L'ira del preside sui fidanzati
Potenza, il responsabile dell'istituto tecnico: hanno sfidato l'autorità, non siamo al night Potenza, il responsabile dell'istituto tecnico: hanno sfidato l'autorità, non siamo al night Lira del preside sui fidanzati A scuola mano nella mano, sospesi POTENZA. Studenti, attenti alle effusioni a scuola. Anche le più innocenti possono provocare guai, specie se farà testo il caso di Potenza di questi giorni. Due ragazzi, Maurizio Postiglione e Manuela Capriglione, 18 anni lui, 17 lei, hanno rimediato rispettivamente tre e due giorni di sospensione perché a fine orario scolastico scendevano, mano nella mano, per le scale dell'istituto tecnico commerciale Leonardo da Vinci dove frequentano il quarto anno. Il preside, Riccardo Latella, ha trovato l'atteggiamento dei ragazzi «poco consono all'ambiente», ed è stato inflessibile, specie dopo che la coppia ha ignorato l'invito (o l'imposizione) a tenere ognuno le proprie mani per sé. Maurizio e Manuela hanno invece proseguito verso il portone d'uscita «sfidando l'autorità» secondo il preside che ha comminato la pena: tre giorni a lui «per comportamento scorretto» e due a lei «per comportamento irriguardoso».In verità Maurizio ha pagato di più perché ha perfino osato rispondere. L'episodio, che risale a venerdì della scorsa settimana, è divenuto di pubblico dominio non tanto per le reazioni scontate dei ragazzi, ma per lo sconcerto dei genitori ed anche dei concittadini. «Intanto i due non stavano mano nella mano - ha spiegato il preside, ma avevano le braccia incrociate, e c'era il rischio che inciampassero, facendo magari cadere anche gli altri». E aggiunge: «La scuola non è un night, è un luogo di cultura». Comunque, affinché non si abbia di lui un'immagine da uomo d'altri tempi, spiega che «la punizione non è stata inflitta per questo, ma perché i due non hanno ubbidito, mostrando di non tenere in nessuna considerazione l'autorità del preside», Una circostanza questa confermata anche da Maurizio, che è tornato tra i compagni di classe dopo tre giorni di sospensione come il piccolo eroe che non si è piegato alle intimazioni autoritarie. Capelli corti, barba rasata, sostiene con calma le ragioni sue e della sua ragazza. Ribadisce che stavano «mano nella mano e non come dice il preside», che non facevano nulla di male, che non volevano sfidare nessuno, e che quindi sono stati puniti ingiustamente. Certo hanno sfidato l'autorità non ubbidendo ma Maurizio si giustifica: «Non avevo scelta, era una questione di orgoglio, se avessi ubbidito avrei fatto una brutta figura con la mia ragazza». Insomma una questione d'onore prima ancora che un problema di diritti. E così mentre mano nella mano con Manuela si dirigeva verso il portone della scuola, sotto lo sguardo irato e stupito del preside, ha detto a bassa voce, ma in modo che tutti lo sentissero: «Io la mano non la lascio». Parole confermate dal capo d'istituto che proprio per questa insubordinazione all'autorità costituita ha fatto scattare la punizione. Che è sembrata eccessiva anche ai genitori di Manuela, il cui padre Maurizio Capriglione, commesso in una farmacia della città, ha voluto incontrare il preside per saperne di più ma soprattutto per sdrammatizzare: «Sono ragazzi - ha detto - si vogliono bene, e in fondo che cos'hanno fatto di male?». [e. s.] Ma i genitori difendono i ragazzi
Persone citate: Leonardo Da Vinci, Manuela Capriglione, Maurizio Capriglione, Maurizio Postiglione, Riccardo Latella
Luoghi citati: Potenza
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