Washington «no al piano dei francesi» di Enrico Benedetto

Washington Washington «No al piano dei francesi» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Accusata da Washington di avere «idee confuse» sulla Bosnia, Parigi non ha perso la calma, provando anzi a convincere Warren Christopher che occorre rilanciare l'iniziativa diplomatica e sul piano bellico non procrastinare eventuali rappresaglie aeree contro i serbi. Ieri attendevano-il numerose Usa tre tèteà-tète successivi: Alain Juppé (Esteri), Edouard Balla-dur e Francois Mitterrand. Inutile maratona. A tarda sera Washington ha respinto l'iniziativa francese di imporre a serbi, croati e musulmani un dispositivo sulla pace. Unico contentino, Christopher ha dichiarato che «gli Usa sono pronti a mettere in opera l'impiego della forza a Tuzla e Srebrenica qualora i responsabili militari lo reclamino». Secondo il segretario di Stato americano l'idea di imporre confini ai belligeranti «potrebbe portare logicamente alla proposta di impiegare truppe». Cosa che gli Stati Uniti non sono disposti. Da Sarajevo arriva un assenso. All'unisono i generali Briquemont, Cot e Rose (il britannico neo-comandante dei Caschi blu in Bosnia) domandano via libera per bombardare. La loro polemica verso l'Onu - e, in misura minore, i Dodici più gli Usa non svelenisce. Ma nello stesso giorno da Boutros Ghali arriva un'altra doccia fredda. In un'intervista all'«International Herald Tribune», il segretario generale Onu polemizza con la «comunità internazionale», la cui «assenza di volontà politica» saboterebbe la pace in Bosnia. ... Buotros Ghali si dice inoltre perplesso, dubbioso sulle reali intenzioni Nato, lasciando intendere che il ricorso alle bombe aeree potrebbe costituire uno spauracchio e null'altro. Ma si affretta ad aggiungere: impossibile escludere, qualora la minaccia si concretizzasse, «una escalation nei Paesi vicini, vale a dire Kosovo, Macedonia e forse gli interi Balcani». Una presa di posizione così dura irrigidirà senza dubbio i già difficili rapporti fra il Palazzo di Vetro e Parigi. Per aggirare l'ostacolo, la Francia suggerisce che Boutros Ghali affidi al suo più malleabile «delegato speciale per l'ex Jugoslavia» - il giapponese Yasushi Akashi - ogni potere decisionale su interventi aerei. Ma anche le altre capitali europee sono in gioco, a partire da Londra. Fresco di nomina, Rose ha dichiarato (in francese) «un totale accordo con il gen. Cot» nel suo voler avere le mani libere per colpire i serbi. Enrico Benedetto

Persone citate: Alain Juppé, Boutros Ghali, Edouard Balla-dur, Francois Mitterrand, Ghali, Warren Christopher, Yasushi