«Chi non è cattolico non è grande scrittore»

«Chi non è cattolico non è grande scrittore» Scende in campo Sommavilla: polemico saggio del gesuita «Chi non è cattolico non è grande scrittore» ~jr| ROMA I capolavori di narrativa e i poesia possono essere 1 scritti solo da cattolici. Se gj sono opera di scrittori appartenenti ad altre religioni, è solo perché gli autori si erano comunque avvicinati alla Chiesa. Parola di Guido Sommavilla, il gesuita che rappresenta un'autorità riconosciuta nella critica letteraria cattolica. E non è neppure vero, aggiunge, che con la riforma protestante i cattolici siano stati surclassati dai protestanti e dai laici. Padre Sommavilla sostiene queste tesi in un saggio contro il «complesso d'inferiorità» dei cattolici, sul prossimo numero della rivista Studi cattolici. Il critico, celebre per aver messo «all'indice» Umberto Eco, Gianni Vattimo e Emanuele Severino, cerca ora di dimostrare, attraverso i secoli, che il meglio della narrativa viene dal cattolicesimo. Il più grande scrittore di lingua latina? Non è Cicerone ma Sant'Agostino. Il più grande di lingua greca? Non Platone o Tucidide ma Origene, un Padre della Chiesa. Per tutto il medioevo «la migliore se non l'unica letteratura è frutto del cattolicesimo». L'Islam di fronte ai capolavori cristiani «non ha da innalzare che qualche buona sura coranica e le Mille e una notte», l'ebraismo «meno ancora». L'annuncio del nuovo saggio arriva a 24 ore di distanza dall'attacco proprio contro Eco, Vattimo e altri filosofi «cattivi maestri» lanciato da Pierangelo Vassallo, ex collaboratore del cardinal Siri. Che intanto replica stizzito a Sergio Quinzio, uno dei suoi obiettivi polemici. Il filosofo aveva dichiarato di non conoscerlo. E Vassallo tramite l'agenzia AdnKronos gli ricorda che una volta ricevette proprio da lui una lettera di ringraziamento per una recensione. Quinzio deve averla dimenticata. Tipica perfidia da «cattivo maestro»? [r. ci

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