UNA PAGODA DI CRAGKERS

UNA PAGODA DJ CRAGKERS UNA PAGODA DJ CRAGKERS IT] giochi che come questo I | rinunciano alla severa presenza del notaio, devono rassegnarsi all'acJLI cusa di egocentrismo capriccioso. Perché mai diamo oggi il primo posto alla lettrice Enrica Carette? Perché è torinese? No, perché ci consente di tornare un momento su Isaac B. Singer, grande e ironico romanziere della colpa, di cui nel nostro libro abbiamo colpevolmente segnalato un solo incipit. Ecco quest'altro: «Io venni educato sulla base di tre lingue morte. L'ebraico, l'aramaico e lo yiddish (che alcuni non considerano affatto una lingua)». Altra colpa, altra riconoscenza verso il lettore Emilio Bottale di Vigevano, che invia un incipit invogliantissimo, e da noi trascurato, di Max Frisch: «Dovrebbe essere possibile costruire una pagoda di crackers». (L'uomo nell'olocene). Giriamo il suggerimento al Mulino Bianco. Infine, per pura, diciamo, complicità sentimentale, e con l'avvertenza che la trasgressione non potrà essere invocata come precedente in futuro, diamo il terzo posto a Elisabetta Cazzola, di Borgo San Lorenzo, che propone l'incipit di una canzone di Paolo Conte: «Mocambo, serrande abbassate, pioggia sulle insegne delle notti andate, ma dipenderà...» (Gli impermeabili). Come resistere alla tentazione di premiare, avendone minuscola opportunità, quella voce, quei baffi? [F. & L.] \f

Persone citate: Elisabetta Cazzola, Emilio Bottale, Enrica Carette, Max Frisch, Paolo Conte, Singer

Luoghi citati: Borgo San Lorenzo, Vigevano