La forza evocativa del cornetto; così non parlò don Bosco di F. Cecc

La forza evocativa del cornetto; così non parlò don Bosco AL GIORNALE La forza evocativa del cornetto; così non parlò don Bosco Una madeleine ministeriale Spezzo una lancia a favore del sig. Traverso (La Stampa del 19 gennaio) e contro il mio concittadino sig. Catinari (ibid. 13 gennaio). A prescindere dalla querelle filologica sulla parola «cornetto», ritengo che il termine, pur se italianissimo (e forse nato sotto il fascismo, quando il cognac divenne «arzente»), sia senz'altro brutto. Non tanto per ragioni di cacofonia, bensì proprio perché rievoca un'atmosfera «romana» ovvero romanesca, se non romanaccia. Come la madeleine di Proust scatena la recherche, così il «cornetto» intinto nell'inseparabile «gappuccino» rievoca cortei di ministeriali sfaticati all'assalto del «baretto» preferito. Signor Traverso, lei ha proprio ragione; lo vedreste mai un post-yuppie faccendiere e trussardiano chiedere un «cornetto»? Non sia mai: meglio il «croissant», o, con un tono meno raffinato, la «brioche» (ricordate Zuzzurro e Gaspare?). Certo, a Roma come a Torino i baretti restano un po' sudici: possiamo consolarci ricordando che solo in Italia esiste il bidet. O semicupio? Salvo Mazzara, Roma Se il diavolo ci mette la coda Qualche tempo fa su La Stampa si attribuiva a Don Bosco l'espressione: «Il denaro è lo sterco del diavolo, ma concima così bene!». Si poteva pensare a un infortunio. Si sa, non sempre i giornalisti controllano l'attendibilità deDe loro fonti di informazione. Soltanto che su la Repubblica del 14 gennaio 1994, p. 6 si fa esattamente lo stesso. E chissà se altri giornali... Mi permetto allora di precisare che repressione suddetta - letterale o ad sensum - non è reperibile in nessuna pagina dei 37 volumi delle Opere Edite di Don Bosco, dei 19 volumi delle Memorie Biografiche, dei 4 volumi dell'Epistolario e delle decine e decine di biografie dell'educatore di Torino. Cercare per credere. Dove si trova allora? Da nessuna parte, in Don Bosco. E si può anche escludere che qualche esploratore di archivi e biblioteche la possa in futuro rintracciare. L'espressione verbale è estranea alle abitudini linguistiche di Don Bosco; il contenuto poi è ben diverso, per non dire pressoché contrario, a quanto D. Bosco pensava a proposito del denaro. Se poi si volesse cercare a tutti i costi «Chi l'ha detto», Francesco Bacone potrebbe forse saperne qualcosa, Giovanni Papini probabilmente molto di più... Si chiede pertanto di intervenire adeguatamente sul ./ite dei pensieri «pronti per l'uso» dei giornalisti. Francesco Motto, Pisa Se l'indagato sale in cattedra Giornali e Rai ci hanno informato che l'on. La Ganga ha chiuso i suoi conti con la giustizia con una modesta condanna (che non sconterà) e restituendo solo una parte (chissà perché) delle tangenti ricevute. Ha poi dichiarato che intende lasciare la carriera politica per ritornare all'insegnamento. La notizia mi ha fatto ricordare lo storico episodio del famoso direttore d'orchestra tedesco a cui, in occasione della sua prima esibizione dopo la guerra a New York, la comunità ebraica come civile protesta fece trovare la sala completamente vuotr. «Si parva licet componere mag ■«•o come sareb¬ be bello se al pnn.u .egresso in cattedra del professor La Ganga l'intera scolaresca si alzasse ed in assoluto silenzio abbandonasse l'aula. Sarebbe una lezione di dignità per la scuola e per tutti, forse anche per lui. Paolo Bollini della Predosa Torino Astrologia e polemiche Le scrivo in risposta allo smodato ed impreciso attacco dell'onorevole Tullio Regge pubblicato su La Stampa ( 15 gennaio, diari da Bruxelles). Sì è vero, ero presente alla riunione della Cert (Commissione per l'Energia, Ricerca e Tecnologia), di cui sono membro da dieci anni in quanto ex docente di Politica della scienza e della tecnologia presso l'Università di Manchester. Tuttavia non è vero che mi facessi illusioni sull'appartenenza politica dell'onorevole Regge, in quanto scrivo regolarmente su «Rassegna» e sono intervenuto in riunioni del pci/pds in diverse città italiane nel corso di questi anni. Sapevo quindi a quale gruppo politico appartenesse l'onorevole Regge. Quello che mi preoccupa è che tali relazioni possano essere strumentalizzate dalla stampa scanda¬ listica per boicottare l'azione del Parlamento Europeo contro i governi incapaci di affrontare i veri problemi dell'Europa. Purtroppo i miei timori si sono dimostrati fin troppo fondati. Il polverone sollevato da questa relazione ha affossato altre relazioni e risoluzioni ben più rilevanti per i cittadini europei, come quelle sulla crescente disoccupazione (presto si toccherà il tetto dei 20 milioni di senza lavoro), sul dilagare del razzismo e della xenofobia, sul problema della concorrenza industriale col Giappone e gli Stati Uniti. Nella peggiore delle ipotesi, questa relazione dà speranze ai «contattisti», grazie al riferimento alla teoria secondo cui «non è escluso che gli alieni abbiano stabilito una base nella fascia degli asteroidi». Nella migliore delle ipotesi, dall'argomentazione di Regge si può dedurre che la Comunità Europea debba finanziare la ricerca su questo fenomeno, considerato il gran numero di persone che credono agli Ufo. Di conseguenza la stessa argomentazione varrebbe anche per la numerologia, la teoria della Terra piatta, l'astrologia, ecc. Sono certo che non solo i «tromboni», ma tutta l'orchestra dell'opinione pubblica europea accoglierebbe con sgomento la proposta per la creazione di un istituto europeo di astrologia... Glyn Ford, MPE Risponde Tullio Regge: Il collega Ford mi accusa di aver sollevato un polverone nella stampa con la mia relazione sugli Ufo, ma omette di dire che il polverone io ha sollevato lui stesso gridando allo scandalo e per motivi puramente demagogici. La sua affermazione secondo cui detta relazione ne avrebbe affondato altre più importanti è un'esagerazione priva di senso. Nella stesura ho citato vari argomenti tutti contrari all'ipotesi che gli Ufo siano di origine extraterrestre e la frase citata da Ford è riferita fuori dal contesto, una tecnica ben nota per cambiare le carte in tavola. Infine Ford fa finta di dimenticare che nella mia relazione rigetto la richiesta fatta da Di Rupo per la costituzione di un Centro europeo e che propongo invece e più semplicemente di dichiarare istituzione attendibile il Sepra, regolarmente utilizzata dalle Forze aeree francesi, escludendo tassativamente l'uso di fondi comunitari. Con gran fac¬ cia tosta lo stesso Ford continua ora ad accusarmi di voler finanziare ricerche sull'astrologia. Durante la citata riunione della Cert, una delle pochissime se non l'unica a cui ha partecipato, e per molto tempo dopo, il collega Ford poteva benissimo proporre emendamenti in cui venissero tenute nel dovuto conto le sue idee, ha preferito invece la via della demagogia. Dai suoi interventi deduco solamente che è sua abitudine reinventare di sana pianta i rapporti con lo scopo di farsi pubblicità e tenere il pubblico nella più crassa ignoranza ed indifeso dalle scorrerie dei ciarlatani. Popolare ma non nuovo In questo momento di totale smarrimento e disorientamento politico, sarebbe necessario - anche se non sufficiente - porre maggiore attenzione nel dare notizie all'ormai frastornato lettore e, prossimamente, elettore italiano. Coloro che sono abilitati a redigere note di cronaca, dovrebbero meglio documentarsi sugli argomenti che intendono trattare. Mi riferisco alla superficialità dell'articolista Filippo Ceccarelli, che nell'edizione di mercoledì scorso della Stampa, a pagina 4, riporta testualmente: «... né tantomeno con quel folcloristico partitino popolare che si ritiene il depositario del nome (e che nel 1975-76 i servizi segreti rivoltarono come un calzino nella spassosa inchiesta di M. Fo. Biali)». La citazione riportata in ossequio alla correttezza di informazione - riguarda il «Nuovo partito popolare» di Mario Foligni di Roma, e non certamente il nostro parito pulito a tutti i livelli e composto da uomini decisamente responsabili dell'attuale, difficile momento politico. prof. arch. Voltruno Morani Segretario Politico Nazionale Sì, effettivamente ho sbagliato partitino. Il ppi che contende l'uso del nome alla ex de nasce dopo il nnp di cui peraltro Volturno Morani ha fatto parte alla metà degli Anni 70. [f. cecc]