Guai da Torino per De Mita di Alberto Gaino
Interno L'ex presidente de tirato in ballo per i finanziamenti ad una azienda cuneese Guai da Torino per De Mita Indagato per concussione: non so nulla TORINO. L'on. Ciriaco De Mita è stato iscritto nel registro degli indagati della procura torinese, accanto a quello del presidente dell'Istituto bancario San Paolo, Gianni Zandano, e di altre quattro persone. Concussione è il reato per cui il pm Luigi Marini ha aperto un'inchiesta sull'ex presidente del consiglio e della de. Concussione in relazione ai finanziamenti ad un'azienda cuneese - la Rayton Fissore di Cherasco - nel periodo in cui - dal 1986 al 1990 - era stata rilevata da un personaggio conosciuto negli ambienti della politica come molto vicino a De Mita: Gregorio Maggiali, un imprenditore parmense deceduto nel 1990. Il magistrato e i suoi collaboratori della Guardia di Finanza hanno scoperto flussi di denaro dai conti di numerosi industriali, per lo più parmensi, a quelli della piccola azienda che costruiva fuoristrada, definitivamente crollata, con il fallimento, nel luglio 1992. Sembra che tra costoro vi siano notissimi imprenditori con attività che non avevano nulla a che vedere con quella della Rayton. Il dottor Marini avrebbe già ascoltato una ventina di testimoni e ottenuto riscontri bancari per 11-12 miliardi. Ora vuol verificare se quei flussi di denaro, sotto forma di crediti e di investimenti, consistenti attorno al 1988-89, fossero pretesi in cambio di vantaggi che la corrente politica di De Mita avrebbe potuto dispensare. Di per sé - questa l'ipotesi d'accusa - Maggiali non avrebbe potuto ottenere una tale disponibilità da parte di tanti industriali, e per un'azienda sull'orlo del collasso. L'on. De Mita ha rilasciato una seccata dichiarazione: «Da un'agenzia di stampa vengo a sapere del mio coinvolgimento in una inchiesta. Non ne so assolutamente nulla. Conosco il prof. Zandano, ma questo non può essere il presupposto di coinvolgimenti che non esistono. Né ho la più pallida idea di chi sia il concusso, in quale circostanza e a quale titolo. Denuncio forma e procedura del mio coinvolgi¬ mento: per il modo in cui avviene ed è reso pubblico assume un significato di provocazione, non di ricerca della verità». Dal maggio scorso questa è la quarta volta che il nome dell'on. De Mita viene iscritto su un registro degli indagati: avevano già avviato indagini su di lui le procure di Napoli, Sant'Angelo dei Lombardi e Salerno in relazione ai finanziamenti del postterremoto. Per il professor Zandano questa è la seconda indagine che lo vede coinvolto in poche settimane. E per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta della Rayton. Per bancarotta sono stati iscritti nel registro degli indagati gli ex ammi¬ nistratori dell'azienda Sandro e Gabriele Maggiali (figli di Gregorio); Maurizio Montali, un amico di famiglia, e Mario Fontana, già inquisito per la Banca di Girgenti e l'«affare Dominion». L'inchiesta di Marini si affianca a quella del collega Prunas sulla Dominion Trust Bankers del finanziere Roberto Caprioglio, che acquistò la Rayton Fissore da Maggiali. «Mi decisi dopo aver ricevuto pressioni dal presidente Zandano legato alla corrente di De Mita», ha riferito Caprioglio al pm Prunas. La Dominion era molto esposta con il San Paolo e a sua volta l'istituto di credito aveva già assicurato prestiti all'azienda di Cherasco, al tempo della gestione Maggiali, per 13 miliardi. Nelle indagini si parlerà molto dei rapporti fra De Mita e Gregorio (Rino per gli amici) Maggiali. Nel 1986 il settimanale «Il Mondo» scrisse: «Non c'è iniziativa economica di De Mita che non sia gestita in prima persona dall'efficientissimo Maggiali». Che era figlio di un intimo amico di Enrico Mattei, ne divenne a sua volta amico e costruì nell'ombra una fitta rete di legami nella de. Al matrimonio di uno dei figli, nel 1986, riunì lo stato maggiore della de: da De Mita a Piccoli, a Martinazzoli. Alberto Gaino L'ex segretario della democrazia cristiana Ciriaco De Mita
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