La conquista col «144» poi la rapisce

In manette anche una complice del play-boy Roma, l'uomo conosciuto con le chat-line voleva un riscatto di 500 milioni La conquista col «144», poi la rapisce Tre giorni ostaggio dell'amico, salvata dal 113 ROMA. 144 e 113. Se fosse successo a Napoli se li sarebbero giocati al lotto, i numeri che hanno segnato l'ambigua avventura di Maria Pia Mirandola, benestante signorina trentaquattrenne di un paese vicino a Verona, sequestrata tre giorni a scopo di estorsione. 144: come le fatidiche chat lines, già finite in prima pagina per le accuse di Beppe Grillo, grazie alle quali aveva conosciuto quel trentottenne romano coi baffetti alla Clark Gable che l'aveva illusa del suo amore. 113 come il numero di emergenza della polizia che alla fine l'ha salvata dal pasticcio in cui si era messa. Una storia che chissà quante volte si è ripetuta, sospetta oggi la polizia che, dopo averlo arrestato, sta indagando su Claudio Conti, di Capracotta in provincia di Isernia e sulla sua vera fidanzata e complice, la ventiseienne Chiara Abbatangelo, abruzzese anche lei. Chissà cosa aveva spinto Maria Pia Mirandola, figlia di un industriale di Cerea, nel Veronese, a comporre al telefono, lo scorso ottobre, proprio quel numero con cui si chiacchiera con degli sconosciuti. Magari solo la curiosità, la voglia di provare l'emozione di parlare con persone mai viste, di lasciarsi andare nell'anonimato del telefono. O forse davvero il desiderio di fare un nuovo incontro. Una conoscenza segreta. Difficile dirlo. Maria Pia Mirandola non è né povera né brutta. «Una donna normale, né bionda né bruna, non appariscente, non troppo truccata né ingioiellata né vestita in modo provocante», la descrive una poliziotta che l'ha vista arrivare in questura ieri sera, non felice, ovviamente, ma neppure sconvolta, presente a se stessa. Appartiene a una famiglia abbiente. Lo zio Aldo, col quale lavora il padre Luigi (il quale nega tutta la vicenda), è il proprietario delle Officine Meccaniche Mirandola, un'indù- stria non grandissima ma bene avviata. E proprio dieci anni fa, nel dicembre del 1975, vittima di un sequestro da parte della banda dei giostrai che lo aveva liberato dopo 16 giorni, aveva pagato 700 milioni di riscatto, Sicuramente Conti era stato abile, suadente, accattivante, capace di trovare le parole giuste. Un bell'uomo, a giudicare dalle fotografie che certo le ha subito mandato, appena è stato sicuro di aver fatto breccia nel suo cuore. Magari un po' volgare ma piacente, con quei baffi sottili che ricordano i divi degli Anni 40 e fanno molto maschio latino. Dice di essere un chirurgo plastico. Vive a Roma. Sembra una persona seria e rassicurante. Fatto sta che Maria Pia, che pure non è più una bambina, ci casca in pieno. Arriva nella capitale per conoscerlo. Comincia a frequentarlo, lo considera il suo fidanzato. Viene spesso a trovarlo, senza insospettirsi di quell'appartamento in via Anagni 75, in una delle oscure periferie romane, tra Centocelle e il Tuscolano. Una zona inadatta a un chirurgo plastico. Ma forse lei neppure lo nota, tutta presa com'è dal suo amore. Anzi, ogni volta porta doni nuovi. Prima libri, poi oggetti d'oro, poi un telefonino. Lui regge la parte per tre mesi. Finché, una settimana fa, esce allo scoperto. Le parla di difficoltà sul lavoro. Da un complice si fa telefonare fingendo che si tratti di una clinica brasiliana che ha rotto il contratto per il protrarsi delle sue assenze. «Ho trascurato il lavoro per te, e ora tu sola puoi aiutarmi» la supplica, chiedendo 500 milioni. Lei resiste, impressionata dalla somma. Ma lui insiste. Compra cambiali da 25 milioni e comincia a fargliele firmare. E lei obbedisce, pur cambiando la firma, sperando che così non siano valide. Perché ormai ha capito, anche se è tardi. Ha capito l'imbroglio e la sua situazione, che del resto precipita rapidamente. Da amante a sequestrata. Perché lui si è reso conto della firma fasulla e ormai non finge più. La riempie di botte, minaccia di chiedere alla sua famiglia 10 miliardi di riscatto. E intanto la chiude in casa, e chiama la sua fidanzata ad aiutarlo. Così vanno avanti tre giorni. Finché Maria Pia l'altra notte, mentre i due dormono, riesce a chiamare il 113. La volante arriva subito. Ai poliziotti apre la porta Chiara, la fidanzata. Lui è a letto, Maria Pia è seduta in poltrona. Zitta, ma visibilmente nervosa. Gli agenti capiscono. Se li portano via tutti e tre. E in questura vien fuori tutta la storia. Maria Grazia Bruzzone In manette anche una complice del play-boy il"!44", o servizio audiotel di informazione a pagamento diffuso in 1 viene introdotto l'anno scorso a livello sperimentale dalia sip in lombardia. nel settembre '93 e' esteso a tutta italia Componendo numeri telefonici col prefisso 144 si accede a servizi di informazione (attualità', economia, oroscopi ecc.) o a party - une [conversazione simultanea con più'persone] Immediato e1 il boom per le chat-line o party-line, che sono nella fascia di costo più' alta, 2540 ure al minuto più' iva Il 3 gennaio, dopo lo show di grillo in tv e le proteste di molti utenti per bollette miliardarie, la sip annuncia che le chat-line vengono limitate tra le 20 di sera e le 7 Da lunedi' scorso vengono soppresse tutte le chat-line del "144" per sei mesi. - '' restano in vita i servizi " 144" I A per oroscopi, ricette ecc. LA STORIA DEL " 144 Claudio Conti e la complice, Chiara Abbatangelo, arrestati a Roma

Luoghi citati: Capracotta, Cerea, Isernia, Napoli, Roma, Verona