Crichton: non ne posso più dei favoritismi alle donne di Gabriele Beccaria
Crichton: non ne posso più dei favoritismi alle donne Crichton: non ne posso più dei favoritismi alle donne wmmmmi rM IL PADRE DI «JURASSIC O sempre visto con favore il fatto che le donne diventassero più potenti e più indipendenti. Ma sono assolutamente contrario alle posizioni iperprotettive e vittimistiche di alcuni gruppi femministi. Penso che siano non solo negative per le donne, ma che rappresentino anche una pessima strategia nei confronti degli uomini». Parola di Michael Crichton, occhiali rotondi da professore, fisico 1 e 90 da atleta, padre dell'evento-«Jurassic Park» e di altri 23 best-seller da 100 milioni di copie in circolazione per il mondo. La sua ultima fatica «Disclosure» - si è rovesciata nelle vetrine delle librerie e dei supermarket americani con un tempismo che ne fa già un casostudio per gli allievi di marketing. I pianti e l'assoluzione di Lorena Bobbitt hanno pilotato l'attenzione su questo romanzo che racconta le molestie subite da un tranquillo signore per opera del suo scatenato manager-donna e sull'onda della cronaca l'intrigo cartaceo ha assunto il tono dolceamaro di una rivalsa maschile da troppo tempo attesa e mai soddisfatta. Mentre scattava l'assalto di massa alle ambitissime 750 mila copie della prima tiratura, Crichton intascava dalla Warner Bros 3,5 milioni di dollari per i diritti cinematografici e metteva sulla graticola le missionarie più arrabbiate dei diritti femminili, istigando una delle tante polemiche in cui è maestro. Spiegava a «The Los Angeles Times»; «Il femminismo egualitario sostiene che maschi e femmine sono uguali e che dovrebbero avere le stesse opportunità. Il femminismo protezionista, invece, ritiene che le donne hanno esigenze speciali e bisogni particolari e che devono quindi godere di una specifica tutela». Già accusato di essere un razzista antigiapponese in «Rising Sun» e il profeta della tecnologia senz'anima in «Jurassic Park», anche stavolta Crichton si è esposto in prima persona: le donne - sostiene - hanno trasformato il femminismo in una teoria che sancisce privilegi innaturali, avvelenando irrime- diabilmente i rapporti tra i sessi. Come si insegna nei college americani di scrittura creativa, l'autore deve documentarsi minuziosamente prima di sfogarsi sulla tastiera del computer e il risvolto di copertina di «Disclosure» provoca il futuro lettore con un paio di dati che non potrebbero essere più eloquenti e più antifemministi. Primo: le molestie sul lavoro denunciate da uomini sono il cinque per cento del totale e - curiosamente - la percentuale di donne manager è la stessa. Secondo: oltre un terzo delle signore e signorine in carriera ammette candidamente di sfruttare le collaudatissime pratiche della seduzione per farsi largo in ufficio. «Ero da tempo alla ricerca di una storia che raccontasse i rapporti tra sessi in America. E questa mi è sembrata quella giusta, una vicenda al contrario». Crichton ha dichiarato a «The Los Angeles Times» di essersi ispirato alle confessioni di un amico, anche lui come il protagonista nell'affannosa e paradossale condizione di salvare lavoro e matrimonio da un superiore in tailleur che, al rifiuto di abbandonarsi tra le lenzuola, lo denuncia pubblicamente di «sexual harassment». Un'accusa che negli Usa equivale a una condanna alla morte civile. «La gente dice che le donne hanno problemi tutti loro. Beh, anche gli uomini hanno problemi tutti loro. Per esempio: io sono molto alto. E questo è un problema. L'eguaglianza è sempre chiara, ma nessun favoritismo è mai chiaro». Parlando con «Time», Crichton ha lanciato una stoccata patriottica non da poco: «Mi viene da pensare che nel favoritismo c'è qualcosa di antiamericano». A questo punto, si è schiarito la gola, soddisfatto. «Disclosure» entrerà nella storia controversa di quella guerra dei trent'anni che è la «guerra americana dei sessi»: si conquisterà un posto tutto suo in mezzo ai saggi della profetica Betty Friedan e dell'aggressiva Susan Faludi e vivrà di vita propria tra la corte di stupratori, vittime, carnefici ed eroine che ai patetici John Wayne e Lorena Bobbitt affianca i sofismi e i miliardi di Clarence Thomas, Anita Hill, Mike Tyson e William Kennedy Smith. Gabriele Beccaria Il suo ultimo libro racconta le molestie di una manager a un dipendente E' già best-seller
Luoghi citati: America, Lorena Bobbitt, Usa
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