Il teatro? Facciamolo virtuale di Osvaldo Guerrieri

Nuovo progetto Nuovo progetto Il teatro? Facciamolo virtuale TORINO. Sta per nascere una nuova frontiera teatrale. Non ha nulla a che vedere con la cosiddetta avanguardia, e cioè con il lavoro di quei gruppi o di quegli artisti che, tra gli Anni 60 e 70, hanno portato in palcoscenico un vento di novità che si smorzò prestissimo. La nuova frontiera si colloca nel territorio elettronico, virtuale, interattivo dell'ipertecnologia e dell'intelligenza artificiale. Micro-macro e cyber dovrebbero costituire le nuove parole (e la nuova fisionomia) di una forma espressiva già adottata dalla musica, dalla danza e dall'arte visiva, ma ancora del utto ignota al teatro. Una nuova carovana sta dunque per affrontare un viaggio che s'immagina avventurosissimo. Alla sua testa ci sono Edoardo Fadini e Richi Ferrerò, direttori artistici di un consorzio in via di costituzione che comprende l'ex Cabaret Voltaire e il Teatro Juvarra. I due animosi non sono soli. Hanno aggregato al loro viaggio compagni di strada che gli specialisti assicurano valorosi. Sono Frank Boyd dell'Arstec di Londra, Akke Vagenaar di Colonia, Jean-Louis Boissier del Centre Pompidou di Parigi, Claude Faure dell'Arstechnica di Parigi, Jeffrey Shaw del Zentrum Medientechnologie di Karlsruhe, nonché Piero Gilardi, Franco Torriani, Karl Sims e William Latham. Come partner collaborativi il nuovo centro avrà la Rai, l'Università e l'Unione culturale di Torino. E' la ricerca di un teatro estremo, qualcosa che aspetta di essere snidata. Nessuno si vedrà offrire spettacoli già pronti al consumo. Al contrario ci sarà una lunga marcia di avvicinamento al mistero di questo nuovo corpo teatrale mediante seminari, lezioni, incontri, proiezioni di film, proposte di interattività e di realtà virtuale. Chissà che, in questo modo, non si giunga a quella «ricomposizione dei linguaggi» auspicata da Fadini. Il viaggio non sarà tuttavia un salto nel vuoto. Partirà dalle basi che molti conoscono. Il consorzio ha invitato alcuni esponenti della «vecchia» avanguardia: Barberio Corsetti, Leo De Berardinis, il Teatro della Valdoca, Giardini Pensili, Krypton, Raffaello Sanzio, Federico Tiezzi, Mario Martone, Dark Camera, le Albe. Sono nomi scelti non a caso. Rappresentano, spiega Fadini, un'ala della ricerca che aveva già intuito le virtualità tecnologiche, ma non ha voluto o potuto svilupparle. A ciò si aggiungeranno tre produzioni del consorzio, una delle quali, intitolata «L'allagamento», sarà legata alla trasformazione fisica dello Juvarra, che attualmente consiste in due sale: il teatrino all'italiana, con i suoi affreschi e le volute liberty, e la contigua sala del Café Procope. Scomparirà il teatro all'italiana e sarà creato un unico spazio che ingloberà anche la sala del Procope. Con effetti anche sul cartellone. Da settembre a dicembre sarà offerta una programmazione tradizionale e, da dicembre, si darà il via al cantiere di lavoro. «Sarà un'esperienza sconvolgente», promette Fadini. Trent'anni dopo, l'avventura del nuovo ricomincia. Sperando che il caos finanziario nel quale si dibatte il teatro italiano non venga a infrangere i sogni prima dell'alba (una macchina per la realtà virtuale costa 300 milioni). Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: Colonia, Londra, Parigi, Torino