Vertenza Fiat nel cuore della città di Enzo Bacarani

38 Gli impiegati hanno sfilato in un lungo corteo da corso Marconi in Comune Vertenza Fiat nel cuore della città Ricevuti da Castellani e in prefettura Una sede Adi per il comitato quadri Impiegati, quadri, tecnici e operai della Fiat ieri mattina hanno sfilato per le vie di Torino. Alle 9,30 sotto la sede di corso Marconi erano un migliaio, poi il corteo man mano che procedeva si è ingrossato, si sono aggiunti altri lavoratori e studenti e sono giunti davanti al Comune in circa duemila e cinquecento. Il sabato precedente i «colletti bianchi» erano partiti in sordina: cinquecento persone silenziose. Ieri il corteo è stato più numeroso e più vivace con gli slogan a rompere il freddo: «Impiegati, operai uniti nella lotta/il posto di lavoro non si tocca»; «Né cassa integrazione, né mobilità/vogliamo i contratti di solidarietà». Loden, «Barbour», pellicce sfilano accanto ad alcune giacche a vento degli operai che hanno portato la loro solidarietà. C'è anche uno striscione della Coldiretti e, in testa al corteo, il comitato spontaneo, guidato da Vittorino Taruffi e Maria Teresa Arisio, ci sono le bandiere della Cgil e ci sono alcuni sindacalisti della Fiom, il segretario regionale Pietro Marcenaro e il responsabile del settore auto Ugo Rigoni, che non vogliono interferire, ma dare il loro sostegno. Il corteo parte da corso Marconi, attraversa via Nizza. In piazza Carlo Felice il ministro delle Finanze, Franco Gallo, con la scorta della Guardia di Finanza si trova bloccato dalla manifestazione. Il caposcorta è impaziente, c'è un diverbio con i manifestanti, tempestiva interviene la polizia, dirotta la scorta. Attimi di tensione, poi rientrati. Alcuni impiegati alle prese con il primo corteo della loro vita discutono: «Perché ci fermiamo?», «Ma perché nei cortei si usa così, non lo sai?», «Non ha senso», «Ma siamo in un corteo, mica ad un funerale», «Signora, che cosa fa lì, venga avanti con quello striscione». ((Siamo tanti, (a manifestazione è riuscita - spiega Taruffi, la sciarpa beige sul loden verde -, il nostro scopo è di sederci al tavolo delle trattative». Sotto al municipio ci sono i lavoratori della Robe di Kappa, anche loro in corteo per difendere il posto di lavoro. La delegazione del Comitato consegna al sindaco Castellani una lettera: «Ci proponiamo di salvaguardare i diritti della nostra categoria, anche partecipando in parallelo con le federazioni sindacali al tavolo delle trattative con azienda e governo. Rifiutiamo soluzioni come cassa integrazione e mobilità esterna. Chiediamo di poter analizzare la validità del piano industriale Fiat e di poter verificare la possibilità di soluzioni alternative che meglio conciliano esigenzt; sociali ed economiche. Chiediamo di non disperdere le nostre capacità professionali che sono quelle che hanno contribuito a far grande l'azienda. Se errori sono stati fatti dall'azienda, chiediamo che a pagare sia chi ne è stato direttamente responsabile». Una delegazione del comitato si reca in prefettura dove viene ricevuta dal viceprefetto Forlani che assicura un suo nuovo intervento ufficiale. Taruffi è soddisfatto, si guarda intorno: «Finalmente si vede la nostra vera anima, finalmente diciamo cosa veramente sentiamo. E questo ci dà più forza». La delegazione torna in Comune e viene ricevuta dal sindaco Castellani e - sorpresa - il sindaco trova nella delegazione il deputato della Lega, Mario Borghezio infiltratosi tra gli impiegati: «E lei che cosa ci fa qui?», domanda il sindaco, e poi rivolto ai lavoratori Fiat: «Attenti a non farvi strumentalizzare». Il Comitato spontaneo di quadri, tecnici e impiegati Fiat ha bisogno di una sede, di un telefono per organizzarsi. Il sindaco, che sa-, peva già del problema, ha preso contatti con alcune associazioni. Le Acli sono disponibili a fornire una sede. Tra la folla dei corteo alcuni casi emblematici, come quello di. Lorenzina Sola, impiegata di 46 anni: «Sono divorziata con un figlio di 16 anni e vorrei sapere come faccio a vivere con un milione al mese. Avevo comperato un alloggetto di due camere grazie all'anticipo della liquidazione e al mutuo e acquistato un'auto Fiat con rateazione Sava. Ora devo pagare 450 mila lire al mese di mutuo, 250 mila lire di rata dell'auto, più condominio, riscaldamento, luce e gas. Mio figlio studia, come mangeremo?». Enzo Bacarani

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