Aosta, in cinque con un furgone tentano una rapina nel magazzino del Monopolio dove c'era merce per seicento milioni

Aosta, in cinque con un furgone tentano una rapina nel magazzino del Monopolio dove c'era merce per seicento milioni Aosta, in cinque con un furgone tentano una rapina nel magazzino del Monopolio dove c'era merce per seicento milioni Minacciano l'impiegato con le pistole poi fuggono Spaventati dalla «Volante» che stava facendo un controllo nella zona AOSTA. Il casuale arrivo di un'auto della polizia ha sventato ieri sera una rapina da 600 milioni al deposito del Monopolio di Stato ad Aosta, in corso Lancieri. La questura è alla ricerca dei rapinatori, almeno cinque o sei, armati di pistola e fuggiti su un camion. Tutto è accaduto in pochi minuti, tra le 17,05 e le 17,10, nel magazzino che rifornisce le rivendite di tabacchi e valori bollati da Chambave a Courmayeur. I rapinatori hanno studiato il «colpo» nei minimi particolari, con molte probabilità controllando nei giorni scorsi i movimenti del magazziniere e dei gestori del deposito, che ha l'ingresso a pochi metri da corso Lancieri, al numero civico 5. Il locale chiude alle 18. Un'ora prima il gestore, Bruno Masiero, con la moglie, si è allontanato qualche minuto per alcune commissioni. E' probabile che la banda di rapinatori fosse già nella zona; quando hanno visto i due allontanarsi sono entrati in azione. Un camion «Iveco Turbo», cabina di guida rossa e telone blu, si è avvicinato all'ingresso del magazzino riservato al carico della merce. La porta era sbarrata da una saracinesca, all'interno c'era il magazziniere Angelo Giuliani, 25 anni, ancora sconvolto per la vicenda. Due persone, con il volto semicoperto da una sciarpa, di circa 40 anni, si sono avvicinate al giovane: «Siamo della polizia tributaria» hanno detto. Ma al posto del tesserino di riconoscimento, hanno estratto dalle tasche due pistole, ordinando al magazziniere di aprire la saracinesca e andare poi in un angolo del magazzino. «Stai fermo e non muoverti» gli hanno intimato, con accento settentrionale. Ma l'apertura della saracinesca non era sufficiente a entrare nel magazzino. Davanti all'ingresso c'erano alcuni bancali cu sale, che impedivano l'accesso ai locali. I rapinatori, utilizzando un carrel¬ lo manuale, li hanno spostati. Erano pronti a impossessarsi delle centinaia di scatole di sigarette delle migliori marche, per un valore (con il camion carico) superiore al mezzo miliardo. Ma c'è stato l'imprevisto: un'auto della questura, in servizio di pattuglia, è entrata nel cortile adiacente al magazzino del monopolio. Gli agenti non hanno visto nulla di strano, un camion fermo davanti al monopolio non destava alcun sospetto. Ma i rapinatori hanno notato l'auto e si sono spaventati. «Non hanno detto una parola, si sono allontanati subito» ha detto Angelo Giuliani. Sono fuggiti sul camion, per nascondersi in qualche garage oppure per allontanarsi. La polizia scientifica ha lavorato a lungo per rilevare le impronte digitali lasciate dai rapinatori. Per Masiero «la merce sarebbe finita nelle tabaccherie, di sicuro non in quelle della Valle». Stefano Sergi