Vite spezzate e sogni da marciapiedi di Osvaldo Guerrieri

Vite spezzate e sogni da marciapiedi Ultima replica di «Le Buttane» dall'omonimo volume di Grimaldi Vite spezzate e sogni da marciapiedi Al teatro Juvarra una ammirevole Lucia Sardo Aurelio Grimaldi arrivò a una fulminea notorietà con il film «Mery per sempre», di cui era autore. Non era la prima volta che il cinema si occupava dell'inferno magmatico e violento di Palermo; ma era la prima volta che il disagio di una città veniva rappresentato in modo così diretto, violento, quasi impassibile. Grimaldi fu più illuminante di un esercito di sociologi. E quando, nell'89, si occupò di prostituzione con il volume «Le Buttane» pubblicato da Bollati-Boringhieri, costrinse il lettore a rimeditare il tema della prostituzione in termini poetici e persino mitici. Quel volume fu trascritto per il teatro e fu affidato all'interpretazione di Lucia Sardo, che fino a questa sera è in scena al teatro Juvarra. Con effetti traumatici. Tutto si può dire delle «Buttane», meno che scorrano nell'indifferenza. Il primo colpo arriva dal lin¬ guaggio, un palermitano gutturale, qualche volta oscuro, spesso scurrile. Il secondo colpo proviene dalla materia che questo monologo esibisce con una naturalezza che sfiora l'improntitudine. E qui lo spettatore viene inghiottito da un «demi monde» dominato da una sessualità ora dirompente e ora spregiata, affollato di menzogne, di sogni, di un acuto senso di sacralità. Le «buttane» di Lucia Sardo sono donne orgogliose, generose e ferite. Ciascuna si dedica al mestiere a proprio modo: chi per strada, chi nei bassi, chi nei tradizionali bordelli. Ognuna ha le proprie fantasie. C'è la «buttana» che avrebbe voluto fare l'attrice e quella che ricorda un viaggio in treno, durante il quale «un signore distinto» s'era messo a farle la corte e lei ne rideva, ma compiaciuta e intenerita. E che dir. " " i donna che, tra fumi d'ince..- >ugge- risce quasi la propria santificazione? Non vi sembra quasi una creatura di Genet? Purtroppo Grimaldi non è ancora Genet. Il suo copione è di densa materialità, è poetico e simbolico, ma non possiede adeguato spessore drammaturgico. Per cui «Le Buttane» finiscono per ridursi a una galleria di immagini più o meno dolenti e provocatorie. La regia di Marcello Cappelli spesso carica il tema oltre misura, facendo pencolare lo spettacolo su varie inclinazioni. Chi sostiene con ammirevole bravura il traliccio dell'intera costruzione è Lucia Sardo, che sa passare da un personaggio all'altro con splendida duttilità, ha ottimi mezzi vocali e un'espressività mediterranea, plebea e insieme simbolica. Recita con tutto, anche con i capelli e strappa al pubblico molti applausi a scena aperta. Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Aurelio Grimaldi, Bollati-boringhieri, Genet, Grimaldi, Lucia Sardo, Marcello Cappelli