Leoncavallo guerra per una gaffe

La nuova sede appartiene alla Krupp. E il sindaco di Milano chiede scusa La nuova sede appartiene alla Krupp. E il sindaco di Milano chiede scusa Leoncavallo, guerra per una gaffe / tedeschi contro ilprefetto MILANO DALLA REDAZIONE Altro che realtà metropolitana, adesso il Leoncavallo diventerà un affare internazionale. La nuova sede che il prefetto Giacomo Rossano ha appena rifilato ai ragazzi del centro sociale, la palazzina in via Salomone, è di proprietà del gruppo tedesco Krupp, acciaieria da 110 mila dipendenti, che da ieri ha messo in moto console, ambasciata e studi legali per opporsi alla requisizione. Marco Formentini, il sindaco, condivide la protesta, e in mattinata corre dal console generale di Milano Engelhardt per esprimere «il proprio rincrescimento per l'avvenuto insediamento degli ex leoncavallini in un immobile di proprietà di una ditta di nazionalità tedesca». Un pasticcio internazionale. Il prefetto requisisce la palazzina per sei mesi. La Krupp (avvertita all'ultimo momento) trasecola: «Che cosa debbono temere altre aziende straniere se la proprietà non viene più rispettata? Si tratta di uno Stato di diritto?». La protesta ufficiale viene spedita al console. Il console la gira all'ambasciata a Roma. L'ambasciata avvia passi ufficiali con la Farnesina. La pratica finisce sul tavolo del ministro Andreatta. Di più. La Krupp annuncia batta:;'ia durissima: «Abbiamo attivato tutti i mezzi legali a nostra disposizione per rientrare in possesso della nostra proprietà». Dunque ricorso in via d'urgenza al Tribunale amministrativo regionale. Ma giusto per non perdere tempo la Krupp promette una campagna di stampa sui giornali internazionali più prestigiosi: «Finacial Times» e «Wall Street Journal». Chissà come verrà raccontata questa curiosa battaglia tra un colosso d'acciaio e un centro sociale di quartiere dal nome tanto astruso. Ha l'aria di prenderla sul serio Marco Formentini che in questi sette mesi ha trasformato la lotta al Leonka in una sua personale ossessione. «Il Comune - ha voluto precisare - è assolutamente estraneo a questa imposisizione. I provvedimenti adottati a danno della ditta tedesca non sono assolutamente attribuibili alla città di Milano, ma agli organi dello Stato centrale». Tanto è vero che saranno gli «organi dello Stato centrale» a pagare l'affìtto della sede requisita. Pagare quanto? Non lo sa ancora nessuno. Secondo le cifre di mercato i due piani potrebbero costare fino a 16 milioni al mese. Toccherà all'ufficio tecnico erariale calcolare il prezzo effettivo di affitto che sarà abbondantemente ridotto viste le «impellenti necessità» che hanno giustificato l'ordinanza di requisizione. La cifra verrà calcolata e poi spedita al ministero delle Finanze per il nulla osta. Questo per i sei mesi di requisizione. Poi non si sa: altro pasticcio. Formentini si chiama fuori: «Ribadisco quanto ho già detto agli abitanti della zona, non ravviso né la necessità né l'opportunità di assegnare una sede agli ex leoncavallini, soprattutto in assenza di un regolamento che disciplini le manifestazioni degli individui in questione». I quali «individui in questio¬ ne» da ieri si sono felicemente installati nella palazzina con moquette e da oggi daranno il via al «programma di mobilitazione» con un corteo indetto per il pomeriggio, destinazione Palazzo Marino. «Questa sede ci va bene» fanno sapere. Il quartiere, che l'altro giorno ha assistito senza scomporsi granché all'insediamento, non minaccia rivolte o proteste a differenza della Lega Nord. Si dimettono i consiglieri di zona leghisti, protesta Luigi Negri, segretario della Lega Lombarda che annuncia una interrogazione parlamentare: «La requisizione del prefetto è una operazione vergognosa». Un momento dello sgombero al Leoncavallo

Luoghi citati: Milano, Roma