«E' un periodo a rischio» «l'esperto: colpa delle abbondanti nevicate»

«E' un periodo a rischio» «E' un periodo a rischio» L'esperto: colpa delle abbondanti nevicate I CONSIGLI PELLE GUIDE ATTENZIONE al fuoripista. Ruggero Pellin, presidente delle guide di Courmayeur: «E' una moda, una mania, non lo so. Si esagera, a volte senza neanche prendere precauzioni, a volte persino quando è vietato. Bisognerebbe raccomandare alla gente che due tracce di nuovo non valgono la vita». Tre morti in Alta Val Brembana, a duemilatrecento metri. Un gruppo di sciatori in fuoripista travolti da una valanga. Che dire? Si possono dare consigli? Ci sono regole o precauzioni da prendere sempre? «La prima regola», risponde Ruggero Pellin, «è che la montagna bisogna conoscerla. E anche quando la si conosce può non bastare. Bisogna essere prudenti». Invece? «Invece, troppo volte non si conosce la montagna e si è pure imprudenti». E allora che cosa si può dire a quelli come noi, agli sciatori della domenica? «E' un discorso lungo. Innanzitutto, c'è da dire che siamo entrati in un periodo pericoloso. Una volta nevicava tanto, la gente frequentava la montagna, ma la conosceva. Oggi purtroppo non ci sono più ricordi. E certa gente va in montagna senza conoscerla. Parlerei di una disabitudine all'alta quota, ai suoi segreti, ai suoi pericoli. Non si fa neppure attenzione ai rischi elementari. Ad esempio: quest'anno è venuta giù tanta neve. E quelli che passavano in certi punti l'anno scorso senza paura non si rendono conto che adesso la situazione è cambiata, che la minaccia delle valanghe è più elevata». Ecco, ma a che cosa bisogna fare attenzione prima di mettersi gli sci sotto i piedi per fare del fuoripista? «Innanzitutto bisogna vedere se la neve è bene assestata, e poi occorre sapere se c'è stato del vento perché il vento in quota accumula neve, la porta giù, crea coperte di cartone fragili che quando vengono toccate dagli sci crollano. E non basta ancora, perché bisogna vedere se anche gli strati sottostanti sono assestati». E uno come fa ad accorgersi di tutte queste cose? «Se uno è esperto lo vede subito. Un professionista quanto meno ci dà un'occhiata. Anche loro però possono non accorgersi di certi pericoli. L'incognita è rappresentata dai canaloni, quelli che in estate accolgono lo scorrimento delle acque. Lì in inverno ci sono gli strati di neve instabile». E poi? Che altri consigli può dare? «Quando si va a sciare in una zona non conosciuta, ci si deve informare. Sapere se ha nevicato, se c'è stato forte vento. Il vento è importante, la gente se ne dimentica. Se c'è stato forte vento da Est, per esempio, avrà caricato la neve con un manto innaturale e allora c'è pericolo. E poi bisogna avere le attrezzature buone e gli apparecchi di ricerca». E se uno segue tutte queste indicazioni è a posto? «Ma no, assolutamente. Il fuoripista dev'essere vietato a chi non conosce la montagna. Ormai c'è troppo dilettantismo in giro. Io oggi ero a sciare e non sono uscito di pista perché non mi fido, in questo periodo. Si vede che la montagna è carica. E invece era pieno di gente che lo faceva lo stesso. Vanno, se ne fregano. E' pazzesco». E qual è il periodo meno pericoloso per fare fuoripista? «In primavera, con la neve trasformata. Ma sempre con le dovute cautele». Ir. cri.] Prima di avventurarsi su percorsi sconosciuti, occorre informarsi se ha nevicato e se c'è vento

Persone citate: Ruggero Pellin

Luoghi citati: Alta Val Brembana, Courmayeur