Rivolta contro due scambio-siringhe

i distributori saranno installati in corso Unione Sovietica e via Vigliani i distributori saranno installati in corso Unione Sovietica e via Vigliani Rivolta contro due scambio-siringhe Insorge il quartiere: «Porteranno delinquenti» Funziona così: si getta la vecchia siringa nello sportellino, si preme un pulsante, e la macchina sputa una siringa nuova. Il servizio è gratuito. I costruttori ne parlano come uno dei rimedi al dilagare dell'Aids e al problema dei giardinetti ridotti a discariche. Ma la gente che si ritrova con uno di quei distributori sotto casa non ne vuole sapere: a sentir loro, l'apparecchio attirerebbe solo delinquenza. Tra solidarietà e paura, curiosità e diffidenza, la questione delle macchine scambia-siringhe atterra a Mirafiori Sud, terra di spaccio e di alto consumo di stupefacenti. L'Usi di zona - la numero 10, amministratore straordinario Mauro Filippi - s'è vista recapitare a Natale due di questi distributori. Erano stati ordinati nel 1990 attraverso il Comune. Per il pagamento (una cinquantina di milioni), l'amministrazione ha utilizzato i fondi per la lotta all'Aids. Le macchine scambia-siringhe entreranno in funzione nel giro di un mese. Una sarà piazzata in corso Unione Sovietica, di fronte alla sede della Circoscrizione, dove fino a qualche mese fa c'era «Michele sport», tende e accessori per il campeggio. L'altra finirà in via Onorato Vigliani, all'altezza del civico 104, su un piazzale senza luce, luogo «storico» di ritrovo di tossicodipendenti, almeno fino a quando non è stato aperto un vivaio. «Si tratta - commentano all'Usi - di scelte meditate: dovevamo trovare due aree a bassa densità abitativa ma, al tempo stesso, non eccessivamente fuori mano. Le macchine non daranno fastidio e saranno utilizzate». Lo scambia-siringhe di corso Unione Sovietica cadrà a ridosso della casa di mattoni che, subito dopo via Piava, interrompe e devia la traiettoria del controviale. Lì abitano, in affitto, due coniugi di mezz'età, Ferruccio Vincenzi e Carla Daimo. Dice lei: «Qualche drogato in più o in meno, che differenza fa? La sera non esco più: vedo dalla finestra ragazzini di 14-15 anni che si bucano dietro il bidone dell'immondizia». Dice lui: «Due giorni fa sono venuti i tecnici dell'azienda energetica per gli allacciamenti. Ho pensato a un tabellone pubblicitario, a un po' di luce. Ma non potevano chiederci se eravamo d'accordo?». Di fronte, un albergo e qualche negozio. Adriana Matri, la parrucchiera: «Perché proprio qui? Vogliono rovinarci? Non andava bene il marciapiede dove ci sono gli zingari?». Riccardo Cortale, il tabaccaio: «La zona è piena di tossicodipendenti. Quella macchina rischia di fare solo da richiamo per altri tossici». Via Onorato Vigliani è a un passo. Il civico 104 dista sì e no un chilometro dalla Circoscrizione. Un cancello, la scritta ((Agridea, fiori e piante», due serre vi¬ cine all'ex sede del Centro nazionale di ricerche e, dietro, i giardini di via Artom. Mandano avanti l'attività i quattro soci di una cooperativa e un obiettore di coscienza. «Certo che siamo contrari: abbiamo messo le luci, gli inquilini della zona erano contenti, adesso corriamo il rischio di vedere vanificati tutti i nostri sforzi». Fuori, un gruppo di pensionati passeggia sul marciapiede. Loro sono favorevoli: «Finalmente - spiegano Livio Penzo e Eligio Moretuzzo - potremo camminare senza incon¬ trare siringhe per terra». Sull'altro lato della strada c'è un enorme caseggiato (187 famiglie) con qualche negozietto. I commercianti sono fuori di sé: «Diventerà un ghetto, sarà peggio di prima». Ma un'ex inquilina («Vengo a trovare i miei genitori»), Manuela Rondoni: «Sono cresciuta in queste strade, e ho capito che i tossicodipendenti ci saranno sempre. Tanto vale prenderne atto e fare qualche cosa per aiutarli». Gianni Armand-Pilon li piazzale di via Vigliani dove sarà montato uno degli apparecchi

Persone citate: Adriana Matri, Carla Daimo, Eligio Moretuzzo, Ferruccio Vincenzi, Gianni Armand-pilon, Livio Penzo, Manuela Rondoni, Mauro Filippi

Luoghi citati: Cortale