Accornero si è arreso

Accornero si è arreso Accornero si è arreso Chiesta la «Prodi» per Fornara Ci sono perdite per272 miliardi TORINO. E alla fine Guido Accornero ha dovuto arrendersi. Il consiglio di amministrazione della Fornara ha deciso di chiedere l'ammissione alla legge Prodi per l'amministrazione straordinaria della società. La decisione è stata presa dopo l'approvazione del bilancio al 30 novembre che evidenzia perdite per 272 miliardi. A novembre la società aveva già chiesto al tribunale di Torino istanza per l'ammissione alla legge Prodi per cinque controllate: Sandretto, Pianelli e Traversa, Dima Simma, Componenti Presse e Autoleasing. Si conclude così una vicenda iniziata ufficialmente alla fine del giugno scorso quando l'assemblea della Fornara approvò il bilancio 1992 chiuso con 93 miliardi di perdite. In quella sede Guido Accornero annunciò per la prima volta l'esistenza di un piano di risanamento e di trattative con le banche che vantavano crediti per 460 miliardi nei confronti del gruppo. Le trattative con le banche proseguirono a fasi alterne per tutta l'estate fino a che infine il piano elaborato dalla bain Cuneo e as¬ sociati venne di fatto respinto: il 90% delle banche creditrici aveva accolto la proposta di consolidamento ma solo il 50% aveva aderito alla richiesta di nuova finanza. Guido Accornero ha quindi tentato altre strade: dalla cessione a cordate di imprenditori di alcune controllate, in particolare Solari e Sandretto, a nuove trattative con gli istituti di credito. Svanite queste possibilità non c'e stato altro da fare e il 28 febbraio l'assemblea dei soci, convocata per approvare il bilancio straordinario, dovrà prenderne atto. Guido Accornero, fondatore del Salone del Libro di Torino, era intervenuto nella Fornara alla metà degli Anni 80. Nel suo regno erano entrata anche l'editrice Einaudi, la Ceat Cavi e le Officine di Savigliano appena cedute a un gruppo di manager. Oggi la Fornara è controllata per il 38% circa dalla Pardia e per il 15% da una finanziaria, la Pardi, che controlla a sua volta la Pardia e rappresenta gli interessi dei gruppi Accornero, Cameli, Gavio, Regis e Antonio Romagnoli. Poi c'è la Sige (gruppo Imi) che ha il 7,5% circa. [r. e. s.j

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