Sentenza-choc assolta Lorena l'eviratrice di Franco Pantarelli

Ora dovrà restare 45 giorni in ospedale sotto la sorveglianza di medici e psicologi Verdetto in diretta tv: la donna rischiava vent'anni di carcere, decisiva l'arringa finale Sentenza-choc, assolta Lorena l'eviratrice «Mutilò il marito in preda a un raptus irrefrenabile» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Not guilty», non colpevole, per momentanea insanità mentale: il verdetto della giuria è arrivato su Lorena Bobbitt come una mano forte che la sollevava dall'acqua in cui stava annengando. Ma né lei né i suoi tre avvocati hanno accennato la minima reazione. Uno di loro, l'unica donna, ha faticato nel trattenere un sorriso ed ha compiuto un gesto verso Lorena come per dire «ce l'abbiamo fatta», ma poi si è subito ricomposta per ascoltare rispettosamente ciò che il presidente aveva da dire, e cioè che Lorena dovrà trascorrere un massimo di 45 giorni in un ospedale psichiatrico per accertamenti. Entro quel periodo i medici dovranno stabilire che la donna che ha tagliato il pene del marito non è «pericolosa per sé e per gli altri», e poi lei sarà libera. Completamente accolta, quindi, la tesi dell'«impulso irrefrenabile» che quella notte del giugno scorso prese Lorena e la fece uscire di senno, tanto che quando vide il coltello sul tavolo della cucina - dove si era recata a bere un bicchiere d'acqua dopo l'ennesima violenza subita dal marito John Wayne - lo afferrò e «zac», compì quel gesto che fa rabbrividire. Dietro quella momentanea insanità, aveva sostenuto la difesa, non c'era solo la violenza di quella notte ma tutti i maltrattamenti subiti da Lorena in quattro anni di matrimonio-incubo. E per illustrarlo, quell'incubo, sono sfilati una dozzina di testimoni che hanno raccontato vari episodi di schiaffi e calci ed è stata imposta a Lorena una deposizione che ha praticamente annullato ogni sua intimità. Terribile (anche se efficace, come si è visto), il suo rac¬ conto di quando John Wayne la costringeva ai rapporti anali, con l'avvocato che insisteva sulla mancanza di lubrificante e su quanto le facesse male. Poi, al momento di ricostruire «quella notte», lei aveva detto che alla sua mente, poco prima che afferrasse il coltello, erano tornati tutti quegli episodi brutali, mentre il gesto specifico del taglio del pene non lo ricordava. Sì, aveva confessato di averlo compiuto, aveva ammesso, ma semplicemente per «deduzione», in quanto ciò che ricordava con esattezza era solo di essersi trovata in automobile e di avere notato che non riusciva guidare perché la «cosa» era ancora nelle sue mani. L'accusa è stata incerta se riconoscere o no il comportamento violento di John Wayne, e forse questo è stato il suo errore principale che ha spinto la giuria dall'altra parte. Dopo avere deciso di far deporre il marito una seconda volta, per fargli ribadire di non avere mai maltrattato Lorena, al momento dell'arringa il pubblico ministero si è trovato ad «ammettere per ipotesi» che lei avvesse subito delle violenze, per sostenere che proprio quelle violenze l'avevano spinta alla sua «vendetta», premeditata e quindi del tutto diversa da una momentanea insanità mentale. La giuria, si diceva, ha accolto in pieno la tesi della difesa, suscitando l'entusiasmo di quelli (un centinaio) che per tutta la giornata erano rimasti fuori del tribunale a scandire i loro slogan e ad agitare i loro cartelli, sfidando la temperatura più bassa del secolo. Nella pubblica dichiarazione che ha fatto leggere da un'amica perché lei finché non esce dall'ospedale psichiatrico non può parlare, Lorena li ha messi nell'elenco di coloro che ringrazia, al se¬ condo posto dopo Dio. Al terzo ci ha messo naturalmente i suoi avvocati, con i quali ora si porrà un problema: le spese processuali sostenute sono state calcolate in 300.000 dollari. Come farà a pagare questa piccola manicure, per la quale certo non basterà il sollievo di non dover più mantenere il marito, che di soldi se n'è già procurati parecchi raccontando a destra e a manca le gioie e i dolori del suo pene? La prima ipotesi che un po' tutti fanno è che sarà costretta anche lei a «vendere» la sua storia in esclusiva a qualche giornale che non pone il pudore al primo posto. Ma c'è anche chi prevede che gli avvocati decidano di «graziarla». Per generosità, ma anche perché la pubblicità ottenuta con questo caso farà sicuramente salire di parecchio i loro futuri onorari. Franco Pantarelli Ora dovrà restare 45 giorni in ospedale sotto la sorveglianza di medici e psicologi Una maglietta inneggia a Lorena che nell'altra foto esce dal tribunale con i regali ricevuti dai fan: fiori e un orsetto

Persone citate: John Wayne, Terribile

Luoghi citati: Lorena, Lorena Bobbitt, New York