A Spielberg il «Globe» del dopo-terremoto
A Spielberg il «Globe» del dopo-terremoto In una Los Angeles ancora sconvolta, il premio avvicina il regista al suo primo Oscar A Spielberg il «Globe» del dopo-terremoto Trionfo di «Schindler's list», mentre Springsteen batte Bono LOS ANGELES. Quando è arrivato, il terremoto non si è domandato chi ci fosse sulla sua strada. La sua furia distruttrice ha colpito ovunque e, tra coloro che hanno avuto le case danneggiate e i nervi scossi, ci sono anche le star di Hollywood. Dopo cinque giorni di tensione, i Golden Globes sono stati dunque la prima occasione per farsi vedere in pubblico e ogni stretta di mano, inevitabilmente, veniva seguita da un inevitabile: «Dov'eri? Che cosa è successo alla tua casa?». Salito sul palco a ricevere un premio come migliore attore comico per «Mrs. Doubtfire», Robin Williams ha detto: «Sto tremando, sono i miei nervi, non la stanza. Le uscite di sicurezza comunque sono di qui e di là». Col passare delle ore, la premiazione organizzata dall'associazione della stampa estera a Hollywood è tornata al suo ruolo tradizionale. Una festa intima dove è importante andare per vedere e farsi vedere. E, soprattutto, il più preciso indicatore di quello che accadrà agli Oscar. Se sarà così anche quest'anno, allora Steven Spielberg ha di che essere contento, perché da ieri è più vicino a quell'Oscar che lo ha eluso per tutta la sua carriera. Ha ricevuto il Golden Globe come migliore regista. E il suo «Schindler's list», il film in bianco e nero sull'Olocausto, è risultato il «best film» (ha vinto anche per la sceneggiatura). «"Schindler" è l'apice della mia vita cinematografica», ha detto commosso il regista. «La cosa triste è che adesso non so più che fare». E ha aggiunto: «Un genitore non dovrebbe avere dei figli preferiti, ma ammetto che "Schindler" è di gran lunga il film che più amo. Sono pronto a scambiare cinque "Jurassic Park" per tutte le lettere che ho ricevuto dopo "Schindler"». E sull'episodio di San Francisco, dove un gruppo di studenti neri sono stati cacciati dalla sala perché ridevano degli ebrei che morivano? «Non possiamo incolparli. Quell'e¬ pisodio prova solo che molti ragazzi crescono completamente insensibili alla violenza. E' il loro Olocausto, ma non lo chiamano così». Passiamo alle altre premiazioni. Se «Schindler» è risultato vincitore della serata, Liam Neeson, il suo protagonista, è stato ignorato. Al suo posto, come miglior attore drammatico, il riconoscimento è andato a Tom Hanks, per «Philadelphia». Anche a lui è arrivata l'inevitabile domanda sull'Oscar, dove dodvà probabilmente vedersela con attori come Neeson, Anthony Hopkins, Daniel Day-Lewis, Harrison Ford. Ma quello che gli è stato chiesto è se è vero che sostituta Billy Crystal come presentatore. «Preferirei mettermi a parcheggiare le limousines, non ho bisogno di quel tipo di pressione», ha detto l'attore. La statuetta di migliore attrice è andata invece a Holly Hunter che, dopo Cannes, continua a mietere premi per «The piano», il film di Jane Campion che è forse l'unico che potrà fermare la marcia di Spielberg verso l'Oscar. La Hollywood Foreign Press divide la sua premiazione in dramma e poi in «Musical or comedy». E qui, come detto, la vittoria è andata a «Mrs Doubtfire» e a Robin Williams, il suo protagonista. Migliore attrice Angela Bassett, la straordinaria Tina Turner in «What's love got to do whit it». Alla cerimonia c'era tutta la Hollywood che conta. E c'erano anche due rockstar, Bono e Bruce Springsteen, in concorrenza per avere scritto la «migliore canzone» per un film. Ha vinto Springsteen, per «Philadelphia». «Spero che questo film e nel suo piccolo la mia canzone aiutino a combattere l'intolleranza nei confronti di chi è malato di Aids», ha detto il Boss. Intende lavorare ancora per il cinema? «Beh, questa è la mia prima esperienza e, devo dire, è stato un buon inizio», ha aggiunto stringendo il suo Globo d'oro. Lorenzo Sona
Luoghi citati: Cannes, Hollywood, Los Angeles, San Francisco
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