l'Italia, un malato con la febbre del cambiare

■/Italia, un malato con la febbre del cambiare Rapporto Eurispes: si modificano i consumi, aumenta il volontariato. Ma la criminalità seduce i giovani ■/Italia, un malato con la febbre del cambiare E Totò Riina non è il più ricco tra i super boss della mafia UNA NAZIONE ALLO SPECCHIO ROMA. La febbre del rinnovamento percorre l'Italia: è un entusiasmo, un fremito. Ed è tutto nelle prime pagine del Rapporto Italia '94, presentato ieri dall'Eurispes. Da una «fase contro», caratterizzata dalla protesta e conclusa con l'epopea di Tangentopoli - dice Eurispes - stiamo transitando alla "fase per", in cui l'elemento pregnante è il desiderio di ricostruire, di tornare alla politica come impegno "pieno e sostanziale", anche se incombe il rischio che alla sudditanza apatica verso il potere si sostituisca l'abbandono acritico nelle mani dei tecnici duri e puri». E le «magnifiche sorti e progressive» non toccano solo le aule della politica, ma hanno fatto man bassa anche dell'edonismo consumistico degli Anni Ottanta. CONSUMI: NE' GRIFFE, NE' CARNE. Il nuovo acquirente punta a prodotti di qualità ma a buon mercato. Quindi griffe addio. Quella che era la «moda vegetariana», è diventata consolidato costume: se nell'81 un italiano consumava annualmente 50 chili di patate, 50 di pomodori, 75 di frutta, 35 di agrumi, ora consuma 10 chili in più di ciascuno di questi prodotti, a scapito di carne, alcolici e tabacco. Curiosità: nelle famiglie con coniugi under 45, c'è una macchina per scrivere nel 33% dei casi, un computer nel 19, un videoregistratore nel 48. SANITÀ' SENZA STRUTTURE. Le riforme a più alto contenuto sociale quella psichiatrica e quella sugli handicappati - non trovano accoglienza perché in due terzi del Paese mancano i luoghi e i mezzi per applicarle. Così, 30 mila malati di mente sono ancora nei ma¬ nicomi, sia pur rinominati. Drammatica la situazione dei trapianti, sia per la normativa sia per il mancato coordinamento: risultato, su un fabbisogno di 2300 trapianti di reni l'anno, nel '92 se ne sono effettuati 591. FISCO VORACE. 56 milioni di italiani, neonati compresi, nel '92 hanno versato 427 mila miliardi: quasi sette milioni e mezzo a testa. Nel '93 le cose sono peggiorate: il Rapporto non tiene conto che si sono aggiunti balzelli come l'Idi e il riadeguamento degli estimi catastali. L'Italia paga in tasse il 39,7% del Pil: tre punti percentuali più della media dei Paesi industrializzati. GIOVANI: OMICIDI E BUONE AZIONI. Piccoli banditi crescono. Di numero, soprattutto. Tra le emergenze sociali segnalate dal Rapporto c'è la criminalità minorile: per reati contro la persona sono stati denunciati 6089 minorenni nel '90, la stessa categoria nel '92 era forte di 7818 unità. Non si tratta più solo di sbandati, aumentano infatti tra i criminali in erba i cosiddetti «ragazzi di buona famiglia». Su tutt'altro fronte, il rapporto segnala che volontariato e iniziative a scopo filantropico trovano sempre più adepti. UN PAESE DI GUERRAFONDAI. Il mercato «legale» delle armi segna il passo. In compenso è in pieno rigoglio quello clandestino che, ovviamente, non va tanto per il sottile: materiali nucleari, batteriologici e chimici non si negano a nessuno. I sequestri effettuati dalla Polizia dicono che nel '90 erano state sequestrate 5213 «unità di armi da guerra», il crescendo ha portato a sequestrarne 7692 nel '92, e nei primi sei mesi del '93 erano già 4351. SMACCO AL SUPERBOSS. Totò Riina, capo incontrastato della mafia, non è il più ricco fra i boss. O, per meglio dire, non è colui al quale la magistratura è riuscita a sequestrare più beni. Il patrimonio più consistente, secondo l'Eurispes, è stato sequestrato al camorrista Tommaso Nocera che con una confisca di beni pari a 150 miliardi - guida la speciale classifica a pari merito con Rocco e Antonio Papalia della 'ndrangheta calabrese. Il capo di Cosa Nostra, Totò Riina, è al terzo posto con «soli» 80 miliardi di lire. Fra gli altri nomi «di spicco», figurano il mafioso Giuseppe Pulvirenti (30), i camorristi Giuseppe Polverino (50), Nicola Foria e Pasquale Russo (20 miliardi). Raffaello IVI asci

Persone citate: Antonio Papalia, Giuseppe Polverino, Giuseppe Pulvirenti, Nicola Foria, Pasquale Russo, Tommaso Nocera, Totò Riina

Luoghi citati: Italia, Rapporto Italia, Roma