«I rapitori? Mai sentiti»

Luigi Mirandola era all'oscuro dell'odissea della figlia, sequestrata dal fidanzato conosciuto al telefono Luigi Mirandola era all'oscuro dell'odissea della figlia, sequestrata dal fidanzato conosciuto al telefono «I rapitori? Mai sentiri» Parla il padre della giovane del «144» VERONA DAL NOSTRO INVIATO «Quell'uomo? Mai sentito nominare. Non sapevo che mia figlia avesse un fidanzato. Del resto, lei vive per conto suo. E quando ci incontriamo, non mi dice tutto». Parla Luigi Mirandola, il padre di Maria Pia, la donna tenuta sequestrata a Roma da quel personaggio, Claudio Conti, che aveva conosciuto attraverso la linea telefonica del «144». Luigi Mirandola lavora come capo reparto nelle officine meccaniche del fratello Aldo, una delle più grosse aziende di Cerea, nella Bassa veronese. Come sua figlia sia finita dentro quell'avventura, dalla quale è uscita chiamando il «113», dice di non saperlo nemmeno lui. Maria Pia, raccontano a Cerea, è sempre stata molto riservata. «Una che si fa gli affari suoi». Impiegata nell'azienda dello zio, cinque anni fa decise di andare a stare da sola in un appartamentino, nel centro del paese. Un compagno, poi, lo ha avuto. Ma dicono che sia stata una relazione alquanto tempestosa. Una relazione, finita nell'estate scorsa, che deve aver lasciato un segno in Maria Pia: negli ultimi tempi, pareva piuttosto depressa. Di amici, Maria Pia Mirandola ne ha pochissimi. E per superare la solitudine s'è lasciata andare a quel gioco, a quel «party line» che s'è trasformato in un dramma, almeno secondo quanto ha raccontato lei alla polizia. Ce ne sono altri, a Cerea, che sono andati in cerca di emozioni sulle linee del «144». «Un modo nuovo - dice una ragazza per sentirsi in compagnia, per incontrarsi». Un incontro, per Maria Pia, che sarebbe diventato una trappola. Per suo padre, questa storia dell'uomo che l'ha tenuta segregata e voleva cinquecento milioni per lasciarla andare è tutta un'assurdità. E' come se lui cascasse dalle nuvole: «Mia figlia protagonista di un fatto del genere? Non ci posso credere». Ma la vicenda di Maria Pia era su tutti i giornali. «Io i giornali, di solito, non li leggo» ribatte. Non sapeva nemmeno che sua figlia era andata a Roma, per incontrare qualcuno? «Io no, assolutamente. Ho già detto che lei vive per conto suo, che se ne va dove le pare senza dire niente. E io non mi intrometto nelle sue faccende private». Luigi Mirandola afferma anche di non essere stato informato dalla polizia di quanto era accaduto a sua figlia. «Davvero, nessuno mi ha detto nulla». Ma forse Luigi Mirandola alza una barriera di riserbo per cercare di proteggere in qualche modo Maria Pia, ancora sotto choc. Di sequestro ha già sofferto, la famiglia Mirandola: Aldo, il titolare delle officine, portato via dai banditi nel dicembre del '75. Sedici giorni a pane, acqua e frutta. Poi il rilascio, dietro pagamento di settecento milioni. Aldo Mirandola venne raccolto da una pattuglia della polizia lungo la provinciale Ponte San Pietro Capriate, nel Bergamasco. «Sono quello che hanno rapito a Verona - disse - portatemi a casa». Ora è toccato alla nipote, tornare a casa dopo essere stata in balia di qualcuno. [g. m.] Claudio Conti, arrestato

Persone citate: Claudio Conti, Luigi Mirandola, Maria Pia

Luoghi citati: Cerea, Ponte San Pietro, Roma, Verona