In bacheca il futuro perduto

In bacheca il futuro perduto Bologna, tra i giovani che nell'incertezza del domani vendono vino, mobili o ecstasy In bacheca il futuro perduto Annunci per studenti senza più sogni VIAGGIO NELLA CRISI LBOLOGNA A bacheca del futuro perduto è nel cuore della città universitaria. Via Zamboni 25, Bologna. La targa fuori dall'androne annuncia: opera universitaria, mensa studentesca, circolo, bar. Nell'ingresso filtra poca luce. I mille foglietti hanno colori che si perdono nell'oscurità, ma i pennarelli hanno reso leggibili le loro grida. Sono le ultime voci di questo universo che scivola nel silenzio. Non urla più la rabbia, in via Zamboni. Le scritte su muri e serrande non annunciano che il sogno del Che non sarà mai cancellato, ma che «Mino Reitano is not dead», Mino Reitano non è morto. Diversamente dal passato. Anche quello recente, quello in cui il magnifico rettore Fabio Roversi Monaco nel nono centenario dell'Università laureava ad honorem Raul Gardini. II passato, quello sì, è morto. 11 presente è questa bacheca, che annuncia: non c'è futuro. O meglio: non sarà quello che si aspettavano loro, che hanno studiato per vent'anni e adesso corrono sul vuoto. In attesa di terra ferma su cui scendere inventano agganci nel cielo per non precipitare: vendono tesi, trafficano immobili, importano vino, ricorrono a espedienti per farsi gratis una vacanza o un taglio di capelli. Il foglio è azzurro, la scritta realizzata al computer. Le domande perentorie: «Ti manca solo la tesi? Non hai tempo per farla?». Segue una massima quasi filosofica: «Non rimandare a domani ciò che puoi risolvere oggi perché il domani è già ieri». Segue numero: 78.19.65. Risponde lo studio ricerche, attivo dalle 14,30 alle 20, che confeziona tesi di laurea su misura per quattro milioni. «Ma si trova anche per meno - spiega Franco Berti, ultimo anno di Scienze politiche - questi magari sono più organizzati e hanno più costi. Ma ci sono anche tanti, diciamo così, artigiani che fanno una tesi per meno. Laureati che non trovano lavoro o preparano un concorso e nell'attesa si mantengono così. Per un anno o più. Ormai ce ne sono talmente tanti che si fanno concorrenza. E' la legge della domanda e dell'offerta, no?». Si può offrire di tutto. Michele (22.62.77) corredando l'annuncio con una stella rossa offre «chiodo in ottimo stato. Taglia 46». Stefano e Malcolm (58.44.41) che vengono da Venezia e studiano uno a Scienze politiche e l'altro all'Accademia di Belle Arti propongono «un vino strepitoso. Chianti dei colli aretini». E invitano «chiama fino a mezzanotte. Carpe diem». «Sono 50 litri che abbiamo acquistato durante un viaggio in Toscana. Ci sono rimasti di troppo - spiega Malcolm - se lo teniamo diventa aceto. Abbiamo pensato che a studenti come noi potesse far comodo. Di questi tempi un vino buono a poco prezzo è un'occasione». Un'occasione la cerca anche Adalberto Dell'Aglio, 26 anni, laureato in geologia a giugno e ancora a caccia di lavoro. «Ho chiesto borse di studio, concorrerò per il dot- torato, ma si fa dura - dice passandosi la mano sulle basette lunghe -. Quattro anni fa non raggiunsero il quorum delle richieste: quattro per cinque posti, ora ce ne sono cinquanta. E così, nell'attesa, continuo a farmi mantenere dai genitori lontani o cerco qualche lavoretto per tirare avanti». Di lavori ne trova il suo amico Pasquale Panettieri, che si laureerà in geologia a fine anno, ma intanto è impiegato in ospedale: «L'esempio di Adalberto e di altri mi scoraggia. Qualche anno fa nel settore privato c'era qualche speranza,ora, se va bene, trovi contratti di formazione lavoro e dopo due anni sei daccapo. Tira davvero una brutta aria. Faccio rinunce per prepararmi a un futuro grigio. Ne ho visti già tanti che finiscono a fare ì rappresentanti di cosmetici e farmaci o a vendere polizze assicurative. Non puoi neppure puntare sull'insegnamento, adesso, dopo i tagli che hanno fatto nella scuola. Non si sa dove sbattere la testa». «Io vado all'estero - dice Adalberto -. Gli dò ancora sei mesi di tempo, poi provo in un al- tro Paese. Ho fatto la tesi di laurea sulla Spagna. Vado là, o in Germania». «Sì - chiude Pasquale - qui c'è poco da fare. Dieci anni fa potevi sperare nello Stato, ora capisci che quello taglia dappertutto. Forse è meglio all'estero, davvero. Lì magari qualcosa te lo offrono». Ti offrono di tutto, nella bacheca. «Cercasi modelle per taglio, Blu parrucchieri 22.00.43». «Abbiamo pensato che molte studentesse, specie se fuori sede, hanno difficoltà a mantenersi in questo momento - spiegano -. Magari anche un taglio di capelli è un costo che non si possono permettere. Noi abbiamo una scuola per parrucchiere e ci servono delle modelle, delle cavie per le lezioni. Le nostre allieve si esercitano e le studentesse si fanno tagliare i capelli gratis». Oppure: «Ricerchiamo estroversi per formazione di un gruppo di animazione. Preparati oggi per quest'estate, 70.23.72». «A un laureato spiega chi ha messo l'annuncio - in attesa o a uno studente in vacanza, può far comodo avere un'attività del genere, no? Abbiamo messo quel cartello due giorni fa e ricevuto già venti chiamate. Se il circuito funziona, riusciremo a garantire un lavoro anche per un intero anno». Sennò c'è sempre la nuova compagnia di danza (52.45.45) che cerca ballerine non professioniste. E se non riesci a sfondare, forse non è perché non hai studiato nel modo giusto o nella facoltà giusta, ma perché «non sai qual è il tuo profilo migliore». Te lo spiega e te lo inquadra Michele (63.45.648) offrendoti «un servizio fotografico a prezzo stracciato per presentarti nel mondo con l'immagine giusta perché in questo mondo è l'immagine che conta e in un curriculum, una fotografia ben fatta colpisce più di un bel voto alla maturità. Bisogna sapersi proporre». Uno che si sa proporre è Nick (50.12.64). «Cercate mobili per la casa urgentemente? Lavatrici, frigo, pensili, divani, librerie, letti? Piccole riparazioni, di tutto e anche tanta simpatia da Nick». Pare sia l'arredatore ufficiale delle case degli studenti fuori sede all'Università di Bologna, l'Aiazzone delle matricole: papà ti paga l'affitto e Nick ci mette il resto. Letto: 30 mila, «con spalliera», precisa. Scrivania, 60 mila. Armadio, 150 mila. Lavatrice, 180 mila. Pensili, 50 mila. Insomma, 500 mila lire e il gioco è fatto. «Ho messo l'annuncio sei mesi fa e da allora ho arredato 300 case» dice. E' un ex operaio. Dopo il fallimento della ditta si è inventato questo lavoro. E' il Robin Hood dell'arredamento: «Gli studenti sono tartassati dagli affitti, ci manca anche che spendano troppo per i mobili. Io lavoro con un mobilificio, ritiro l'usato in cambio del nuovo. Carico tutto sul portapacchi della mia Renault 5 e consegno. Con la garanzia finché gli studenti restano. Sono perito elettronico, io. E quando se ne vanno, se la roba è in buono stato, gliela ricompro perfino. Sto facendo grandi affari. Gli studenti si passano la parola. Fanno affari anche loro, con me. Chiamano soprattutto ragazze. Ci tengono di più alla casa, loro. Pago 50 e vendo a 70. Mica voglio arricchirmi. E poi lavoro in nero, sennò tartasserebbero anche me». Un mito, Nick. Anche Geo, che legge sugli scalini una rivista chiamata «la Mongolfiera», ha comprato una scrivania da lui, per 50 mila lire. Legge a pagina 7 dove si narra la storia di C, 25 anni come lui, che non voleva né la fabbrica né la scrivania e allora vende ecstasy, ma si definisce «un imprenditore prudente». Spaccia solo nelle discoteche di tendenza e a persone fidate, garantendo la qualità del prodotto. «Guadagno fino a 2 milioni e mezzo per settimana» dice. «Così, mai», dice Geo scuotendo la coda di cavallo e allontanandosi verso piazza Verdi. Si lascia alle spalle il muro addobbato di fogli dove tutti cercano qualcosa: una stanza, una scrivania, un foglio per scriverci sopra che cerchiamo qualcuno. Roby cerca Giampiero. L'ha visto sul treno e perduto. Lui studia a Bologna, secondo anno di Giurisprudenza. Se l'avete visto chiamate Roby, che ha «il cuore all'impazzata» al 261239, o lasciate un biglietto alla bacheca del futuro perduto, via Zamboni 25, Bologna. Affidano a foglietti colorati i messaggi con le offerte di lavoro «Dopo l'università non sappiamo dove sbattere la testa» Mille gli espedienti per mantenersi o rimediare una vacanza gratis Le certezze, invece, sono poche «ma bisogna sapersi arrangiare» A destra: l'ingresso della mensa universitaria A sinistra: i nuovi graffiti Sulla bacheca dell'Opera universitaria di Bologna, dove qualche anno fa c'erano le massime di Che Guevara, oggi ci sono migliaia di annunci con offerte di lavoro

Luoghi citati: Bologna, Germania, Spagna, Toscana, Venezia