Ferri, variazioni sul tema di Cocteau di Luigi Rossi

Ferri, variazioni sul tema di Cocteau Al Piccolo Teatro Studio, è Musa, femme fatale e persino attrice vocale in «La voix humaine» Ferri, variazioni sul tema di Cocteau Bella prova della ballerina, su coreografie di Roland Petit MILANO. Un'altra stella italiana per Roland Petit. Dopo Elisabetta Terabust e Carlotta Zamparo, tocca ora ad Alessandra Ferri il ruolo di ballerina prediletta del coreografo francese che le ha dedicato un'intera serata al Piccolo Teatro Studio (giovedì), posta sotto l'egida di Jean Cocteau. Un patronato difficile che si è spinto fino alla stagione più feconda, inquieta e contradditoria della sterminata produzione poetica di Cocteau. Abbiamo visto infatti, nella dimensione coreografica (ma non troppo), variazioni sul film surrealista «Le sang d'un poète» e il monologo drammatico «La voix humaine», unitamente all'unico balletto nato veramente in quanto tale che e «Le jeune homme et la mort» appartenente ad un'epoca immediatamente successiva, quella del dopoguerra. Alessandra Ferri, giunta ormai al culmine della sua maturità artistica e all'apice della sua carrie- ra, ha affrontato una sorta di «serata d'onore», come facevano un tempo le grandi primedonne, non disdegnando l'insidiosa incursione nel campo minato della recitazione e per di più in un assolo che è appartenuto alle grandi mattatrici, da Emma Gramatica ad Anna Magnani, da Ingrid Bergman ad Anna Proclemer. Un monologo ad alta incandescenza melodrammatica (non per niente è stato ridotto in opera da Francis Poulenc) che Petit ha già trattato per la moglie Zizi Jeanmaire e per la nostra Luciana Savignano, ma allora liberando la danzatrice dall'obbligo della recitazione. Qui invece la Ferri si trova sola al centro di una pedana a declamare la sua angoscia di donna abbandonata, senza l'ausilio realistico del telefono che la collega all'amante fedifrago. La recitazione sopra le righe richiesta dal teàto, che la ballerina riesce spesso a rendere convincente anche se non può trasformarsi totalmente in attrice dal punto di vista della vocalità, è accompagnata da una drammatica gestualità, questa sì straordinariamente intensa e vietata ad un'interprete di teatro solitamente statica in un monologo dagli effetti volutamente tradizionali. Basta guardare taluni passaggi che sottolineano, in estrema semplicità, il più alto grado di tensione, come i brevi passi ai limiti della pedana, in bilico sul vuoto, ovviamente rappresentante il richiamo della morte. Ancora più accentuato il carattere metaforico degli altri due titoli della spettacolo, la novità assoluta «Variations sur le thème du Le sang d'un poète» e quell'intatto capolavoro che è, nonostante il quasi mezzo secolo trascorso, «Le jeune homme et la mort». Per il soggetto basato sul singolare film surrealista (ma con un'incursione anche nel «Testament d'Orphée» con la musica di Gluck) la Ferri assume il ruolo della Musa, forse inquietante, con le caratteristiche della più limpida ballerina accademica che sale su punte d'acciaio per giocare con il poeta una partita che ha per inevitabile posta la morte. Proprio come avviene, del resto, in «Le jeune homme», ove la Morte si presenta al ragazzo disperato sopra i tetti di Parigi in eleganti abiti da sera e con il fascino delle grandi ammaliatrici di Petit, Carmen in primo luogo. Anche in questo caso la Ferri è una presenza suggestiva e ambigua come si conviene. Nel ruolo del giovane, che fu del grande Jean Babilée, di Nureyev e del nostro formidabile Luigi Bonino, un giovanissimo interprete, Olivier Foures, che impersona anche il poeta nel primo balletto. Con qualche acerbità, si tratta indubbiamente di una sicura promessa. Altro giovane ballerino interessante, nel «Sang d'un poète», Guillaume Bordier. Il successo della serata è stato clamoroso, con interminabili acclamazioni, alle quali è stato associato alla fine lo stesso Roland Petit. Luigi Rossi «Le jeune homme» è Olivier Foures In «Sang» danza Guillaume Bordier Nella foto grande Alessandra Ferri: dopo Elisabetta Terabust e Carlotta Zamparo, tocca ora a lei il ruolo di ballerina prediletta del coreografo francese Roland Petit (nell'immagine a destra).

Luoghi citati: Milano, Parigi