Valanga killer sulla comitiva di sciatori

Bergamo, tragedia in Val Brembana: la neve ha investito 15 amici impegnati in discese fuoripista Bergamo, tragedia in Val Brembana: la neve ha investito 15 amici impegnati in discese fuoripista Valanga killer sulla comitiva di sciatori Tre morti, quattro feriti BERGAMO. Una valanga ha ucciso tre alpinisti. Ieri pomeriggio, sulle montagne bergamasche. Un tuono, ed ò scesa giù, con un fronte largo fino a trecento metri, rotolando come un incubo per il ripido pendio, travolgendo cose e uomini, schiacciando verso valle un gruppo di quindici sciatori: 3 sono morti, altri 4 feriti (di cui due sono ancora in gravi condizioni). La sciagura e avvenuta durante una escursione di sci alpinismo, nelle ore più calde di una domenica piena di sole (tra le 13,30 e le 14), in una delle zone più belle delle Prealpi orobiche, la Val Sambuzza, una piccola valle che è un ramo secondario dell'alta Val Brembana. Monti dove la neve è sempre molta, nel periodo invernale, e dove il rischio di valanghe può essere anche elevato. Il gruppo di sciatori era partito nella prima mattinata. Escursione fuoripista in comitiva. E forse sono stati proprio loro a provocare la slavina, «tagliando» con il loro passaggio nella zona appena sotto il monte Chierico, poco a Sud del Passo di Publino, la massa nevosa. Tragedia dell'incoscienza? Forse, dice qualcuno dei primi soccorritori. Provincia di Bergamo, 2100 metri di altitudine. Qui, ripetono le guide, lo sci alpinismo è molto praticato. Un'avventura sportiva lontano dagli impianti di Carona. Raccontano i primi soccorritori che «la valanga si è scaricata all'improvviso a valle, facendo un grande rumore, con un fronte di circa 200-300 metri, e ha fatto «volare» verso il fondovalle, sette dei quindici componenti della comitiva». Per alcuni di essi, la fortuna è stata grande: sono stati favoriti, nella caduta, sbattendo contro alcune rocce, «perché in questa maniera», hanno spiegato a Carona, «sono stati ripuliti dalla massa nevosa, e poi sono approdati a valle con il volto rivolto verso il cielo». E questo ha consentito loro di poter togliersi la neve dalla faccia e di rivedere il sole. Per i nomi delle tre vittime della valanga non vi è ancora conferma ufficiale. Alla loro identità si è risaliti grazie ai documenti trovati negli zaini. Per l'ultima certezza, occorre attendere i riconoscimenti. Si tratterebbe di Alessandro Rudelli, 44 anni, architetto, da Bergamo; Riccardo Frattini, da Sarnico, Bergamo (e queste due salme si trovano all'obitorio di San Giovanni Bianco), Roberto Bresciani, 21 anni, Villongo (Bergamo), che ha cessato di vivere dopo essere arrivato nel reparto rianimazione dell'ospedale di Sondrio dove era stato trasportato da uno degli elicotteri impiegati nelle operazioni di soccorso. Quattro sono i feriti: uno è molto grave, Giampietro Algeri, 30 anni, abitante a Nembro (Bergamo), in prognosi riservata agli Ospedali Riuniti di Bergamo; è grave anche Maurizio Tengattini, 23 anni, elusane (Brescia), ricoverato all'ospeda- le di elusone (Bergamo) con prognosi di 60 giorni per la frattura della colonna vertebrale; infine due donne ferite, per fortuna in modo leggero, trattenute entrambe all'ospedale di San Giovanni Bianco, Miriam Parisi, di 30 anni da Nembro (Bergamo) ed Ermanna Previtali, di 41, da Spirano (Bergamo). Incolumi gli altri 8 componenti della comitiva. Le operazioni di soccorso sono scattate con grande tempe¬ stività: sul posto sono arrivate squadre dell'aeronautica militare con le unità cinofile, elicotteri della Aernord di elusone e del Sar di Milano Linate, squadre del soccorso alpino del Cnsa della provincia di Bergamo con il coordinamento generale dei soccorsi dalla base di elusone. Molti dei partecipanti alla gita avevano con sé il «salvavita», uno strumento che segnala la posizione dello sci alpinista proprio nel caso in cui sia inve¬ stito da una slavina: e i salvavita si sono rivelati preziosi per rintracciare subito il posto dove erano stati travolti gli sciatori. La comitiva era stata organizzata a Nembro, e tutti gli sciatori erano considerati abbastanza esperti. Nella provincia di Bergamo si ricorda una tragedia analoga avvenuta più di vent'anni or sono, allora sulla Presolana in alta Valle Seriane: si staccò una valanga che investì sette alpi- nisti che stavano effettuando una ascensione, li travolse tutti e li uccise. Quella di ieri è comunque una delle più gravi sciagure di valanghe in terra bergamasca. Tra gli incidenti degli ultimi anni va ricordato quello del 17 febbraio 1991 al Colle del Gigante sul Monte Bianco dove morirono dodici sciatori che si trovavano sulla pista di Pavillon. Amanzio Possenti Grazie ai «salvavita» trovato subito il luogo dov'erano sepolti i gitanti valbembranaI I soccorritori scandagliano la neve alla ricerca degli sciatori travolti in Val Sambuzza. La valanga si è scaricata all'improvviso a valle, con un fronte di 300 metri, che ha fatto «volare» verso il fondovalle sette escursionisti

Persone citate: Alessandro Rudelli, Giampietro Algeri, Maurizio Tengattini, Parisi, Previtali, Riccardo Frattini, Roberto Bresciani