«Neopagani» e cattivi maestri, guerra ai filosofi laici di Maurizio Assalto

«Neopagani» e cattivi maestri, guerra ai filosofi laici Vattimo, Calasso, Cacciari, Severino: nuovo anatema dai cattolici tradizionalisti di Genova dopo gli attacchi dei gesuiti «Neopagani» e cattivi maestri, guerra ai filosofi laici Quinzio, anche lui sotto accusa-. «Qualcuno sta sparando a lupara, forse in nome di Wojtyla» "^SITALIANI, attenti: i nuovi I pagani sono in mezzo a I noi. Con un tono da invaI sione degli ultracorpi, il grido d'allarme parte da Genova. Al posto dei replicanti di Don Siegel ci sono alcuni big della patria cultura: il filosofo-sindaco Massimo Cacciari, i filosofi-filosofi Gianni Vattimo e Emanuele Severino, lo studioso di fenomeni spirituali Elémire Zolla, il biblista Sergio Quinzio, l'editore Roberto Calasso. Sono questi i «cattivi maestri», gli intellettuali «pericolosi» che dalle aule universitarie e dai grandi mezzi di comunicazione spargono il loro sottile veleno e allevano una generazioni di giovani neopagani. La parte del «nostro eroe» che si batte per la salvezza dei suoi simili spetta a Pierangelo Vassallo, già infatuato dal pensiero di Julius Evola, già collaboratore della rivista Renovatio del cardinale Siri, già commerciante nel settore dell'abbigliamento, ora in pensione, laureato non più giovane in filosofia, diret'ore di una sporadica Rivista di studi vichiani, animatore di un gruppo di cattolici ultra-tradizio- nalisti genovesi che hanno ottenuto dal loro arcivescovo, il cardinale Canestri, di celebrare la messa in latino in un convento di suore. La sua è una crociata antica: nei giorni scorsi l'ha riproposta con una intervista uscita sul Lavoro, ieri l'ha rilanciata attraverso una dichiarazione all'AdnKronos. «E' sconcertante - ha detto che autori come Nietzsche e Heidegger, pendagli del nazismo, siano dati in pasto agli studenti in modo totalmente acritico. E ancor più assurdo è il fatto che a dare loro questo insegnamento siano intellettuali ex marxisti. Non c'è dubbio che dopo la caduta del comunismo, l'unico baluardo in difesa della ragione sia rimasta la Chiesa cattolica». E i ri¬ sultati si vedono, secondo Vassallo: dietro a molti fatti di cronaca nera che vedono coinvolti i giovani «c'è indubbiamente uno sfondo di irrazionalismo neopagano». Vattimo, Cacciari e compagnia ispiratori dei vari Maso sparsi nella Penisola e dei ragazzi che lanciano le pietre sulle auto dai ponti lungo le autostrade? Gli interessati sono sorpresi: sconcertati, più che indignati. «Non ho niente da dire - risponde Zolla -, queste sono sciocchezze tal¬ mente grosse... Vassallo è da ma vita che ce l'ha con me. Ma del resto se l'è presa persino con Leopardi, il "gran maestro della gnosi", un mostro da ributtare: sono in buona compagnia». Severino invece del suo incallito oppositore non ha mai sentito parlare: «Ma chi è, un sacerdote? Ah no? Comunque è un incompetente, non è il caso di rispondergli. Si informi, prima di parlare. Io non ho mai sostenuto le tesi che mi attribuisce, non mi riconosco nella linea di pensiero a cui mi ascrive. Però mi dispiace che la Chiesa abbia "difensori" di questo tipo». Forse è vero: le accuse di Vassallo non andrebbero neppure registrate. Non fosse che simili accenti risuoiiano qua e là, ogni tanto, e dai vari segnali sparsi emerge una certa qual linea di tendenza. Un crociato della battaglia contro la cultura moderna è il gesuita Guido Sommavilla, critico letterario di Civiltà cattolica: da quando stroncò II nome della rosa non ha mai smesso di ritornare sulla polemica che lo oppone al «pensiero nichilista» di Eco-Vattimo-Severino, «vanitosi portavoci del pensiero debole», «annientatoli della dignità umana». E, risalendo, si arriva ancora più in alto: il Papa non fa nomi, com'è ovvio, ma che cosa significano le sue ricorrenti uscite, da ultimo sempre più frequenti, sul «secolo di Caino e della cultura della morte», i suoi toni apocalittici, visionari, millenaristici? Secondo il «pericoloso» (cristianissimo) Sergio Quinzio - per cui un anno fa Civiltà cattolica voleva resuscitare l'Indice - il presupposto è evidente: «Si vuole colpire tutti quelli che, invece di fare stare il mondo insieme e rimpacchettare tutto, contribuiscono a disgregare le certezze, a mettere le cose in discussione. Pensiamo alla Verìtatis splendor, in cui l'etica è fatta discendere per li rami dalla legge eterna: parte del mondo cattolico fa ancora riferimento a una verità che non esiste più da tempo, e in questa ottica condanna mezzo millennio di pensiero, da Cartesio a Nietzsche e più modestamente a me e agli altri contemporanei. Dopo 15 anni anni di Wojtyla, qualcuno pensa che il momento sia propizio per una riscossa contro la cultura moderna, per una nuova evangelizzazione. C'è fermento, grande eccitazione, e qualcuno si mette a sparare con la lupara. E' una minoranza, per ora, ma è forte, anche perché sa di potersi riallacciare in alto. E chi non è d'accordo tace, per non inimicarsi i vertici». Maurizio Assalto Massimo Cacciari e a destra Emanuele Severino: filosofi «pericolosi»?

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