Il pri «risuscita» La Malfa di R. I.

Interno Rieletto segretario, ma non scioglie il giallo sulle alleanze Il pri «risuscita» La Malfa Visentini: più Stato in economia ROMA. Accordo sul nome del segretario, incognita sulle alleanze future. La convention repubblicana di ieri ha «risuscitato» con larga maggioranza Giorgio La Malfa, ma non ha sciolto il principale interrogativo sull'edera. Di quale coalizione farà parte? Progressisti o conservatori? «Questo giallo dice La Malfa - lo risolveremo nel Consiglio Nazionale della prossima settimana». Una decisione difficile, cui ci si avvia con i piedi di piombo. La Malfa prevede incontri con Martinazzoli, Segni, Occhetto, Bordon e altri. «E' inutile scoprire le carte. Meglio andare dai nostri interlocutori senza che sappiano cosa pensiamo». La Malfa eletto, dunque, con 72 voti a favore su 101 consiglieri, nove contro, 14 astenuti e sei schede bianche. «Non so se avete fatto bene - ha commentato lui non so se ho fatto bene: vediamo come reagirà l'opinione pubblica». E' rientrato, per ora, il rischio di una spaccatura del Consiglio Nazionale, dopo il ritiro della mozione di Gianni Garavaglia, che chiedeva un pronunciamento chiaro nei confronti del polo progressista. Per ora. Ma, sottolinea La Malfa, dopo che l'alleato sarà scelto «chi non sarà d'accordo con la maggioranza sarà considerato un transfuga e non conterà più niente. E se qualcuno ha deciso di andarsene, se ne vada subito». La «tendenza manifesta» va comunque verso il polo progressista. Il che non significa «iscriversi ad un circolo - dice La Malfa - ma continuare a fare politica. Oggi c'è un ceto medio che non sa chi votare e noi ne dobbiamo approfittare, soprattutto intervenendo sui problemi economici». Al microscopio i possibili alleati. Berlusconi? «Un grande imprenditore. Se entra in politica per difendere le sue posizioni di imprenditore fa del male alla politica. Se lo fa solo per diventare un politico, farà qualcosa per cui non è portato». La de? «E' morta, e son nate due "cose". Con una non avremo rapporti, forse li avremo con l'altra». La Lega? «E' nata da un bisogno necessario dell'Italia. Loro fanno in termini rozzi quello che noi abbiamo fatto in passato». L'msi? «Il solo che mi preoccupa, specie al Sud. Nessuno di loro ha detto che il fascismo è stata una cosa sbagliata». Cicchetto? «I nostri amici del pds hanno chiuso con il pcus, ammettendo che la rivoluzione d'ottobre era stata un errore. Una lungimiranza che pochi hanno avuto». Progressisti, dunque. Lo abbozza La Malfa, lo proverebbe la posizione dell'ex presidente del pri, Bruno Visentini, che addirittura dichiara: «Non dobbiamo sederci su un capitalismo malato, ma pensare a rinnovarlo con un sistema economico dirigista che utilizzi in modo efficiente le forze lavoro. Oggi bisogna avere il coraggio di fare scelte importanti, oppure il sistema rischia di crollare», [r. i.]

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