Calano i prezzi dei cd: dà l'esempio De Gregori. Ma attenzione ai fondi di magazzino di Gabriele Ferraris

Calano i prezzi dei ed: dà l'esempio De Gregori. Ma attenzione ai fondi di magazzino Calano i prezzi dei ed: dà l'esempio De Gregori. Ma attenzione ai fondi di magazzino sconti saldi FATTI, non parole. Perché a parole son tutti pronti a proclamare che il prezzo dei compact disc è eccessivo: che i giovani non possono sborsare 34 mila lire ad ogni pie sospinto; che i musicisti sensibili ai «bisogni del popolo» dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e l'altra sul portafogli. A parole. Fatti, finora, se n'eran visti punto o pochi: alla faccia della crisi che ammazza il mercato discografico. Adesso qualcosa si muove: «Bootleg», il «live» di Francesco De Gregori in uscita martedì prossimo, sarà venduto a non più di 24.500 lire per il ed e 17 mila per la cassetta. «Una decisione di Francesco che abbiamo accettato volentieri», sostengono alla Sony Music. E' il primo caso - a nostra memoria di un fuoriclasse che pubblichi un nuovo lavoro direttamente in «edizione economica». Scelta ormai consueta per l'editoria, epperò stravagante per il business musicale. Qualcuno doveva pur cominciare. D'accordo, «Bootleg» ò un divertissement del Principe («Avevo voglia di farlo, non m'interessa se venderà»); non contiene inediti, a parte cover come la dalliana ((Anidride solforosa»; è una registrazione dal vivo. Ma finora pagavi un'iradiddio pure le registrazioni dal vivo. Le proteste contro il caro-cd - e soprattutto la caduta verticale dello smercio - danno altri frutti. Alcune case discografiche riconoscono che non è ragionevole spacciare allo stesso prezzo gli album di Ramazzotti o Guns n' Roses, e le «opere prime» di giovincelli di belle speranze: dunque, tariffe ridotte per esordienti e «alternativi». La Emi, ad esempio, ha varato la linea «Prezzo giovane»: compact a 22 mila lire con nomi non disprezzabili, dagli Statuto agli Ottavo Padiglione, ai Loschi Dezi. «Prezzo giovane» anche per il prossimo album dei Mau Mau. Ancor più radicale la decisione della Vox Pop: tutti i ed a 20 mila lire, cominciando da «Show» dei Persiana Jones. La crisi sta facendo strame di un'industria discografica alle prese con malanni da centro siderurgico: urge ridimensionare pretese e costi. La via maestra, per riuscirci, è il riciclaggio. Non oc- corre una laurea alla Bocconi per intuire che rimettere sul mercato un disco vecchio significa azzerare un bel po' di spese: non devi più pagare i musicisti, né gli studi di registrazione, e neanche i tecnici. Riciclaggio onesto e persin lodevole quello proposto dalla Cgd: in febbraio e marzo (ma perché soltanto due mesi?) offrirà alcuni gioielli del suo catalogo «a medio prezzo» (in pratica, i titoli meno recenti) con un ulteriore sconto. Insomma: potrete portarvi a casa Vecchioni, Ruggeri, Mina, Fiorella Mannoia, Nomadi, Led Zeppelin, Litfiba, Crosby Stills Nash & Young, Manhattan Transfer e altri ancora con 15.900 stracciatissime lire. Altra terapia anti-crisi (meno lodevole, a nostro avviso) è il ((riciclaggio d'archivio». E' sempre esistito: ma diventa moda e jattura se, come oggi accade, la scena musicale langue e mancano personaggi capaci di entusiasmare davvero i possibili acquirenti. Il gioco è semplice: si recuperano antichissime incisioni dei mostri sacri - Beatles o Springsteen, tanto per non far nomi - talora robaccia di scarto rimasta giustamente ad ammuffire nei cassetti per decenni. E si annunciano «rarità inedite». Il bello è che talora le fanno pagare a prezzo pieno. Un «riciclaggio d'archivio» fra i più sinistri riguarda Jimi Hendrix, del quale è stato pubblicato tutto, persino le accordature della chitarra. Ben avviato pure il processo di santificazione-mercificazione di Freddie Mercury. Dopo il riciclaggio dei morti (e dei viventi inattivi, come appunto i Beatles ricordati ieri a Londra con un concerto dei Bootleg Beatles sul tetto della Virgin, nel ven¬ ticinquennale dell'analogo concerto tenuto dal quartetto di Liverpool sul tetto della Apple), tocca ai vivi in ascesa. Da sempre, l'aspirante divo che arriva al successo subisce lo stesso effetto «come eravamo» al quale sono esposti gli attori: i dischi - come i film - di «prima del boom» tornano nei negozi. Il «recupero» di solito non rallegra l'artista: specie se lo tagliano fuori dalla spartizione de- gli incassi. E che dire delle «antologie non autorizzate»? Quando un musicista cambia casa discografica, quella precedente mantiene i diritti sui dischi pubblicati e li sfrutta sfornando florilegi che mandano in bestia il diretto interessato. Vasco Rossi una volta perse la pazienza e invitò espressamente i fans a non comperare una di quelle raccolte estempo- ranee. Non è detto che dietro alle «scomuniche» si nascondano soltanto bieche considerazioni monetarie. Spiega De Gregori: «Non è tanto il danno economico di ritrovarsi un disco "concorrente" sul mercato, quanto l'offesa alla tua personalità: quelle antologie sono messe insieme senza criterio, non sei tu a scegliere le canzoni. E' un ritratto che non ti rassomiglia». Il riciclaggio, talora, ha invece la benedizione, e la complicità, dei diretti interessati: capita infatti che una band dal passato illustre non esista più, o non riesca più a produrre merce convincente. In tal caso si rimettono in circolazione archeologiche incisioni, rimast.erizzate per adeguarle ai moderni standard tecnologici. I giovani degli Anni Novanta non sono quelli dei Settanta: per loro, il vecchio è nuovissimo. Caso tipico: i due box dei Led Zeppelin peraltro eccellenti - curati dagli stessi musicisti. Caso recente: l'antologia dei Creedence Clearwater Revival. Caso limite: la classicissima antologia dei Beatles, due album doppi già pubblicati su vinile, torna a fare sfracelli pure in versione compact. Ma questa è un'altra storia: la qualità non passa mai di moda. Gabriele Ferraris Colpita dalla crisi, l'industria si arrangia con il riciclaggio dai Led Zeppelin ai Creedence A destra Francesco De Gregori (24.500 lire il nuovo ed live «Bootleg») Da sinistra Freddie Mercury e Mina (quest'ultima in offerta per due mesi a 15.900 lire)

Luoghi citati: Liverpool, Londra