«Nelle caserme entra la paura» di Maria Corbi

«Nelle caserme entra la paura» Dopo le violenze a La Maddalena «Nelle caserme entra la paura» ROMA. Rimangono in carcere i tre marinai, tutti diciannovenni, accusati di aver violentato con un manico di scopa un loro commilitone della scuola sottufficiali della marina militare della Maddalena. Il giudice per le indagini preliminari ha respinto l'istanza di scarcerazione avanzata dagli avvocati difensori. Per i tre giovani, Franco Capula, Simone Casula e Federico Ales le imputazioni sono gravi: sequestro di persona, violenza privata e detenzione e porto abusivo di armi da taglio. Rischiano di rimanere in cella per molti anni. Questo caso di violenza da «naja» riapre le polemiche sul fenomeno dei nonnismo. Un rapporto di forza tra giovani reclute e i loro compagni con più mesi di caserma alle spalle basato sempre sulla prepotenza e che spesso si traduce in atti di puro sadismo. Un'usanza che nelle caserme, almeno nelle sue forme più violente, sembrava in declino. «E infatti i casi come quello capitato dieci giorni fa in Sardegna sono eccezioni», tengono a far sapere al ministero della Difesa. E lo conferma anche il generale di corpo d'armata degli alpini Luigi Manfredi che contro le vessazioni dei «nonni» alle reclute ha ingaggiato una battaglia. «Il fenomeno si è ridotto di molto. Adesso i casi eclatanti, come quello della violenza sessuale, sono delle eccezioni. E anche le "prepotenze" come quella di obbligare un militare più giovane a fare le flessioni o a rifare la branda dei "veci" si verificano sempre più di rado». «In un anno - continua il generale - abbiamo individuato nel corpo degli alpini solo sei o sette casi. I ragazzi sanno che se si azzardano a riproporre il rapporto di forza nonnc-recluta vanno incontro a guai seri. Prima di tutto sanzioni disciplinari e poi la denuncia automatica alla procura militare». E i sei-sette casi di nonnismo elencati dal comandante Manfredi rientrano proprio in quelli denunciati. Solo una piccola parte di quelli che effettivamente avvengono al chiuso delle camerate. E' di questa opinione Falco Accame, ex ufficiale della marina e ex presidente della commissione Difesa della Camera e presidente della Associazione nazionale che raccoglie i familiari delle giovani vittime della leva. «La battaglia contro il nonnismo non è stata ancora vinta. E non lo sarà se continueranno a punire solo i ragazzi e non chi li dovrebbe controllare e cioè gli ufficiali e i sottufficiali responsabili del governo delle caserme. Dopo le cinque le caserme sono deserte e la sorveglianza è praticamente in mano ai nonni che fanno il bello e il cattivo tempo». «Nonostante le ripetute assicurazioni dei ministri della Difesa il fenomeno continua e l'arresto di ieri dei tre marinai ne è la conferma», conclude Accame che ieri ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta proprio su questo problema. Per l'aviere Piergiorgio Dallari, delegato della rappresentanza di leva al Cocer, «basterebbe qualche annetto di supervigilanza per sconfiggere il nonnismo». E chiede maggior sorveglianza nelle caserme da parte dei superiori anche Amalia Trolio, della associazione che raccoglie i genitori dei soldati di leva. «Chi non controlla è il vero responsabile», incalza la Trolio che chiede le dimissioni del comandante della caserma della Maddalena. Maria Corbi La piaga del «nonnismo» non è stata ancora estirpata dalle caserme. L'ultimo caso è avvenuto alla Maddalena dove tre marinai hanno «sodomizzato» una recluta

Persone citate: Accame, Amalia Trolio, Falco Accame, Federico Ales, Franco Capula, Luigi Manfredi, Piergiorgio Dallari, Simone Casula

Luoghi citati: La Maddalena, Roma, Sardegna