«Scarface» così il grande Hawks raccontava i Borgia di Chicago di Lietta Tornabuoni

r TIVÙ* & TIVÙ' «Scarface»: così il grande Hawks raccontava i Borgia di Chicago UNA moneta che saltella nel palmo d'una mano, arie d'opera, la piccola faccia ghignante e seducente di Paul Muni: con «Scarface», gangsters-movie 1931 ispirato alla vita di Al Capone, poi rifatto dieci anni fa da Brian De Palma con Al Pacino, comincia stasera sulla terza rete televisiva della Rai, alle 23,45, in lingua originale con sottotitoli, una serie di sedici film di Howard Hawks, grande cineasta americano. Nella sua carriera durata con perenne successo quasi cinquant'anni (diresse il primo film, muto, nel 1926, e l'ultimo, «Rio Lobo», nel 1970), raccontata in bei libri da Peter Bogdanovich e da Joseph McBride, circondata dagli Anni Sessanta dalla più alta stima della critica europea e dei «Cahiers du Cinema», Hawks ha diretto forti film d'azione e commedie scintillanti, ha frequentato ogni genere cinematografico, ha avuto come protagonisti i divi più divi: Gary Cooper, Cary Grant, Carole Lombard, Marilyn Monroe, John Wayne, Montgomery Clift, Katharine Hepburn, Ginger Rogers, Kirk Douglas, l'in¬ sostituibile coppia Bogart-Bacall. Nella storia del cinema è un classico («ossia fuori discussione, fuori da tutte le scuole», definiva Borges); secondo Bertrand Tavernier, «Hawks è una specie di Hemingway senza la guerra di Spagna e con un senso geniale della commedia». Nato nell'Indiana nel 1896 da una famiglia d'industriali, Hawks morì a Palm Springs nel 1977; prima del cinema s'era appassionato all'aviazione e all'automobilismo sportivo, aveva partecipato come istruttore d'aviazione alla prima guerra mondiale; era un uomo ricco, conservatore, sdegnoso, sicuro di sé, donnaiolo e virilista, un pragmatico senza indulgenze del cuore; tra i suoi film, che spesso si ripetono o si duplicano, vanno ricordati «Ventesimo secolo», «Susanna», «Acque del Sud», «Il grande sonno», «Il fiume rosso», «Un dollaro d'onore», «Gli uomini preferiscono le bionde», «El Dorado»; fu il suo «Sergente York» con Gary Cooper, primo film americano arrivato nel 1944 a Roma subito dopo la liberazione durante la seconda guerra mondiale, a in¬ segnare o a ricordare agli spettatori italiani, che a lungo ne erano stati privati, cosa fosse il cinema americano (e anche la propaganda). Il ciclo curato da Vieri Razzini e Cesare Petrillo con la collaborazione di Nadia Paladini presenta da oggi ogni domenica sera molti dei film citati; offre il solito inconveniente (l'orario notturno che, anche nel raro caso di puntualità, fa terminare i film oltre l'una del mattino, e che li riserva agli insonni, ai non-lavoratori oppure ai proprietari di videoregistratore); consente di apprezzare meglio in un contesto coerente anche film spesso passati distrattamente in tv, e si spera quindi che né programmi elettorali né trasmissioni debordanti inducano a interrompere il ciclo Hawks. «Scarface», che dà inizio alla serie, venne a lungo bloccato dalla censura e fu il primo successo mondiale del regista. La sceneggiatura di Ben Hecht aveva l'ambizione di raccontare una famiglia mafiosa italoamericana «come se si trattasse dei Borgia di Chicago» Lietta Tornabuoni oni |

Luoghi citati: Chicago, Indiana, Palm Springs, Roma, Spagna