealistica si era applicata soprattutto ad affermare l'autonomia dell'arte (l'opera d'arte non era né vera né falsa, né buona né cattiva, né utile né disutile, ecc.), ora si ricominciava a vederne i nessi con la vita quotidiana, con la politica, con tutte le sfere dell'esistenza. Tale ricomposizione dell'unità dell'arte con la vita si compì soprattutto, spesso in modo alquanto rozzo, ad opera della critica e dell'estetica marxista. Ma in una forma più teoricamente fondata, questo fu anche il senso dei primi tentativi di introdurre in Italia la tematica del disegno industriale, e in genere di fondare un rapporto non conflittuale tra l'arte, da un lato, e la scienza e la tecnica dall'altro. E' soprattutto questo l'orizzonte in cui si mosse l'opera di Assunto, a partire da un libro di piccola mole ma dal significato teoricamente decisivo che egli pubblicò nel 1957 (nelle edizioni di Comunità, anche questo un particolare non privo di significato), e che porta il titolo emblematico di Forma e destino. In quegli anni Assunto era fresco di un'esperienza politica vicina agli intellettuali antifascisti del Par¬ tito d'Azione; ancora in anni recenti, quando le sue posizioni politiche si erano orientate decisamente verso una forma di conservatorismo amaro e disincantato, Assunto ricordava con molto humour, ma anche con affettuosa nostalgia, le sue sfortunate prove di comiziante nella Roma dell'immediato dopoguerra. In Forma e destino, e poi in una lunga serie di scritti di storia e analisi teorica dei problemi dell'estetica {L'integrazione estetica, 1959; La critica d'arte nel pensiero medievale, 1962; Il paesaggio e l'estetica, 1973; La città di Anfione e la città di Prometeo, 1983), sono rimaste sempre visibili le tracce di questo iniziale «impegno» politico di Assunto. L'estetica era per lui lo studio delle possibilità di una vita in cui la bellezza della forma fosse insieme effetto e causa di una esistenza sociale armoniosa e libera. L'arte doveva realizzare in forme visibili quella conformità al fine che la scienza scopre nella natura. Da Schelling, al cui pensiero aveva dedicato uno dei suoi libri più belli {Estetica dell'identità, 1962), Assunto aveva tratto l'idea che l'arte fosse il luogo in cui si mostrano sensibilmente, e in maniera più completa e persuasiva, le verità che la filosofia enuncia solo concettualmente. Negli ultimi anni erano cresciuti in lui la sfiducia e un atteggiamento polemico nei confronti del cattivo gusto e degli scempi della cultura e della produzione di massa. Aveva dedicato una serie di studi all'estetica del paesaggio, e specialmente all'arte dei giardini. I vari modi in cui, dal giardino alla francese del Settecento fino al giardino romantico ottocentesco e all'architettura di giardini più recente, l'arte media il rapporto dell'uomo con la natura erano per lui altrettante testimonianze di una civiltà autenticamente umana della quale, nel nostro presente, sembra che possiamo solo coltivare un nostalgico ricordo. Gianni Vattimo
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