Mastella: quelli del ppi volevano Silvio in lista di Augusto Minzolini

Mastella: quelli del ppi volevano Silvio in lista Mastella: quelli del ppi volevano Silvio in lista TRA FOLKLORE E VELENI L m ROMA " ULTIMA freccia avvele¬ nata contro l'ex segretario di un tempo, quel Mino Martinazzoli che non li ha voluti nel partito popolare, la scocca Pierferdinando Casini sul palco della prima kermesse nazionale del centro cristiano democratico, l'altro partito nato sulle ceneri della de, e la spiega Clemente Mastella ai cronisti. Martinazzoli fa lo schizzinoso con il loro padre putativo, Silvio Berlusconi? Beh, secondo loro le cose non stanno proprio così. «Martinazzoli nel primo incontro con Berlusconi - racconta Mastella - gli aveva proposto addirittura di candidarsi in un collegio per il partito popolare. Voleva nelle liste dei popolari il diavolo e l'acqua santa, Berlusconi e Nuccio Fava». Come in tutti i divorzi volano gli stracci tra ex coniugi e anche questa separazione tra de non fa eccezione. Anzi. Nella sala affollata della fiera di Roma c'è il pienone, ci sono duemila persone venute con i pullman da tutta Italia, quelle «claques» che nella vecchia de venivano chiamate «truppe cammellate». Lo scenario alla Fiera, naturalmente, è stato studiato per ricordare le assemblee democristiane, per dimostrare che i figli legittimi di quel partito sono loro e non gli altri. Rispetto ai popolari Casini, Mastella e D'Onofrio sono stati più accorti: loro hanno riempito la sala di garofani bianchi assenti l'altro giorno sul palco di Martinazzoli, e per essere sicuri si sono presentati alle telecamere anche con quel fiore all'occhiello. Poi si sono assicurati l'esecutore testamentario di Don Luigi Sturzo, quel prof. Palladino che per far piacere a Gianfranco Fini, ha dichiarato che il fondatore della de ogni settimana faceva dire una messa per Mussolini. E, ovviamente, i ccd hanno fatto il pieno dei vecchi funzionari de: c'è uno dei volti più noti tra gli uscieri di palazzo Sturzo, quello che cacciava i cronisti dalla ala del Cn, e c'è Santina, la segreria storica dell'ufficio stampa. . ultimo regalo, infine, ai nuovi , iel'ha fatto il Cavaliere che gli ■rantito la presenza di qualche di grido: alla fiera ha fatto :Franco Zeffirelli e «dulcis !!1 • Eleonora Brigliadori. «Certi mi piace - ha subito esclamai l'ex deputato de, Giovami! Merio, per dimostrare di avere : np]]e vene il "sangue calie:,;, uc meridionale - ma non posso dirle perché c'è mia moglie-, Sì, . emittenza ai suoi nuovi figli il, .t,lvVero bene. Lo ha confidati . he giorno fa anche al filosofo Buttigliene che lo aveva implorato ' .Rima volta di non scendere m II, .,ne politico. «Ormai non posi i ' ;irmi ta¬ dietro - gli ha spiegato Berlusconi mancherei di parola verso quei bravi ragazzi che per me se ne sono andati dalla de». E «i bravi ragazzi» ringraziano, eccome. Intanto sputando veleno su tutti quelli che sono rimasti nel partito popolare. Carmine Mensorio, dispensa battute crudeli, sullo stile dei vecchi peones de. «Martinazzoli ha fatto patire alla de - si sfoga - un destino peggiore di quello delle vesti di Cristo: almeno quelle se le spartirono i soldati sotto la croce, le spoglie della de sono state sparse al vento. E' tutto fini¬ to: anche Scalfaro adesso non può più muoversi dal Quirinale, di fatto è agli arresti domiciliari. Se Gava è venuto con noi? Ma quello sta all'ospedale di Milano, fa parte del gruppo che sta alle porte di San Pietro. E non mi dite che io non debbo allearmi con la Mussolini a Napoli, a me quella mi piace anche anatomicamente e io sono professore di anatomia». Di folklore de lì, alla Fiera, ce n'è davvero tanto. Ma loro se ne fregano. Né hanno paura di dire quello che faranno. Pasquale Biafora racconta che in Calabria è già pronto l'accordo con Alleanza Nazionale: «Che volete? Vogliono farlo anche quelli che sono rimasti nel partito popolare come Carmine Puja». E lo stesso Casini conferma che quell'intesa ci sarà: «Saranno accordi tecnici - dice - ma non potranno non avere anche un significato politico». Insomma, la ricetta per vincere il pds e, se non cambia, anche il partito popolare è già pronta: al Nord i ccd staranno con la Lega, l'unione dei laici e Berlusconi; al Sud con Berlusconi, laici e «accordi tecnici» con Alleanza nazionale. E Segni? «E' lui - dice pronto Mastella - che sta sbagliando. Se io fossi in lui non mi legherei mani e piedi al ppi, quelli sono pronti ad accordarsi con il pds per portare Prodi alla presidenza del consiglio. Io non riesco a capire come Mario possa fidarsi, quelli sono doppi: in quel partito, ad esempio, gli avvisi di garanzia valgono per tutti meno che per Mattarella. E vedrete che dopo aver sparato su tutti lo stesso Mattarella accetterà di stare insime a Mannino e a Puja. Eppoi tutti i vecchi stanno con loro: Gava ha fermato tutti i suoi che stavano venendo con noi». Ci risiamo, ancora quest'odio verso i vecchi fratelli. E come in tutte le separazioni non mancano le dispute sul patrimonio. «Questi racconta Fausti - hanno fatto tutto infischiandosene della legge, ma se il segretario amministrativo a questo punto tocca un soldo passa i suoi guai. Qui c'è un patrimonio di 200 miliardi e bisogna trovare un accordo. Ad esempio, perché non ci danno la sede di Piazza Nicosia che è chiusa? Non è neanche loro, è in affitto e noi non abbiamo un posto dove riunirci». Augusto Minzolini Nel divorzio dei de anche la disputa sul patrimonio: «Sono 200 i miliardi da spartire, guai a chi tocca una lira» A sinistra Francesco Cossiga A destra Eleonora Brigliadori e il presidente Alitalia Michele Principe

Luoghi citati: Calabria, Italia, Napoli, Roma